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L’otite nei bimbi, ecco i consigli dell’otorinolaringoiatra

Sintomi, diagnosi, cura e prevenzione. Ci spiega tutto il dottore Francesco Cupido

Articolo scritto con la consulenza del dottore Francesco Cupido, otorinolaringoiatra, esperto in problematiche otorinolaringoiatriche dei bambini e ricercatore al Policlinico universitario di Palermo.

L’otite è una delle problematiche più ricorrenti nei bambini. Si tratta di un’infiammazione acuta o cronica dell’orecchio, che può avere svariate cause e che non va mai presa sottogamba, perché potrebbe avere conseguenze anche serie.

Cos’è l’otite?

È una patologia dell’orecchio, che, a seconda della sede, sarà esterna o media. L’otite esterna è più frequente in estate ed è causata da fattori quali la temperatura e l’umidità, conseguenza dei bagni al mare o in piscina. La causa è il ristagno di germi e batteri nella parte esterna dell’orecchio.

L’otite media è la forma clinica più comune nei bimbi, poiché interessa quella porzione di orecchio direttamente collegata al naso. È comune che nei bimbi, specie in quelli più piccoli, che non sanno soffiare il naso, vi sia un ristagno di muco. Può succedere che il muco, per sovrapposizione di virus e batteri, passi, tramite le tube di Eustachio, nell’orecchio medio e ristagnando ne causi l’infiammazione.

Quali i sintomi dell’otite?

Nell’otite esterna il sintomo più comune è l’otalgia, ossia il mal l’orecchio, associato spesso a sensazione di ovattamento auricolare. In questo caso, nei bimbi piccoli che non sanno riferire il fastidio uditivo, ad accorgersi del problema sarà la mamma, preoccupata perché il bimbo potrebbe non reagire a stimoli sonori di lieve entità. Qualora vi fossero dei dubbi sul mal d’orecchio da otite esterna,  la mamma potrà palpare il trago, ossia quella parte di orecchio, a forma triangolare, in prossimità della guancia. In caso di otite il bimbo avvertirà, alla palpazione, un dolore intenso. I sintomi dell’otite media invece dipendono dalla causa scatenante. Tra questi: febbre, tosse, congestione nasale.

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La diagnosi di otite?

Consultare sempre il pediatra, che può curare lui stesso l’otite o demandare allo specialista. In tal caso, l’otorino ispezionerà al microscopio la membrana timpanica, che, in caso di otite media, potrebbe essere perforata. Se lo riterrà opportuno farà anche una endoscopia, per verificare anche il cavo rinofaringeo, strettamente collegato alle orecchie e sovente cause delle affezioni di queste. Il controllo non è doloroso perché, grazie ai sondini pediatrici a fibre ottiche, si potrà avere la diagnosi in breve tempo e nella maniera meno invasiva possibile. È bene precisare che, anche in presenza di una perforazione timpanica, non ci si deve assolutamente scoraggiare, poiché nei bimbi la membrana tenderà naturalmente a risanare.

La terapia?

L’antibiotico è la terapia di elezione, insieme agli antinfiammatori, per placare il dolore. No all’uso di gocce, almeno finché non sarà eluso il dubbio di una perforazione timpanica. Spetterà all’otorino la scelta della terapia ideale, a seconda della storia e delle condizioni del pazientino.

Complicazioni dell’otite?

La complicanza più temuta delle otiti, delle forme medie in particolare, è la mastoidite. Si tratta dell’infezione della regione mastoidea, che è l’interessamento dell’osso posto dietro il padiglione auricolare. Se trascurata, l’infiammazione potrebbe scendere ai piani profondi del collo o salire  fin sulle meningi, con conseguenze assai gravi. Il primo segno che la mamma deve notare è lo svasamento in avanti del padiglione auricolare e il rossore dietro o intorno all’orecchio. La diagnosi precoce è fondamentale.

Quanto è pericolosa l’otite pediatrica?

L’otite pediatrica è una patologia comune, si stima che nei primi tre anni di vita un bimbo vada incontro almeno a un paio di otiti. Mai banalizzarla, anzi contattare il medico al primo dubbio. Una diagnosi tempestiva porta a una guarigione completa e in tempi brevi.

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I consigli dell’otorino per i più piccoli

Sì ai lavaggetti nasali anche nei neonati. Si eviterà il ristagno di muco. Attenzione: farli con delicatezza, per evitare che la pressione danneggi la cavità nasale, che è particolarmente delicata. Una buona abitudine è quella di sciacquare l’orecchio dopo il bagno al mare o in piscina, per evitare che i microorganismi ristagnino. Per il lavaggio si potrà usare acqua borata, che ha proprietà antibatteriche a antimicotiche o comune minerale. No al cotton fioc: è invasivo e tende a togliere il cerume, che invece rappresenta una difesa.

Occhio alle adenoidi

L’ipertrofia adenoidea è uno dei fattori predisponenti delle patologie dell’orecchio medio. Le adenoidi sono composte da tessuto linfatico e poste in sede rinofaringeo- nasale. Un tessuto adenoideo più spesso causerà un ristagno di muco, che passerà con facilità nelle tube, causando problemi alle orecchie. Tonsille e adenoidi, quando sono grosse, fanno dormire male i bimbi e non consentono una produzione regolare dell’ormone della crescita (il Gh) che è secreto dall’ipofisi durante la fase profonda del sonno. Precisiamo che tonsille e adeonoidi non sono ormoni. Occhio: se il vostro bimbo ha frequenti risvegli, ha gli occhi cerchiati, fa la pipì a letto, ha una crescita non in linea con la curva medica, potrebbe avere un marcata ipertrofia del tessuto adeno-tonsillare. Parlarne con il medico aiuterà ad avere una diagnosi precoce e a trovare la soluzione al problema 

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