Quante volte lo abbiamo detto o anche solo pensato? I bimbi che piangono, la casa da rassettare, il pranzo e la cena da preparare ed ancora il lavoro e corri a prendere il grande a scuola ed il piccolo all’asilo. Ci sono momenti in cui anche una mamma “titanica” (ammesso che esista), pensa di non farcela. La parola più usata (e sicuramente un “tantino” esagerata) è: aiuto, sono esaurita! Ovviamente l’esaurimento nervoso è una patologia vera e propria che, nella maggior parte dei casi (per fortuna), non coincide con i gli stress della vita da mamma. Tuttavia è bene fare attenzione ad alcuni segnali. Ne abbiamo parlato con la psicologa Valeria Augello.
Essere mamme non è facile
I primi tre anni di vita del piccolo pare siano quelli che mettono più a dura prova la forza fisica ed emotiva di una mamma. Cosa succede in quel periodo?
I primi anni di vita dei bambini rappresentano un momento estremamente ricco di conquiste, accompagnate da un velocissimo sviluppo delle competenze cognitive e psicologiche. Tutto è scoperta, associazione, meraviglia, approfondimento. In questo periodo vengono poste le basi per lo sviluppo futuro. I bambini imparano a staccarsi, ad esplorare, a camminare autonomamente, a parlare, ad esprimere le loro emozioni, a modularle. Tutto grazie alla presenza dei genitori, agli stimoli offerti loro, alla qualità dell’accudimento, alle solide relazioni che sperimentano in questa fase.
I bambini sono totalmente coinvolti nella relazione e non si accorgono di stare crescendo, insieme a chi si prende cura di loro. Per le mamme questo periodo è ricco d emozioni positive, riscoprono il mondo con gli occhi dello stupore anche loro, ma inevitabilmente rappresenta anche un grande periodo di stress sia fisico che emotivo. Occorre prendersi cura di una creatura e rendersi conto di saper prendersene cura bene, aspetto non facile quando bisogna essere contemporaneamente mamma, moglie, lavoratrice.
Alcune mamme si definiscono “esaurite”
Un luogo comune spesso ironico, ma che può celare una verità seria?
Se consideriamo che una mamma, spesso, si occupa minuziosamente di ogni aspetto legato a questa fase evolutiva e non solo, se consideriamo che , comunque, riesce a organizzare e tenere sotto controllo l’intera gestione familiare, (spesa, pappe, pulizie, lavoro, scuola, aspetti sociali, sport, corsi pomeridiani dei bambini, pediatra, lavatrici, docce, acquisti, parenti…) e molto altro ancora, capiamo anche come spesso sia anche costretta ad allontanarsi da quell’ideale di famiglia serena, che tanto aveva sognato prima di avere dei figli. In questa cornice il luogo comune potrebbe passare dall’ironico al drammatico.

Esistono casi limite
Mamme che non sanno gestire la stanchezza e lo stress emotivo ed abbandonano la famiglia o peggio usano violenza contro i figli. Cosa accade nella loro psiche? Come prevenire azioni limite?
Purtroppo sì. Siamo esseri umani, e non sempre siamo in grado di mantenere un rapporto con la realtà armonioso ed equilibrato. Esistono dei casi limite, che si spera, vengano sempre intercettati in tempo.
Come ha sottolineato Black le sane cure genitoriali devono agevolare lo sviluppo delle competenze adeguate, evitando l’instaurarsi di modelli di adattamento dannosi. Vi sono una serie di fattori di rischio che caratterizzano un adulto maltrattante e che potrebbero permettere di attenzionare maggiormente alcune situazioni. Per esempio: la giovane età della madre, l’abuso di sostanze, la povertà, la disforia, lo stress familiare e le scarse capacità del genitore nel gestire in maniera attiva ed efficace le situazioni difficili, l’essere stato a sua volta maltrattato nell’infanzia e nell’adolescenza e l’aver ricevuto scarso supporto familiare e sociale
Quando conta il contesto familiare?
Il contesto familiare rappresenta la cornice che racchiude lo sviluppo totale del bambino. Ci tengo a sottolineare come la maggior parte delle caratteristiche dell’ambiente dove lui vive sono date proprio dalla personalità dei suoi genitori, le loro caratteristiche psicologiche comunicative, relazionali, oltre che la disponibilità alle cure e all’ascolto, lo modellano e lo predispongono a ciò che sarà o che potrà essere.
Quali sono i campanelli di allarme a cui una mamma deve stare attenta per capire in tempo che sta vivendo un forte stress emotivo?
Dal punto di vista fisico: insonnia, inappetenza, nausea continua, emicrania, tensione muscolare, affaticamento, dal punto di vista psicologico sono presenti irritabilità, rallentamento della memoria, sudorazione eccessiva, incapacità a trovare soluzione ai problemi pratici. È importante non sottovalutare questi sintomi, soprattutto se dovessero protrarsi nel tempo e contattare un esperto per valutare bene la loro incidenza sulla qualità della nostra vita.
Consigli per gestire la super stanchezza di alcune mamme?
Abbandonate l’idea della super-mamma, per quanto la sua immagine rinforzi il nostro IO, purtroppo non è una figura realmente esistente.
Riposo.
Mantenere la capacità di divertimento.