L’allerta Covid e le feste natalizie: le parole chiave del giorno. Nel resto d’Europa le idee sembrano chiare, in Italia ancora qualche incertezza su quel che si potrà o non si potrà fare nei giorni clou delle festività. È indubbio che sono in arrivo delle restrittezze, considerato che il numero dei nuovi contagi resta sempre alto, ieri quasi 18.000 nuovi casi, così come quello dei morti, ieri ben 683 decessi. Anche in Sicilia i numeri restano notevoli, sebbene oggi sia sia finalmente scesi sotto i mille (872 i nuovi positivi odierni). Ventotto invece i morti registrati nelle ultime 24 ore. Abbiamo fatto il punto con il professore Antonio Cascio, primario infettivologo al Policlinico e professore ordinario alla facoltà di Medicina di Palermo.
Professore, in arrivo nuove restrizioni, cosa ne pensa?
Le chiusure a Natale, fuor di retorica, hanno anche un valore politico, vengono fatte per evitare dinamiche da “io te l’avevo detto”. Chi governa deve ovviamente salvaguardare la vita delle persone e l’andamento anche nel resto d’Europa è sicuramente restrittivo. È però ahimè evidente il virus continua a circolare e se non prendiamo le dovute precauzioni i casi aumenteranno e aumenteranno ancora.
È d’accordo con le festività in zona rossa?
Si dovrebbe uscire fuori dalle solite polemiche e guardare ai dati e ai fatti. Ci sono ancora troppe migliaia di nuovi contagi, il numero dei morti è alto, quindi tanto deve bastare a farci comprendere che questo Natale deve essere un Natale diverso. Meglio se solo tra congiunti conviventi. É un sacrificio ma va fatto nell’interesse di tutti.
In strada però il caos è tanto e spesso l’effetto calca è inevitabile
Occorre evitare tassativamente che negozi e strade si affollino. Non voglio demonizzare lo shopping perché é necessario far muovere il mercato economico. È importante però che anche durante lo shopping natalizio ci si attenga alle regole: i negozi non devono mai superare il numero di clienti in relazione alla capienza dei locali. Mascherina e uso del gel sempre. Anche per strada si deve tassativamente usare la mascherina. Soprattutto in questo periodo in cui distanziarsi é difficile, dobbiamo proteggerci e proteggere gli altri, tanto più che iniziano a circolare virus influenzali, oltre che i comuni rinhovirus, che causano starnuti e tosse. Quindi non si può e non si deve rischiare neppure all’aperto.
Dopo Natale potrebbe arrivare la temuta terza ondata?
Intanto dovremmo superare la seconda, che è ancora in corso. L’andamento ed eventuali nuove impennate di contagi dipendono da come ci comporteremo a Natale. Dobbiamo stringere i denti. Il liberi tutti sarà possibile quando saremo vaccinati.
A proposito di vaccino, sarà disponibile a breve. Molti lo temono, cosa dice loro?
Io farò il vaccino appena sarà disponibile. I vaccini sono ragionevolmente sicuri, non vi sono motivi per cui non farli. Se una persona ha sofferto di gravi episodi allergici, il vaccino si farà con cautela o, a seconda del parere medico, non si farà. Si tratta però di casi percentualmente eccezionali. Per il resto non si aspettano effetti collaterali importanti. Il vaccino anti-Covid non contiene la proteina dell’uovo e neppure virus replicanti, occorrenze queste che escludono una gamma di effetti collaterali. Il timore viene dai tempi relativamente brevi in cui è stato messo punto, ma a ciò deve abbinarsi a un lavoro sicuramente accurato e scrupoloso delle aziende. Se vogliamo uscire dalla pandemia dobbiamo vaccinarci, questa è una delle poche verità scientifiche del
momento.
A breve arriverà anche l’influenza stagionale, come la distingueremo dal Covid?
Il sintomo più tipico del Covid è la stanchezza. In realtà il paziente inizia a essere dispnoico e quindi si sente molto stanco. A ciò si associa quasi sempre la febbre. Generalmente dopo questi due sintomi segue una diagnosi di polmonite interstiziale da Covid. Vista però l’emergenza e considerato che i sintomi dell’influenza stagionale e del Covid sono spesso simili, occorrerà prudenzialmente fare il tampone. Chi avrà fatto il vaccino antinfluenzale aiuterà la diagnosi differenziale.
Professore, si prospetta un inverno lungo e difficile, come affrontarlo?
Con prudenza, senza panico e con la consapevolezza che dobbiamo stare distanti, proteggendoci per proteggere.