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Perchè a Natale sono infelice?

La festa piu gioiosa dell'anno per molti si trasforma in stress, malinconia, desiderio che passi in fretta. L'esperta ci spiega il perché

Oggi vogliamo dedicare la casellina del calendario dell’Avvento a un argomento delicato, attuale, a tratti anche spinoso. Il Natale per molti non equivale a felicità. Sono tante le sfumature di un Natale non esattamente felice (così per come lo si sogna, per come suggeriscono le pubblicità grondanti di famiglie perfette e i fotogrammi dei social, che già pullulano di addobbi, tavolate, famiglie immense e comitive felici). Ammesso che il mondo edulcorato, che ci presenta la realtà virtuale, corrisponda al vero, parecchie sono le eccezioni agli standard della gioia natalizia. Il pendolo oscilla tra le solitudini immense degli anziani “dimenticati”, degli amori finiti, delle famiglie spaccate, fino ad arrivare a malinconie più sottili, che non risparmiano neppure chi avrebbe tutte le carte in regola per essere felice. A Natale si risvegliano vecchi ricordi, antichi livori, lacrime di commozione, che includono dolori mai sepolti. Non è sufficiente chi c’è e si ripensa a chi manca. A volte a fare male è semplicemente l’idea di dover essere felici a tutti i costi. Abbiamo chiesto alla psicologa Valeria Augello perché accade questo.

Perché il Natale a volte non è felice?

Semplice, perchè ci concentriamo esclusivamente sulle faccende da sbrigare, sulle troppe cose da fare. Regali a cui pensare: adatti o riciclati, pensati e ricercati, diversi e particolari, noiosi e colorati. Ed ancora auguri da inviare: semplici o personalizzati, ai parenti vicini e lontani, agli amici che non sentiamo da tempo, senza dimenticare nessuno, né parenti, né vicini di casa. Come dimenticare i cenoni da organizzare: menù tradizionali con aggiunte geniali. Fai la spesa, telefona, impacchetta. Più che una festa un lavoro a tempo pieno.

A Natale non ci si riposa più

A Natale non ci si riposa. Diventa un tempo riempito, che tendiamo sempre più ad anticipare, soprattutto mentalmente ed a spogliare dalla vera magia.
In questa cornice emerge l’obbligo di mostrarsi colmi di un affetto anche verso i parenti, spesso mal sopportati. Iniziano le formalità necessarie per l’omeostasi familiari. Ma attenzione questo stress provoca turbolenze interiori in grado di esacerbare rancori anche vecchi.

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Parenti serpenti

Ritrovarsi non rappresenta più un’occasione per stare con i propri cari, ma una torturata tradizione da vivere in fretta. Chiaramente non è colpa del Natale, ma del fatto che abbiamo privato il miglior periodo dell’anno del suo aspetto piacevolmente lento.
Il Natale perfetto potrebbe essere ogni giorno, dipende da noi. Dipende dall’entusiasmo con il quale ci accostiamo alle cose da fare, dalla carica emotiva che mettiamo nel farle e dalla capacità di anticipare la memoria, attraverso il giusto ritmo del cuore. Natale è un sogno che non dobbiamo smettere di sognare, un sogno che non dobbiamo sostituire con la routine quotidiana. E, come tutti i soffici sogni ci deve accompagnare sempre, magicamente. Proprio come il periodo natalizio, devono albergare sempre dentro i nostri pensieri in uno spazio ampio, a volte smisurato, dove potersi esprimere serenamente accompagnati da emozioni reali, pacifiche e libere.

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