Dov’è finita la mia anima gemella?
La leggenda cinese del filo rosso del destino, cui è legata l’espressione fil rouge, narra che un uomo e una donna sono inconsapevolmente predestinati ad incontrarsi e ad amarsi, a vivere insieme, perché legati l’uno all’altra fin dalla nascita da un filo rosso invisibile e indistruttibile annodato al mignolo della mano sinistra.
Ognuno di noi avrebbe dunque un’anima gemella
che ci corrisponde dall’altro lato del filo, nessuno escluso. Il magico cordoncino rosso è lunghissimo, spesso si aggroviglia creando intrecci e nodi che i due amanti riusciranno sempre a sciogliere: è il miracolo dell’amore che si rafforza nelle difficoltà. Nelle leggende come nelle fiabe, il lieto fine sta nell’amore ritrovato. Poi ci voltiamo verso la realtà, la nostra, e ci chiediamo: “ chi ha tagliato il mio filo rosso?
Perché io sono single?”
Sembrerebbe che la causa non vada ricercata fuori di noi, ma dentro. Siamo noi ad auto-sabotarci e questo non sono io che faccio parte di voi a dirvelo, ma è la brillante spiegazione che ci fornisce Melanie Shilling, psicologa ed esperta di relazioni intervistata dall’HuffPost Australia e poi ripresa dall’Independent…
Se siete scettici, disincantati e reticenti nei confronti dell’amore
Quante volte tremiamo al pensiero che qualcuno ci possa rivolgere la triste domanda: “perché tu non hai un/a fidanzato/a”? La maggior parte delle persone sole non ha una spiegazione del perché non abbia ancora trovato un partner, non ne ha per se stesso, tantomeno per gli altri. Spesso ci si autocommisera, si pensa di essere inadeguati per il mondo o di non avere diritto all’amore al pari di altri, come se ci fosse un Purgatorio pieno di prove da superare, di parti di sé da “mettere a posto” per entrare nella rosa di quei privilegiati che conoscono e vivono l’Amore vero. C’è anche chi afferma fermamente di non aver intrapreso alcuna relazione per scelta, o di non essere mai pronti per impegnarsi, come se amare comportasse iscriversi alla banca dei donatori di midollo osseo ed essere compatibile con il 90% dei pazienti richiedenti al mondo. E poi c’è quella frase retorica che serve a farci scudo quando parliamo con gli altri: “Non ho ancora incontrato la persona giusta”.
Come l’auto-sabotaggio ci inchioda alla solitudine
Melanie Schilling, psicologa ed esperta di relazioni, afferma che c’è una ragione tutt’altro che casuale per cui molti di noi restano soli e non riescono a ritrovare la persona dall’altra parte del filo con cui vivere una relazione sentimentale: l’auto-sabotaggio. Pare che sia una componente di cui spesso non ci rendiamo conto. La Shilling descrive l’auto-sabotaggio come “un meccanismo con cui miniamo e limitiamo attivamente le opportunità di interazione sociale o le possibilità di fare nuovi incontri. Fondamentalmente lo facciamo trasmettendo al resto del mondo l’idea che non siamo interessati a una relazione – consciamente o inconsciamente”. Il fatto di essere single può dipendere direttamente dalle nostre azioni e dal nostro modo di ragionare e comportarci, anche se ne siamo del tutto inconsapevoli. Quindi, anche se non credi di ritrovarti senza un partner per tua volontà, potrebbe realmente essere “merito” delle tue azioni. “È comune dare la colpa a fattori esterni – afferma la psicologa – ma in realtà al centro dell’auto-sabotaggio c’è un sentimento ben definito: la paura”. È comprensibile che molte persone non si facciano avanti per proteggersi – questo dipende principalmente dalla paura del rifiuto e dal desiderio tenere lontana la parte vulnerabile di sé.
Quali sono i primi passi da compiere per attrarre gli altri?
“Spesso quando le persone sono state emotivamente provate in passato – passaggio obbligato per tutti – è normale sviluppare delle forme di protezione e di auto-difesa. Ma c’è una differenza tra essere scettici e disincantati e impedire a se stessi di essere finalmente felici ”, ha spiegato l’esperta.
Molte persone che inconsapevolmente sabotano le loro possibilità di trovare l’amore manifestano almeno una di queste tre false credenze se stessi: “sto meglio da solo”, sugli uomini e sulle donne che incontrano: “probabilmente mi stanno ingannando” e sulle relazioni: “non ho tempo per una relazione”. Non è che ci stiamo invece precludendo qualunque cosa? Secondo la Schilling, infatti, mantenere anche solo una di queste false convinzioni implica che, nel più profondo, non siamo ancora pronti per frequentare qualcuno e iniziare una relazione. Cosa si può fare, quindi? Sebbene sia un noto cliché, la Schilling crede che sia fondamentale imparare ad amarsi prima di poter amare chiunque altro perché “auto-compassione e consapevolezza di sé sono i primi passi per attrarre gli altri e sviluppare con loro una relazione positiva”, afferma.
Là fuori, nel mondo, ci sarà pure per noi, inafferrabili per disincanto, qualcuno che ci aspetta dall’altra parte del filo rosso. La leggenda popolare cinese ci ricorda non vi sarà ostacolo così grande, né distanza geografica, né disparità che ce ne possa impedire l’incontro: non abbiate paura.
Fonti: independent.co.uk
Huffingtonpost.com.au
Tpi.it