L’attrice e regista Michela Andreozzi lo ha recentemente dichiarato ai giornali, promuovendo il suo libro “Non me lo chiedete più” edito da Harper Collins. Un inno alle donne children Free. 47 anni, sposata, attrice dalla vis comica e regista di un film, Nove lune e mezza dove lei è anche l’interprete di una donna che, guarda caso, è disposta a fare carte false pur di coronare il sogno della maternità. Nella vita reale la Andreozzi però lo dichiara a stampatello: l’orologio biologico non mi fa paura, ci ho pensato più volte se un figlio lo volessi o meno. Ed ho deciso di non avere a che fare con biberon, pannolini e passeggini. Non sono mica la sola”.
A fare compagnia alla Andreozzi ci sono tantissime donne comuni
ma anche personaggi che sono rimasti nella storia:
Rita Levi Montalcini, Margherita Huck, Virginia Wolf…più simbolicamente anche Mary Poppins, Minnie e Mafalda non sono mai diventate mamme eppure sono state donne con l’obiettivo della felicità.
In contraltare alle donne childrenfree vi è la pletora delle aspiranti mamme. In Italia, nel 2017, il 34% delle donne over 40 ha tentato la strada della fecondazione assistita. Le storie di vita della gente comune fotografano il fenomeno dell’infertilità e della lotta caparbia a questa.
In merito riportiamo le conclusioni del dottore Roberto Pani, docente di Psicologia Clinica all’università di Bologna.
Il professore Pani
intervistato da importanti magazine italiani, in merito alle donne childen Free ha cercato di dare alcune spiegazioni.
“Fermo restando che le donne che scelgono di non aver figli non hanno un problema clinico e quindi non sono oggetto di studio, si possono però trovare le ragioni intime e psicologiche alla base della scelta. Partiamo dal presupposto che l’istinto materno non è innato. Sfatiamo quindi un luogo comune. Riconosciamo anche che un figlio è un impegno a tempo indeterminato, che non può essere paragonato ad alcun altro legame affettivo”.
Dai genitori a un certo punto ci si “allontana”
Un partner non rappresenta un vincolo assoluto. Lo stesso vale per tutti i rapporti sentimentali che scegliamo o che la parentela ci impone. Per tutti tranne che per uno. La genitorialità infatti impone degli obblighi morali e giuridici, che svettano su tutti gli altri.
Che una donna abbandoni il marito non fa notizia. Una madre, però non deve e non può abbandonare i propri figli. È eticamente sbagliato e l’abbandono di minori è perseguibile per legge. Un figlio è per sempre!
Secondo il professore Pani un’altra ragione alla base della scelta di non aver figli è legata alla figura della madre. Madri iper protettive, ansiogene, che cercano di proteggere costantemente la propria figlia da ogni pericolo (reale o immaginario), potrebbero ingenerare nella figlia stessa un meccanismo inconscio di rifiuto di essere a sua volta madre. Da un lato queste figlie, ormai grandi e libere di gestire la propria vita, possono avere inconciamente il timore di essere, a loro volta madri apprensive-oppressive. Le madri estremamente apprensive tendono, inconsciamente, a manipolare i figli, indirizzando le loro scelte di vita: scolastiche, sentimentali, sociali (amicizie, frequentazioni). Il loro obiettivo è quello di perseguire il bene dei figli, ma le dinamiche che si attivano possono ingenerare effetti indesiderati. Le figlie di mamme apprensive-oppressive potrebbero avere difficoltà a sdoganarsi dallo status simbolico di figlie per passare a quello di madri. Sono “movimenti incosci che richiamano le teorie freudiane” spiega lo psicologo e non è detto assolutamente che valgano per tutte le donne che scelgono di non diventare madri.
Si può, infatti, decidere di non essere madri
per uno spiccato senso di indipendenza, per il timore di dare un figlio a un mondo difficile. La Andreozzi lo ribadisce con il sorriso. La sua è stata una scelta serena.
Ovviamente si tratta di scelte radicali e senza ritorno (la fertilità non dura per sempre). Come chiosa una mamma comune: si diventa mamme senza pensarci. Se congetturassimo su quello che ci aspetta, dal parto in poi, il mondo si estinguerebbe (scherza).