Il virus galoppa e lo fa in sella alla variante Omicron. Mai così tanti contagi da inizio pandemia, a conferma di una capacità di circolazione virale senza precedenti. Milioni in Italia le famiglie in isolamento.
Abbiamo fatto il punto della situazione con gli esperti. Con il professore Antonio Cascio, infettivologo e primario al Policlinico di Palermo, con la professoressa Claudia Colomba, infettivologa e primaria al Di Cristina – dei Bambini di Palermo e con il dottore Marco Battaglia, pneumologo al centro Covid dell’ospedale Cervello di Palermo.
Professore Cascio, malgrado i vaccini, i numeri sono altissimI, PERCHÉ?
Occorre analizzare bene i dati. È vero, i numeri sono incrementati vorticosamente, con la complicità della stagione invernale e delle festività. Va però chiarito che i ricoveri si sono più che dimezzati e fortunatamente i decessi, rispetto a un anno fa, procedono con uno zero in meno nella conta quotidiana. Non dimentichiamoci di quando il Covid mieteva mille e più vittime al giorno. I vaccini hanno sicuramente arginato la marcia del virus e la sua pericolosità.
Omicron che va come il vento, perché?
É una variante contagiosissima, anche perché contiene un pezzo di Rna di un coronavirus umano, che provoca il comune raffreddore. Che sia altamente contagiosa deve farci stare cauti, ma può anche farci sperare che diventi la variante definitiva (ovviamente non é detto che sia così) e più innocua rispetto alle altre. Omicron potrebbe fare diventare il Sars-Cov 2 una patologia globalmente endemica. Dobbiamo attendere per capire ed intanto è necessario vaccinarsi ed avere prudenza.
Occorre evitare tavolate di fine anno?
La situazione è molto delicata e sebbene la variante Omicron si stia dimostrando meno temibile (lo dimostra la situazione ospedaliera. Un anno fa al Policlinico eravamo sotto pressione, oggi non abbiamo richieste di ricoveri da parte dei centri Covid), non vuol dire che non possa attaccare duramente, soprattutto i fragili. Una soluzione per condividersi a Capodanno è quella dei tamponi prima del cenone, certi però che Omicron può sfuggire all’antigenico. Eviterei la frotta di decine di commensali a tavola, limiterei i numeri e alzerei il livello di prudenza e di precauzione. Va da sé che se non si è vaccinati o si ha anche un solo sintomo sospetto, é bene rimanere a casa.”
Sul fronte pediatrico l’invito è alla prudenza e alla vaccinazione.
Professoressa Colomba, quale la situazione all’ospedale Dei Bambini?
É stabile, abbiamo al momento dodici bimbi ricoverati, ma nessuno presenta quadri clinici particolarmente impegnativi. Nelle ultime settimane, il Covid è diventato una malattia di diffusione pediatrica, tant’è che i più piccoli sono diventati un vettore importante di contagio. In linea generale non abbiamo assistito a forme gravi di virus nei piccoli, ma possono succedere e soprattutto occorre fare attenzione alle conseguenze della malattia da Covid. Si verificano e le abbiamo curate, le cosiddette sindromi infiammatorie multisistemiche, che possono avere anche conseguenze serie, se non trattate per tempo e come si deve. La strada é la tutela dei nostri piccoli, vuoi con comportamenti prudenti (evitiamo ad esempio di portare i neonati in luoghi chiusi ed affollati) e con la vaccinazione. Dobbiamo entrare nell’ordine di idee che il vaccino anti Covid pediatrico non solo è sicuro, ma deve entrare nella prassi medica. La campagna vaccinale in atto sta confermando un’alta tollerabilità del siero.
Consigli per le feste?
Prudenza anzitutto. É auspicabile che si riuniscano persone vaccinate e senza sintomi sospetti. Occorre quindi fare attenzione, a tutela dei piccolissimi e dei fragili. In un momento di forte diffusione del virus, tuteliamo i neonati, che hanno un sistema immunitario ancora immaturo, ma anche i bimbi che hanno delle fragilità. Di fronte a sintomi sospetti è bene evitare incontri e non fidarsi troppo dei tamponi antigienici, soprattutto se fai da te.
Sul fronte dei centri Covid, la situazione non é drastica come un anno fa, ma l’attenzione è alta.
ne parla il dottore Marco Battaglia, pneumologo all’ospedale Cervello di Palermo
Nelle ultime settimane sono sicuramente aumentati gli accessi in reparto, ma i numeri non sono paragonabili a quelli di un anno fa, quando boccheggiavamo e rischiavamo di mandare in tilt la copertura di posti letto. La fotografia è molto semplice: il vaccino salva la vita. Lo dimostra il fatto che in terapia intensiva finiscono i non vaccinati o, ahinoi, le persone anziane e/o compromesse, che hanno una risposta minore alla vaccinazione. Ci sono ancora i morti e, lo ribadisco, si tratta dei più fragili. Ricoveriamo anche giovani, con condizioni di base buone, che però non si sono vaccinati e quindi hanno avuto un impatto complesso con il Covid. L’esperienza clinica mi fa ribadire l’importanza del vaccino e delle terze dosi anche nei giovani, così da limitare l’avanzata virale, così da proteggersi e proteggere. Le feste sono un importante banco di prova, non nego che temiamo gli esiti del Capodanno, quindi invitiamo alla prudenza, del resto la salute viene prima di qualsiasi divertimento.