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Palermo, bimbo grave per broncopolmonite, non è Covid, ma la malattia del pappagallo

Il piccolo è ricoverato al Di Cristina di Palermo

La conferma è arrivata stamani. Il piccolo di tre anni e mezzo, che da più di una settimana è ricoverato al Di Cristina di Palermo in condizioni gravi, con chiari sintomi di broncopolmonite, ha la psittacosi, un’infezione che l’uomo solitamente contrae dagli uccelli e che é causata da un batterio, il chlamidya psittaci.

I sintomi possono variare e sono simili a quelli dell’influenza ma possono, come nel caso del piccolo di Partinico, presentarsi in maniera grave, con un coinvolgimento importante delle basse vis respiratorie. Si trasmette attraverso l’urina, le feci, le piume o le secrezioni respiratorie degli animali infetti. Un’occorrenza rara, ma che nella fattispecie ha colpito ben tre bambini.

L’allarme scatta una decina di giorni fa, quando il piccolo inizia a manifestare i primi sintomi, che peggiorano di giorno in giorno. Visto il coinvolgimento respiratorio si pensa al Covid, fatto il tampone, l’esito rincuora: è negativo. Le condizioni però peggiorano e nel frattempo iniziano a manifestare sintomi anche la sorellina e il cuginetto del piccolo. Loro però  hanno una batteria di manifestazioni più lievi.
Il bimbo e la sorellina, su indicazione del pediatra, vengono trasportati al Di Cristina di Palermo. Parte immediato il protocollo Covid e si verifica la negatività dei piccoli a più di un tampone. Le condizioni del treenne però diventano critiche al punto che è necessaria l’intubazione. Si teme il peggio e mentre i medici tentano il tutto e per tutto per salvarlo, proseguono nelle indagini. Si deve assolutamente scoprire la causa di una condizione tanto grave, manifestatasi in un bimbo sano. Viene fuori che in casa è arrivato un pappagallino la cui provenienza non é certa. Partono le indagini ad hoc e il sospetto diventa certezza. Tutti e tre i bimbi risultano positivi alla ricerca del batterio incriminato. La buona notizia é che il piccino è stato estubato e sta meglio, seppure i sanitari si mantengano cauti. Migliorano anche le condizioni, mai state critiche, del cuginetto e della sorellina. Una vicenda che, come spiegano fonti interne all’ospedale Di Cristina, dimostra che non esiste solo il Covid è che non ci si debba solo fermare alle indagini per Coronavirus. In merito ai pappagalli, sempre i sanitari rassicurano: adottare un pappagallo non è rischioso, si deve conoscere la sua origine e come tutti gli animali domestici va controllato dal veterinario una volta adottato, così da seguire l’iter per una coabitazione ideale con gli umani.

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