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Home » L’infettivologo: il virus può mutare ancora, si deve stare a casa

L’infettivologo: il virus può mutare ancora, si deve stare a casa

  • Maristella Panepinto
  • Aprile 1, 2020
  • Salute

Ecco il punto su contagi, terapia e prevenzione, fatto dal dottore Tullio Prestileo, infettivologo palermitano

Il picco in Sicilia deve ancora arrivare quindi si deve stare a casa. La Protezione Civile è categorica. No alle passeggiate con i bimbi, conferma il Governatore Musumeci, a meno che non si tratti di bimbi con patologie certificabili. In Sicilia oggi 54 nuovi contagi, che fanno salire a 1544 il numero dei positivi. Di questi 568 sono ricoverati, 72  in Terapia intensiva, 976 in isolamento domiciliare, 86 guariti e 88 deceduti. È grave, in rianimazione al Cervello, un primario di Villa Sofia, risultato positivo al tampone e con una polmonite interstiziale aggressiva. Aveva febbre da qualche giorno, riferiscono i colleghi. Anche la moglie del medico è positiva ma è in isolamento domiciliare. Per fare il punto sulla situazione siciliana, abbiamo intervistato il dottore Tullio Prestileo, infettivologo che presta opera all’Arnas Civico di Palermo.

Dottore, quale la situazione Covid 19 in Sicilia

Le cose sembrano andare meglio, a giudicare dai numeri. Ciò vuol dire che finora siamo stati bravi ed è proprio in questo momento che non possiamo abbassare la guardia. Il provvedimento, con le limitazioni di movimento e di contatto sociale che tutti conosciamo, è stato prorogato fino al 14 aprile. Questo non deve scoraggiarci, anzi, deve farci avere contezza che siamo vicini al momento cruciale e che dobbiamo tenere duro, altrimenti rischieremmo di perdere tutto. Per chiudere la partita dobbiamo arrivare a contagi zero, solo così possiamo ottenere il risultato.

Il virus potrebbe tornare in maniera più aggressiva?

Potrebbe succedere. Le spiego, il Coronavirus ha già avuto due mutazioni conosciute, la prima in Cina, la seconda in Germania. Quindi non si può escluderne un’eventuale terza. Comportamenti non sicuri possono determinare la circolazione più ampia del virus, che come ha mutato in almeno due occasioni potrebbe continuare a mutare con manifestazioni anche più gravi di quelle che conosciamo. Quindi dobbiamo fare solo una cosa: rimanere a casa, ciascuno nel suo nucleo familiare.

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Chi ha avuto il Coronavirus diventa immune?

Il procedimento è lo stesso dell’influenza stagionale. Mi ammalo e divento immune per quel virus ma se quel virus muta ovviamente non sono più immune. La caratteristica dei Coronavirus è proprio la mutabilità.

Ospedali siciliani, la situazione è sotto controllo?

L’assessorato regionale alla Salute ha messo in piedi un sistema di cura efficace. Stiamo lavorando come se aspettassimo di vedere tante, tantissime persone infette. Gli ospedali sono diventati molto efficienti, sono in grado di garantire il ricovero per tutte le fasi dell’infezione. C’è una grande macchina organizzativa per garantire a tutti le  cure dovute e mi creda il personale sanitario si spende con tutte le proprie forze. Parlo dell’ospedale dove lavoro, il Civico, e dico con certezza che, per quanto lavoriamo in emergenza, l’obiettivo è quello di garantire la salute. Il reparto di Malattie Infettive seguita a garantire le terapie inderogabili (hiv, tbc, epatite) ed anzi invitiamo i pazienti a sottoporivisi perché abbiamo posto in essere un sistema di sicurezza direi quasi scientifico. È vero, c’è il nodo tamponi, ma va detto che mancano i reagenti, per over produzione. Abbiamo però già una macchina che riesce a dare risultati in solo sessanta minuti, contro le 4/5 ore che erano necessarie fino a pochi giorni fa. Non abbiamo avuto finora carenze di respiratori. Stiamo seguendo a domicilio i degenti della RSA di Villafrati. Ci stiamo mettendo tutte le nostre forze e ovviamente chiediamo l’impegno della gente, che si traduce in un solo invito: rimanere a casa.

Come curate i malati di Covid 19?

Seguiamo il protocollo della Simit, Società italiana Malattie infettive e tropicali, messa a punto dall’Oms. Si tratta, in prima battuta, di una somministrazione di antibiotico (azitromicina) e antimalarico. I pazienti che hanno risposta parziale o mancata sono sottoposti a trattamento con antiretrovirali, che usiamo solitamente nei pazienti hiv. Utilizziamo anche farmaci biologici per la cura dell’artrite reumatoide, in particolare per quelle fasce di pazienti che danno scarsa risposta alle prime cure, che richiedono una stimolazione maggiore del sistema immunitario o che presentano infiammazioni molto rilevanti. Ci sono anche gruppi di lavoro che stanno verificando l’efficacia del trattamento con vitamina C e D, che stiamo somministrando ai pazienti meno gravi.

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Consigli pratici: la spesa, come eludere la paura del virus?

Basterà farla decantare un paio d’ore fuori dal balcone. A contatto con l’aria fresca l’eventuale presenza del virus sarà scongiurata.

Frutta e verdura?

Laviamo bene tutto e risciacquiamo abbondantemente. Sbucciamo tutto quanto si può. Non ci si deve far prendere dalla paura, né pensare che ci vogliano strumenti straordinari per bloccare il contagio. Basta fare un po’ di attenzione.

Igiene personale

Lavare spesso le mani: è la prima e più semplice regola. Le mani sono il principale vettore di contagio. Chi lavora, prima di tornare a casa deve cambiarsi, lasciare fuori (o in balcone) le scarpe e lavarsi. Anche in famiglia è bene tenere a mente delle piccole regole: no alla condivisione di stoviglie e baciamo i bimbi sulla testa. Sono piccole accortezze necessarie.

La passeggiata con il bambino?

La passeggiatina con il bambino prevede l’incontro con altre mamme con bimbi e quindi da lí i bimbi che vorranno giocare insieme e che nel frattempo avranno toccato quel che capita loro sotto tiro. Da queste aperture si rischiano effetti collaterali. Quindi suggerisco di rimanere a casa ricordandoci l’obiettivo: contagio zero.

Riusciremo a chiudere presto la partita con virus?

Non parliamo di tempi ma di obiettivi. La partita potremo chiuderla senza abbassare la guardia. Ricordandoci che un solo asintomatico può innescare contagi a catena. Che a Villafrati, dall’oggi al domani, si è creato un focolaio e da lí una zona rossa. Possiamo fare solo una cosa: rimanere a casa.

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Maristella Panepinto

Maristella Panepinto

Sono Maristella, mamma, moglie e giornalista professionista. Da piccola volevo diventare Jo March di Piccole donne. Lavoro nel mondo del giornalismo da quando avevo 18 anni. La scrittura è una passione cresciuta con me e che oggi coniugo con il “mestiere” di mamma. Amo i posti alti, viaggiare, leggere, i film di Verdone, i libri di Gabo ed i cani, su tutti le mie due labrador Dafne e Palù. Ho da tempo 25 anni periodici.
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