Arriva la nuova pillola anti Covid. Già a febbraio dovrebbe essere disponibile in Italia su larga scala. A produrla e distribuirla é Pfizer, che ha brevettato nella fattispecie il primo farmaco ad hoc per la cura del Covid. La nuova pillola, che si chiama Paxlovid, va ad aggiungersi ad altre terapie per la cura del Covid, tra queste la pillola Molnupiravir della Merck e gli anticorpi monoclonali.
Abbiamo chiesto di più sul nuovo farmaco al professore Antonio Cascio, infettivologo e primario al Policlinico di Palermo.

Professore, come funzionerà la nuova pillola anti Covid?
É il primo antivirale dedicato alla cura dell’infezione da Sars Cov.2. L’altra pillola, la Molnupiravir infatti è un antivirale non specifico, ma finalizzato a curare virus a Rna. Il nuovo farmaco invece é un antivirale diretto che, in poche parole, agisce inibendo la replicazione del virus. Il paxlovid contiene due principi attivi: il nirmatrelvir e il ritonavir e deve essere assunto due volte al giorno per cinque giorni. Il Ritonavir è un medicinale che si è a lungo usato nei trattamenti contro l’Hiv. Agisce inibendo di fatto la proteasi virale, un enzima che permette la maturazione delle nuove particelle virali rendendole a loro volta infettanti del virus Sars Cov. 2.
Chi può usare questo farmaco?
I pazienti al di sopra dei 12 anni, in una fase iniziale della malattia, quindi con sintomi lievi-moderati, che potenzialmente potrebbero aggravarsi, sovente per condizioni di fragilità pregresse.
Pillola anti Covid Pfizer, funzionerà?
I trial sperimentali hanno dimostrato che riduce di quasi il 90% le ospedalizzazioni. Non escludo inoltre che potrà essere usata, semmai fosse necessario, in combinazione con il Molnupiravir, così da ottimizzarne gli effetti nella lotta all’infezione.
È ben tollerata?
Lo é ma come tutti i farmaci ha le sue controindicazioni e non va somministrato senza prima avere ben chiara la storia clinica del paziente. Si deve stare molto attenti alle interazioni, questa è una delle principali accortezze. Trattandosi di un farmaco che agisce a livello enzimatico, può andare in contrasto con farmaci che hanno il medesimi metabolismo tra questi vi sono alcuni anti coagulanti, alcuni anti epilettici e anche taluni antibiotici. Il paziente in terapia andrà attentamente monitorato.
Sará fruibile con facilità?
Questo ce lo auguriamo. Quando un nuovo farmaco entra in commercio è necessario che sia alla portata delle masse alla stessa stregua del Molnupiravir degli anticorpi monoclonali. Va da sé che si tratterà di un farmaco che potrà essere assunto sotto prescrizione e stretto controllo medico.
Quali le differenze, per esempio, con gli anticorpi monoclonali?
Sono due terapie differenti: le pillole anti Covid sono degli antivirali per bocca, che possono essere somministrati anche a casa. I monoclonali invece sono anticorpi di sintesi, che vengono praticati al paziente in modalità endovenosa in ambiente ospedaliero. Le categorie a cui sono destinate le terapie sono simili: fasi iniziali e non gravi di malattia. Tuttavia io propenderei per i monoclonali nei soggetti che hanno prodromi più complessi di malattia, che non sono vaccinati o che, per ragioni di compromissione immunitaria, anche dopo la vaccinazione, hanno sviluppato pochi anticorpi.
Queste cure funzionano anche contro la variante Omicron?
Non sono state sperimentate per la variante Omicron, peró stanno dimostrando efficacia anche nella cura di questa. Abbiamo un solo tipo di monoclonale che si è dimostrato efficace contro Omicron, mentre la nuova pillola Pfizer è stata sperimentata sulla variante Delta. Considerata la comune matrice, ossia quella del virus originario (Wuhan per intenderci), possiamo essere ottimisti. Le cure però nulla tolgono al valore del vaccino. Prevenire é sempre meglio che curare ed è acclarato che si tratta di terapie delicate e non senza effetti collaterali.