La rivista Elle lo ha chiesto alla psicologa Sara Guerra, esperta di relazioni di coppia, che ci spiega le ragioni per le quali rimaniamo intrappolati in relazioni che ci allontanano dalla felicità. Perché sì, se ci accontentiamo in amore, non saremo mai felici. Mai.
L’amore con la A maiuscola
Sono solita scrivere Amore con la A maiuscola. Non è mai un caso, non è un errore di formattazione. Mantenere una visione troppo idealizzata dell’Amore può distaccarci troppo dalla realtà e può essere ingenuamente pericoloso. D’altra parte, invece, accettare una relazione mascherata, che nasconde i tratti reali dell’infelicità, è tutt’altro che ingenuo: è immotivatamente autopunitivo. “Accettiamo l’amore che crediamo di meritare”, questa frase l’avrete sentita tutti, almeno una volta, ed è tratta dal film Noi siamo infinito, diretto da Stephen Chbosky. Quando siamo single ci accontentiamo dell’ abitudine di stare da soli, accettando la situazione di solitudine, facendo credere a noi stessi di stare bene così – talvolta non è un alibi ed è vero, tal altre, come vi spiegavo in un altro pezzo, è frutto di auto-sabotaggio, della paura di soffrire e dei modi attraverso cui teniamo gli altri distanti da noi – .
Accanto alla singletudine habitué, è altrettanto diffuso accontentarsi in amore. Perché ci accontentiamo di relazioni mediocri, che non ci rendono felici e forse non vogliamo davvero? Come capire se ci stiamo accontentando?
La metafora delle briciole in amore
“Chi si accontenta di mangiare solo briciole, sul momento penserò di essere sazio, ma alla lunga si accorgerà di avere sempre fame. La metafora del cibo funziona molto bene con l’amore”, ce lo spiega Sara Guerra, psicologa esperta in relazioni di coppia: “I motivi che si nascondono dietro all’accontentarsi in amore sono sostanzialmente due. Da una parte ci può essere la pressione sociale, che sentiamo quando, per esempio, rimaniamo single fino a 40 anni, e i nostri amici e parenti insistono nel chiederci quando ci “sistemiamo”. Ci sono donne che, infatti, scelgono di stare con un uomo che non amano particolarmente, ma – spesso nella nostra mente che subisce le infiltrazioni delle paure – un amore è meglio che nessun amore, nonostante non sia l’Amore con la A maiuscola”, ci dice Guerra. “D’altra parte, esiste la paura di restare soli. Alcune persone si sentono una metà della mela e non credono di essere individui completi se non hanno accanto qualcuno: qualunque metà della mela andrà bene per loro”, continua. “In psicologia si dice “accontentarsi delle briciole”.
Quella nota ragione di fondo: la (bassa) autostima
Alla base di pressione sociale e paura della solitudine c’è un problema ancora più radicato: l’autostima. “Chi si accontenta ha una bassa autostima. Queste persone credono di non meritare l’amore vero e pieno, si fermano alla prima persona che incontrano. Non cercano, non scelgono. Le persone che in amore si accontentano, di solito, sono cercate, sono scelte da qualcun altro, ma loro semplicemente si accontentano”, commenta Guerra.
Perché credere di non meritare l’amore vero?
“Chi si accontenta è contento, ma non sarà mai felice. Ricercare la felicità, invece, è l’esatto contrario dell’accontentarsi”. Se ci riflettiamo, andare alla ricerca di qualcosa che ci renda felice implica necessariamente un movimento verso l’ignoto, un cambiamento – che notoriamente spaventa – . Accontentarsi, invece, dà un’immagine immobile, che non si svincola dal suo stato: accontentarsi vuol dire stare fermi.
Come capire se ci stiamo accontentando?
“Una persona che si è accontentata di una relazione, benché mediocre o comunque non soddisfacente, prova rancore, rabbia, delusione, frustrazione, insoddisfazione”, sostiene l’esperta. “Chi si è accontentato vede enormi i difetti del partner. Queste persone hanno un velo negli occhi, quando parlano della loro metà, i loro occhi non brillano, la loro voce non s’infiamma. Rimangono passivi e insoddisfatti. Come se non fossero stati nutriti, appunto, d’amore. Rimangono sempre affamati”. In effetti, quando siamo sazi non cerchiamo altro.
In alcuni casi, accontentarsi va comunque bene? “Guardare ai difetti del partner con uno sguardo realista non vuol dire accontentarsi”, risponde Guerra. “In uno dei libri di psicologia di Gottlieb, l’autore scrive che tendiamo a essere troppo perfezionisti quando guardiamo agli altri. Vediamo facilmente i loro difetti, ma vanno accettati, in parte. Questo non significa accontentarsi, bensì essere realisti”.
La mediazione in amore
La mediazione, avere un po’ di flessibilità va bene nelle relazioni, è quello che ci permette di amare persone diverse. Quando ci si accontenta, invece, si vede che non c’è quel senso di “sazietà”, e lì è una nostra scelta. Questo neutrale e pacifico non-amore, oppure vogliamo di più? Vogliamo essere felici?
Due persone che non si amano vivono due vite completamente separate
Lasciarsi i propri spazi in modo reciproco è cosa buona e giusta, può essere il segreto per una relazione sana e duratura. Non c’è motivo di rinunciare alle amicizie, al corso di yoga, di pasticceria o alla palestra, alle cene con gli amici d’infanzia. Ma una cosa è essere una coppia fatta di due persone indipendenti che sanno stare bene anche separate, e un’altra è non condividere niente, farsi la propria vita come se la persona che crediamo di amare non ci fosse. Non fosse partecipe né dell’amore né della vita che si dovrebbe condividere.
Non avere niente che vi leghi davvero
Essere completamente diversi va bene all’inizio di una relazione, ci rende propensi a scoprirci l’un l’altro. E poi, si dice che gli opposti si attraggano. Ma, dopo che il rapporto si è stabilizzato ed è subentrata una certa intimità, condividere i valori importanti, la visione del mondo e alcuni interessi è fondamentale. Fa bene avere interessi diversi, così da scambiarsi idee e punti di vista, ma se non c’è niente, proprio nulla, che si condivide, allora che senso ha stare insieme? Scegliere di rimanere con un partner completamente distante da noi equivale proprio ad accontentarsi. Equivale a vivere una relazione con un fantasma.
Le occasioni speciali diventano giornate ordinarie che si perdono fra le altre
Passare il Natale con la persona che ami è un desiderio che abbiamo tutti, così come il compleanno, San Valentino, un traguardo che uno dei due ha raggiunto. Le occasioni speciali fanno la coppia innamorata. Se tutto questo non vi appartiene, se siete arrivati al punto che un giorno vale l’altro e non esistono giorni speciali, forse quello è un segno che vi siete accontentati siete come usciti fuori ad osservare la vostra relazione dall’esterno, come voi non ci foste, come se l’amato, o l’amata, non ci fosse. Ecco: forse il vostro amore è morto, o non è mai stato amore. Se non siete felici insieme, forse questo abbinamento andrebbe disgiunto perché ognuno segua la propria strada verso la felicità in amore.
Fonte: elle.it
Una risposta
Mi sono ritrovata molto nell’articolo, perché mi è sembrato di rileggere la mia storia passo dopo passo. Ero arrivata a distruggermi e annullarmi completamente, non riuscivo più a vivere, ero in un incubo. E’ impossibile raccontare in poche righe le pene e dolori che ho passato, sia psicologici sia fisici. Però ci tengo a dire a tutte le donne e ragazze che c’è sempre una speranza e via di uscita. La mia è stata quella di trovare un’associazione di Auto Mutuo Aiuto dedicata nello specifico alle dipendenze affettive e relazionali. Lì ho incontrato altre persone, sia ragazze sia ragazzi, che avevano subito i miei stessi traumi e violenze. Con loro ho potuto aprirmi e fidarmi, e anche cercare di capire i profondi problemi e traumi che possono esserci dietro, e agli stessi identici copioni e modalità che tutti noi avevamo subito senza conoscerci. Da lì, dopo lunghi mesi, ho trovato il coraggio di dire basta alla non-relazione malata in cui stavo annegando.Consiglio a tutti di provare questo percorso, anche in aggiunta ad altre terapie e percorsi: in molte città esistono questi tipi di gruppi. Basta che provate a cercare AUTO MUTUO AIUTO DIPENDENZA AFFETTIVA, e così vedrete se c’è qualcosa nella vostra zona. Un abbraccio.