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Neonato trovato morto tra i boschi da due escursionisti

L’ennesimo caso di infanticidio a Lana, in Alto Adige. La psicologa ci spiega alcune delle ragioni degli infanticidi a opera delle madri

Un fatto agghiacciante, l’ennesimo, che riguarda un bimbo appena nato. A Lana, un suggestivo comune a pochi km da Merano, in provincia di Bolzano, due escursionisti hanno trovato il cadavere di un neonato in una scarpata. Il piccolo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, aveva il viso avvolto dentro un panno ed il cordone ombelicale ancora attaccato, occorrenza, questa, che fa pensare la piccola vittima sia stato uccisa immediatamente dopo il parto e che sia morta per soffocamento. I boschi di Lana di sopra, dove è stato ritrovato il corpicino, sono luoghi ameni, meta prediletta di chi ama fare escursioni tra i boschi altoatesini. Non si sa nulla del piccolo e gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. È stata già disposta l’autopsia. Tutte le piste sono battute. È verosimile che a uccidere il piccino sia stata la madre o entrambi i genitori. La vicenda va ad infittire una triste conta, che da inizio 2019 ha fatto registrare tanti, troppi casi. Pochi giorni fa, nel beneventano, una madre ha gettato il proprio piccino di quattro mesi in una scarpata simulando un incidente. Un’altra vicenda, che ha fatto piangere l’intero paese, ha riguardato le due gemelline gettate nel Tevere lo scorso inverno. Abbiamo più volte affrontato, con la psicologa Valeria Augello, il delicatissimo tema dell’infanticidio a opera dei genitori.

PERCHÉ UNA MADRE UCCIDE IL PROPRIO FIGLIO?

Cio’ che scatta nella mente di una mamma é il risultato di un lungo malessere psicologico. Nulla avviene all’improvviso e senza preavviso alcuno. Anzi, spesso i segni di un comportamento disfunzionale sono presenti da molto tempo, possibilmente vengono anche osservati ma sempre sottovaluti.

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LA DEPRESSIONE POST PARTUM PUÒ PROLUNGARSI PER ANNI?

La depressione post partum, qualora non venga trattata in tempo, puo’ prolungarsi anche oltre l’anno di vita del piccolo. Difficile, comunque, contenerla a lungo, in quanto, prima o poi, il malessere tende ad esprimersi liberamente.

COME SI EVITANO CERTE TRAGEDIE?

Sottolineo sempre l’importanza del contesto ambientale e familiare. Quando si possiede una rete valida su cui fare affidamento é difficile arrivare a gesti tanto forti. Se abbiamo qualcuno che, emotivamente, ci sorregge, la rabbia e la tristezza non orienteranno in maniera esclusiva il nostro comportamento. Non accadrà mai. Il sostegno di una rete familiare eviterà che il tono dell’umore oscillante, la vulnerabilita’ allo stress, la presenza di reazioni esagerate o l’assenza di emotivita’, aggressivita’ o assertivita’ spoporzionata, insonnia, agitazione, insofferenza ed insoddisfazione prendano il sopravvento. Si tratta di arginare tutto cio che organizza i nostri pensieri in maniera disfunzionale. Ovviamente quanto successo rimane per fortuna un caso limite.

COLPA DELLA SOLITUDINE (INTERIORE)?

La solitudine e l’assenza di supporto emotivo, mantengono ed agevolano pensieri, emozioni e comportamenti drammatici, ma l’aspetto ancora piu’ struggente é che ci rendono inconsapevoli di tutto cio’.

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