Palermo non si ferma. O almeno ci prova. Perché i riflessi condizionati dal Coronavirus si fanno sentire, eccome. Negozi che hanno abbassato le saracinesche, almeno finché non si sarà calmato il panico. Scuole chiuse, qualche ufficio pubblico, una piccola minoranza in realtà, in stop per consentire la disinfestazione. Bar, ristoranti, tabacchi, negozi di souvenir e hotel quasi vuoti, con una riduzione delle vendite che arriva fino al 70% e in taluni casi lo supera. Poco traffico, no code ai semafori, niente auto in doppia fila, bus vuoti. Questo è quel che si vede facendo un giro per l’anello di strade che circonda la ztl. In Cattedrale pochissimi turisti e in fondo, nella navata laterale destra, si vede bene il simulacro d’argento con la reliquia di Santa Rosalia, che solitamente è protetto dalla cancellata interna.
“È fuori perchè i fedeli possano invocare la protezione dal virus?”
Chiediamo a un ragazzo che fa volontariato in chiesa.
”È solo un caso. Stanno facendo dei lavori ai freni. La gente però ne approfitta e recita una preghiera. Del resto la Santuzza liberó Palermo dalla peste, cosa le costerebbe liberarla anche dal Coronavirus?”
”Lei ha i guanti di lattice e il fasciacollo tirato fin sulle labbra. Piccola precauzione? E i visitatori? Non ne vedo.”
”I guanti sono una piccola accortezza. Turisti pochissimi, ma questo è un periodo dell’anno di scarsa affluenza. Non è scoraggiante.”
Palermo lenta e semi vuota
Non si fermano alcuni eventi di massa
In controsenso con l’allarme generale, però, restano aperti la maggior parte dei luoghi di aggregazione e nessuno stop per taluni eventi, che catalizzano le masse. Uno di questi e l’Instore di Francesco Gabbani, che si svolgerà, come confermano dallo staff del cantautore, oggi pomeriggio alle 18 alla libreria Feltrinelli di via Cavour. Ticket tutti distribuiti, vigilanza pronta per un evento che dovrebbe coinvolgere almeno 300 persone. Siamo andati stamani nella libreria più frequentata della città. Lì la gente non manca mai, neppure oggi, sebbene sia evidente una riduzione netta dell’afflusso. C’é una sola mamma nell’area dedicata ai piccoli. “La scuola è chiusa e riaprirà martedì. Oggi è una giornata più fredda del solito, quindi niente parco. Tenere un bimbo di tre anni chiuso a casa é uno strazio. Feltrinelli mi è sembrato il luogo ideale. Non c’è confusione, si sta bene, sono serena.” In coda alla cassa meno della metà dei soliti clienti. Ci avvicianiamo a una ragazza che ha in mano un cd di Gabbani: “Verrà oggi alla presentazione?”
”Sono indecisa. Mi piace tanto questo cantante, ma gli eventi dei supervip qua sono anche super affollati, per cui non ho ancora deciso. In realtà pensavo che tutto fosse stato annullato, visto l’allarme generale e le indicazioni dei medici di evitare le calche.”
L’allarme dei commercianti palermitaNi
Il centro storico oggi pare soffrire meno la sindrome da “day after”. Di gente ce n’è molta meno del solito, ma il vuoto totale del mercoledì delle ceneri resterà nella storia di una città celebre per il caos, le auto in doppia fila e quell’appeal di luogo dove “non si muore mai”.
I dati certi e scoraggianti li forniscono però i titolari degli esercizi commerciali della città. Abbiamo fatto un giro nel cuore della Palermo turistica, corso Vittorio Emanuele. Abbiamo incontrato Giovanna Analdi un’istituzione del centro storico palermitano. Lei gestisce da quarant’anni il Tabacchi di fronte la Cattedrale ed è anche la presidente dell’associazione di commercianti “Cassaro alto”.
“Siamo in ginocchio. Non ricordo, in quarant’anni, una crisi così preoccupante. In sole 48 ore abbiamo avuto una riduzione degli incassi che si aggira intorno al 70%. C’è chi prima di entrare allunga il collo e mi chiede se da qui è passata la comitiva di bergamaschi. Roba da non crederci. Li ho pure redarguiti. Questo è un allarme eccessivo, ingiustificato, che rischia di far crollare l’economia di una città già provata da tempo dalla crisi. Ho due impiegati e se continua così rischio di farli ruotare. Io non sono un’esperta, ma sentendo il parere di medici illustri, bastano poche accortezze per prevenire un virus sulla cui estrema pericolosità di sono dette tante sciocchezze. Sicuramente non serve chiudersi in casa ed evitare gli esercizi commerciali, frequentando i quali non si rischia assolutamente nulla.”
Insieme a Giovanna Analdi ci dirigiamo al bar Marocco, un’altra istituzione. Il locale è per definizione il bar “nfacci a Cattedrale”. C’è il titolare, il signor Ignazio Mastrolembo, che è costernato: “Se continua così, nel giro di una settimana, al massimo dieci giorni, rischiamo di chiudere le saracinesche. Ho ridotto del 70% la produzione e ciononostante la sera resta tanta di quella roba, che stringe il cuore. Domattina avrei dovuto fare un banchetto al teatro Massimo per cento persone: tutto annullato. Ho dodici impiegati ed ho già disposto una turnazione, che ne mette a riposo due al giorno. Rischiamo davvero il tracollo.”
Fiducioso è Alessandro Consiglio, giovane ceramista con un atelier in Corso Vittorio Emanuele: “Ci rialzeremo. Perché i palermitani siamo fatti così. Una crisi del genere però non si era mai vista. Ho il negozio vuoto, va così da due giorni. È mezzogiorno e tra poco chiuderò perché tanto non c’è speranza che si vedano clienti. Fortuna che la nostra attività é a conduzione familiare, altrimenti avremmo dovuto prendere già dei provvedimenti. Ciononostante voglio e devo essere fiducioso.”
Spostandoci in zona università, ecco la testimonianza di Francesco Massaro, titolare dell’omonimo e storico bar.
”Stiamo vivendo una psicosi ingiustificata. Registriamo una riduzione del 30% delle vendite. Oggi va sicuramente meglio del mercoledì nero di ieri, ma i segnali scoraggianti ci sono. Un esempio: è stato annullato un piccolo banchetto, previsto per il fine settimana. La gente ha paura, un panico incontrollato. Trovo tutto ciò ingiustificato. Vado regolarmente al ristorante e se capiterà andrò anche in vacanza con la mia famiglia (ho una bimba di tre anni). Non perché io sia imprudente, quanto perché mi sento realista. Ho trenta impiegati ed anche io, se la cosa dovesse persistere, da qui a una settimana dovrei fare il punto della situazione. Mi auguro però che come tutte le paure di massa, anche questa passi presto e lasci solo un ricordo sbiadito.”
La crisi del settore alberghiero
In allarme anche il settore alberghiero e quello delle agenzie di viaggi.
Gli hotel palermitani stanno registrando circa l’80 % delle revoche, che tradotto in perdite concrete significa una riduzione delle entrate correnti che supera il 60%. Un albergatore del centro ci conferma scoraggiato: ”Ci salva giusto qualche prenotazione non rimborsabile. Ci sono anche le penali, dovuteci in caso di disdette improvvise. Capirete però che si tratta di piccoli paracadute, che non costituiscono profitto in senso stretto. Senza contare che non abbiamo quasi più prenotazioni, che le gite scolastiche sono state annullate, così come sono state annullate le prenotazioni a breve e medio termine. Oggi una stanza in hotel a quattro stelle del centro costa dai 40 ai 60 euro, quasi l’80% in meno della tariffa usuale. Ovviamente anche il comparto delle agenzie viaggi soffre pesantemente. Siamo in contatto costante e possiamo solo constatare una crisi senza pari. L’augurio è che come tutto è successo in fretta, tutto in fretta passi.”
come vivono le mamme La paura Coronavirus
Palermo è anche una città con le scuole chiuse. Pubbliche e private. La riapertura è prevista per martedì prossimo. Abbiamo intervistato Marianna Borsellino, mamma di una bella bimba di tre anni, Ginevra. Da Marianna ci siamo fatti raccontare le sensazioni legate al clima di questi giorni e la giornata tipo di questa settimana “surreale”.
”Quando ho sentito che il Coronavirus era arrivato a Palermo, la prima intenzione è stata quella di barricarci in casa. Poi il buon senso ha ovviamente avuto la meglio. Per fortuna sono un’insegnante e quindi sono a casa con la mia piccina. Comprendo il disagio però delle tante mamme lavoratrici, che si stanno barcamenando tra nonni, tate e parenti. Diciamo che con Ginevra stiamo vivendo questa settimana come l’opportunità per passare del tempo insieme in maniera serena, senza l’affanno degli orari e di taluni obblighi. Stiamo evitando assolutamente i posti chiusi e affollati. Facciamo tante passeggiate all’aperto. Evitiamo le ludoteche, ma ben venga un buon gelato al parco. Curiamo ancora di più l’igiene, laviamo più spesso le mani e lo facciamo con attenzione maggiore. Mio marito è un ingegnere, continua a svolgere il suo lavoro tra appuntamenti in giro per la città, ore in studio e pranzi fuori. Lo fa con la serenità del caso. Ci auguriamo che non aumentino i numeri del contagio così già da riprendere la normale routine, che ai bimbi fa tanto bene. Del resto se leggiamo i dati medici e le statistiche è bene fare attenzione, ma non serve a nulla chiudersi in una bolla di sapone.”
A Palermo è fermo a tre il numero di casi accertati di Coronavirus. La comunità medica palermitana è fiduciosa che tutto rientrerà in tempi brevi. Servirà capacità medica di controllo e buon senso da parte della gente nel seguire le ormai celebri dieci regole di igiene personale e di educazione civica.