A cura del dott. Giuseppe Scaglione, medico palermitano specialista in Ostetricia e Ginecologia https://www.facebook.com/scaglioneginecologo
Ho letto recentemente uno studio dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma e dell’Università Politecnica delle Marche di cui voglio parlarvi. Questo studio ha verificato, per la prima volta, la presenza di microplastiche all’interno di un’area fondamentale del corpo umano nello sviluppo del feto: la placenta.
La gravidanza è l’espressione stessa della vita e la placenta ha un ruolo importantissimo ed insostituibile.
Cosa è la placenta?
Si tratta di un organo temporaneo, che si forma all‘interno dell’utero gravido e serve a nutrire, proteggere e sostenere la crescita dei nostri figli.
La placenta è una struttura condivisa dalla mamma e dal neonato. Le sue origini sono sia materne che fetali: una parte nasce dall’endometrio, che si modifica in decidua, un’altra dai villi coriali di origine fetale. La placenta può essere paragonata ad un albero ( il neonato ) che mette radici nella terra ( la mamma).
Comprendiamo quindi quanto essa sia importante durante i nove mesi di gestazione, cosi come lo sono le radici delle piante nello sviluppo di esseri viventi come gli alberi e le piante in genere.
Oggi non esistono ricerche scientifiche che escludono con certezza possibili conseguenze sulla nostre salute, o su quella dei nostri figli, legate all’ingestione di plastica ma siamo consapevoli del fatto che le microplastiche sono presenti a tutti i livelli della catena alimentare, nell’aria e nell’acqua.
Lo studio sulla placenta
Lo studio ha analizzato le placente di pazienti sane verificando la presenza di particelle di plastica con dimensioni comprese tra i 10 e i 5 micrometri ( 0,01 e 0,005 millimetri). Gli studiosi hanno identificato che alcune particelle ritrovate erano in polipropilene, uno dei tipi di plastica più usate al mondo per packaging ed imballaggi, le altre hanno origine da polveri colorate impiegate in numerosi prodotti di uso comune come cosmetici, smalto per le unghie, prodotti per la cura della persona.
Si deve pensare a dei danni?
Il miracolo della vita: quanto danno può fare la plastica nel macrocosmo materno? Teoricamente può modificare la trasmissione di informazioni materno – fetale alterando l’omeostasi della gravidanza e della vita nascente . Gli autori sostengono che il processo di adattamento del feto all’ambiente “materno” prima, ed a quello esterno dopo, potrebbe essere alterato dalla presenza di microplastiche.
Il corpo delle mamme lavora assiduamente per nove mesi per nutrire e crescere il neonato. Possiamo accettare che questo momento magico sia condizionato da fattori esterni come la plastica?
Cosa possiamo fare ?
Una ricerca di GREENPEACE non solo ha acclarato la presenza di particelle di plastica in forma liquida, semisolida e solubile, nei prodotti per il make-up ma ha anche pubblicato anche una guida al consumo “ Il trucco c’è “ ( cliccare sopra per visualizzare ) che potete consultare per individuare prodotti contenenti plastica , evitando di metterli su labbra, viso, pelle ed occhi col rischio, realisticamente concreto, di ingerirla o respirarla.
Vi lascio condividendo con voi le parole di una scrittrice statunitense Jill Churchill
“La cosa più importante che aveva imparato nel corso degli anni era che non c’è modo di essere una madre perfetta ed un milione di modi di essere una buona madre.”