Il comparto degli artigiani con bottega è sicuramente uno dei più sofferenti in questo momento storico. Saracinesche abbassate dall’oggi al domani e una data di riapertura tra le più tardive nel calendario fissato dal dpcm. I parrucchieri fanno parte della categoria e, già all’indomani del decreto, sono diventate virali le vignette relative al bluff del 1 giugno che, manco a farlo apposta, è lunedì, giornata storicamente di riposo per i maestri di pettine e forbici. Ironia a parte, il comparto della bellezza e dell’estetica boccheggia: si attendeva la ripresa in concomitanza con altre attività, ma così non è stato. Musumeci aveva avanzato la proposta della riapertura anticipata, ma oggi il Governatore ha confermato che da Roma ha avuto lo stop, ma che farà pressing affinché nell’isola i coiffeur possano riaprire il 17 maggio. Si sta verificando anche il fenomeno del lavoro collaterale, sono tanti infatti i parrucchieri in nero, che svolgono opera abusiva porta a porta. Dietro al salone di bellezza vi è poi un comparto fitto: rappresentanti, manutentori, aziende di produzione e di distribuzione di prodotti professionali. Abbiamo intervistato un noto parrucchiere palermitano, Cosimo Oliva, che porta avanti una tradizione di famiglia, che si tramanda da generazioni. Cosimo è titolare di un salone in pieno centro a Palermo. Un impresa che si è conquistata consenso e credibilità e che, nel corso degli anni ha dato lavoro ad altri esperti del mestiere.
Cosimo, facciamo il punto della situazione
Si dovrebbe riaprire il 1 giugno, siamo dispiaciuti come categoria di questa decisione governativa. Siamo rimasti letteralmente senza fiato. Speriamo comunque che il grido di aiuto mosso dai nostro rappresentanti sindacali e di categoria, sortiscano in un anticipo della riapertura. Il tutto ovviamente garantendo il rispetto delle norme igieniche, a tutela dei nostri clienti e di noi stessi. Sappiamo bene che il virus è pericoloso ed è ancora in giro, ma siamo già pronti per garantire tutela ai nostri clienti ed a tutto il personale. Non ci permetteremo nessuna leggerezza.
Pensi ci siano delle incongruità nelle scelte governative?
Ritengo ve ne sia più di una Mi domando: sui mezzi pubblici si potrà andare in gruppi di più persone, nel rispetto di taluni parametri di distanziamenti, ma nei piccoli negozi di 40 metri quadri si potrà entrare solo uno alla volta? L’apertura di musei, luoghi dove si potrebbero creare anche piccoli assembramenti è concessa già dal 17 e noi invece dobbiamo aspettare altri quindici giorni?E vogliamo parlare di supermercati e negozi di detersivi, dove i prodotti sono esposti in entrambi i lati delle corsie e spesso il distanziamento viene meno? Noi ci impegniamo ad attuare regole di igiene e di distanziamento rigide: massima sicurezza. Siamo consapevoli del dovere rivedere la nostra routine lavorativa alla luce della convivenza con il virus, ma siamo non solo disposti, ma anche pronti ad adeguarci per la sicurezza di tutti, però chiediamo legittimamente di poter aprire prima.
Crisi economica senza pari, parliamo nel dettaglio delle ripercussioni?
Io sono un mini imprenditore, che fa muovere un mini mercato, ma intorno ai mini imprenditori come me si muove un maxi mercato e quindi le perdite sono davvero enormi. Questo momento di crisi è percepito da tutti e i più piccoli, specialmente le nuove aziende non strutturate, le start up per esempio, avranno delle grandissime difficoltà, perché non potranno neppure accedere al credito dello Stato, poiché è necessario essere titolari di un’azienda con reddito e lavoro pieno da almeno un anno. Io spero per tutti che vi sia la forza di ripartire o comunque di andare avanti. Perché lavorare per ciò che ami fare è la cosa più bella. Io mi auguro che si eviti il fenomeno della chiusura delle attività e che vi sia aiuto e reciproca solidarietà tra noi piccoli e grandi imprenditori. Questo è il momento della collaborazione e dobbiamo rendercene tutti conti. Diamoci una mano reciproca e risaliremo in tempi più brevi.
Come rassicuri i tuo clienti circa le misure igieniche?
Come dicevo è totalmente cambiato il modo di lavorare e le norme di sicurezza sono tante e affidabili. Abbiamo attivato un servizio di spazzole monouso, contestualmente abbiamo potenziato il servizio di sterilizzazione di tutti gli strumenti che utilizziamo. Il salone verrà igienizzato e sanificato da un’agenzia certificata. Nella routine quotidiana abbiamo inserito il cosiddetto metodo cleen salonea: un’operazione h 24, che si svolge in modo semplice. Io direttamente dal mio smartphone, in fase di chiusura del salone, attiverò la procedura antibattericida e germicida, che ci proteggerà per la giornata successiva. Tutte le procedure igieniche saranno presentate ai clienti, mendiante delle figure adesive, che sono già affisse alla porta del salone.
Parrucchieri in nero, che ne pensi?
É un fenomeno grave e pericoloso perché non garantisce sicurezza e perché alimenta il bacino del lavoro nero. Dico quindi di resistere e di evitare tassativamente questa eventualità. Nel frattempo io ho, per esempio, proposto delle consulenze in videochiamata. Si può fare una consulenza, progettare un taglio, un nuovo colore, un cambio look, una maniera per ritrovarsi e ricominciare a lavorare a distanza, seppure in attesa della ripresa vera e propria.