Ci sono vite che non hanno nulla di scontato. Dall’esordio al finale. Ci sono esistenze che affascinano del tutto e quasi si lasciano contemplare. Ed è così ripensando a Lucia Bosé, una fata turchina durante l’autunno della sua vita, una donna di fascino e bellezza singolare in gioventù e per il resto dei suoi giorni. Ne è certa la talentuosa giornalista e scrittrice Laura Avalle che, per Morellini editore, ha pubblicato il libro “Lucia Bosé, l’ultimo ciak. Non un semplice percorso biografico, quanto un viaggio nella vita di una delle attrici più amate. Una storia complessa eppure luminosa. Il dolore, ma anche gli incontri che cambiano il destino, come quello con Luchino Visconti, quindi l’amore che fa cambiare rotta alla giovane Lucia, che non ha dubbi: lascerà la carriera per sposare il suo Domeneguin. Laura Avalle racconta con piglio preciso e raffinato ed a lei abbiamo chiesto di svelarci i segreti di questo fortunato libro.
Laura, Perché raccontare di Lucia Bosé?
Sono stati l’editore Mauro Morellini e la direttrice di collana “Femminile Singolare” Sara Rattaro a chiedermelo, dopo aver saputo che mio marito, il regista Davide Sordella, stava lavorando all’omonimo documentario, insieme a Pablo Benedetti. “Lucia Bosè. L’ultimo ciak” è insieme un documentario e un libro, per rendere omaggio a una donna e a un’attrice straordinaria, che quest’anno avrebbe compiuto 90 anni.
Cosa ti è piaciuto di più della sua vita e della sua personalità?
Adoro Lucia Bosè perché è una donna forte, libera, indipendente e anticonformista. Ha avuto una vita piena, vissuta, bellissima, non priva di momenti difficili e dolorosi. Eppure il sorriso non l’ha mai abbandonata e lei è sempre riuscita a risorgere dalle ceneri con la sua positività contagiosa. Un esempio per tutti noi.
Se lei fosse ancora qua tra noi, cosa penserebbe di questa biografia, secondo te?
Le piacerebbe, perché non ho edulcorato nulla. È fedele e autentica, come autentica è sempre stata Lucia.
Se potessi avere una sola dote della Bosé, quale vorresti?
Quando sarò una signora di ottant’anni, sperando di arrivarci, vorrei anche io tingermi i capelli di blu, o di un altro colore acceso, fregandomi di quello che potrebbero pensare le altre persone.
Perché dobbiamo leggere questo libro?
Leggetelo e capirete da soli perché non leggerlo sarebbe stata un’occasione persa.
Grazie Laura e ad maiora!