Di homeschooling o istruzione parentale avevamo parlato nei giorni scorsi in questo articolo
Nony Burgio, tedesca di nascita e romana di adozione, mamma di Benedetta, insieme al marito Nikolay, ha scelto per la sua bimba questa modalità formativa, nel pieno rispetto della normativa italiana e fatte le dovute istanze a chi di competenza. Benedetta frequenterà a casa la terza classe della primaria. Abbiamo fatto una chiacchierata con Nony per chiederle i motivi di questa scelta e un parere da mamma circa la situazione che stiamo vivendo.
Un periodo complesso, quali paure, aspettative e certezze?
Siamo all’inizio di un anno scolastico pieno di incognite, che tiene tutti noi genitori in uno stato di ansia e tribolazione. Da un lato siamo desiderosi di riprendere le nostre vite cadenzate dalla normalità, mentre dall’altro ci scontriamo con la fortissima preoccupazione per la sicurezza e la salute dei nostri bambini. Purtroppo, i media vanno ad amplificare ancor di più la confusione tra la gestione del settore scuola e la gestione dell’emergenza Covid-19. Dal punto di vista generale, è noto che la scuola ha urgenza di essere riformata ed è un problema che si trascina da decenni. A causa di politiche scellerate e ad una assurda logica di tagli lineari adottati senza alcun criterio, sia dai governi di destra che da quelli di sinistra, il mondo della scuola assieme al settore della sanità hanno subito dei danni irreparabili. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Partendo dagli immobili scolastici fatiscenti, obsoleti e ormai anacronistici per un paese occidentale, che hanno causato, alcune volte, delle vere e proprie tragedie. La scuola è diventata da anni un mero parcheggio per i bambini imbrigliati in confusionali rapporti tra genitori, rappresentanti di classe e un continuo susseguirsi di supplenti che non garantiscono la continuità didattica. Si sono aggiunti, altresì, una miriade di corsi doposcuola e proposte formative, del tutto velleitarie, che si rivelano dei passatempi privi di contenuto culturale-professionale implementati da fantomatiche associazioni private selezionate senza nessun oggettivo criterio. Altro problema, non di poco conto, è quello degli insegnanti precari, sottopagati da decenni, con degli stipendi irrisori privi di qualsiasi riconoscimento sociale. Da qui urge, quindi, una immediata stabilizzazione degli stessi. Sfortunatamente, la questione dei docenti non costituisce un caso isolato, bensì un fenomeno generalizzato all’intera Pubblica Amministrazione italiana, basti pensare che la nostra PA si aggira su una età media attorno ai 58 anni, ed è ben lontana dagli auspicabili indirizzi di efficienza, digitalizzazione, innovazione e naturale evoluzione secondo le nuove esigenze degli attuali trend di Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC). Tutto ciò si aggrava per la quasi totale mancanza di adeguate politiche di assunzione in grado di colmare il gap di modernizzazione e di rinnovamento generazionale del pubblico impiego nel nostro paese. Come ho già accennato, tutto ciò costituisce il livello macro, ovvero l’ambito di politica generale, quindi, non si può prescindere da queste premesse, per niente entusiasmanti, per volgere lo sguardo alla concreta situazione emergenziale. Stando così le cose è difficile pensare che dopo i mesi estivi il Governo possa aver trovato delle soluzioni adeguate in una tale inedita congiuntura odierna, determinata dal Covid-19, aggravata dalla ventennale gestione pregressa del settore scuola. Gli attuali politici di Governo non hanno sicuramente una visione d’insieme per affrontare i molteplici problemi ma dall’altro lato neanche l’opposizione ha proposto delle soluzioni concrete ed efficaci ma si è basata unicamente a delle sterili critiche.
Come pensa che si svolgerà questo anno scolastico? Cosa non la convince delle linee guida?
Purtroppo il virus esiste ancora e continua a circolare tra di noi e in assenza di un vaccino o di una cura adeguata, posto che non sappiamo neanche quali possano essere gli strascichi che causerà a lungo termine sul nostro organismo, ogni genitore si sarà sicuramente chiesto come sarà l’anno scolastico che sta per iniziare. Sono ben consapevole che la mia posizione sarà bollata come “impopolare”, perché in ognuno di noi si fa strada l’asfittico desiderio di tornare alla normalità. Tuttavia, personalmente non ho un buon presentimento che il governo abbia individuato delle soluzioni persuasive, concrete ed efficaci sul come affrontare l’emergenza. Al di là degli annunci prettamente mediatici, non è affatto chiaro quali risorse lo Stato metterà a disposizione per il reale potenziamento della scuola pubblica e per garantire la sicurezza negli ambienti scolastici. Le soluzioni paventate vengono tra l’altro modificate continuamente e questa instabilità crea insicurezza e sottrae serenità ai genitori, ai figli e a tutto il personale scolastico. Gli esempi sono quotidianamente sotto ai nostri occhi. Banchi con le rotelle, che non si è ben capito a cosa possono servire, mascherina sí e mascherina no, mascherina dannosa alla salute e mascherina che protegge. Credo che tutto ciò abbia creato una grande confusione e credo inoltre che queste regole non possano essere rispettate all’interno delle cosiddette classi “pollaio” (è stato risolto il problema?). La gravità sta nel fatto che non si riescono a intravedere delle soluzioni sensate e si sente predominante la voce della politica incentrata come al solito su battibecchi da talk show invece della voce, penso più autorevole e necessaria, della comunità scientifica. Sono quasi scomparse le direttive dei virologi e degli epidemiologi, e prevalgono le mosse politiche, poiché il popolo non può essere scontentato in vista delle elezioni regionali. L‘apertura della scuola è diventata, a mio parere, un banco di prova sulla tenuta del governo, che non dovrebbe assicurare una normalità a tutti i costi ma dovrebbe offrire garanzie e tutele di fronte a un grave problema sanitario nazionale. Tutto sembra un grande esperimento, ma gli esperimenti sulla salute di noi tutti e soprattutto sulla salute dei minori non sono accettabili. Inoltre, il “patto di corresponsabilità” che dovrà essere controfirmato dai genitori mi desta altrettante perplessità per quel che concerne una velata de-responsabilizzazione della scuola che graverà ulteriormente sui genitori. Non in ultimo, e soprattutto nelle grandi città, preoccupa la questione dei pubblici trasporti. In fondo, avrei preferito che la scuola iniziasse con l’ausilio della Dad, per seguire l’impatto dell’influenza stagionale, che si sovrapporrà al Covid 19, che determinerà la tenuta del nostro sistema sanitario. Ad ogni starnuto si attiveranno procedure che manderanno in tilt sia i genitori che i pediatri che la scuola. Incrociamo le dita e in bocca al lupo a tutti! Compresa me!
Lunedì si torna a scuola. Per te sarà la prima volta da mamma alle prese con l’istruzione parentale
Credo di essere una delle poche mamme che abbracceranno l’utilizzo dell’istruzione parentale. Mentre da una parte le mamme italiane non vogliono escludere i propri figli dalla socializzazione che la scuola comunque garantisce, dall’altra parte chiedono la sicurezza per i propri figli. Siamo davanti a quello che gli economisti chiamano di solito trade-off. Non si comprende come le due cose possono andare pacificamente “a braccetto”. In fin dei conti, i bimbi dovranno stare distanziati in classe presumibilmente con la mascherina e quindi non avranno affatto un clima sereno di socializzazione naturale, bensì si troveranno in una continua tensione e frustrazione per le limitazioni dettate dalle linee guida. In fondo, si prospetta una vera e propria distopia e mi chiedo quali saranno le implicazioni psicologiche che si riverseranno sulla qualità delle relazioni umane, del lavoro, e del successo didattico in queste condizioni.
Da genitore come si impegnerá a dare un contributo a un regolare svolgimento dell’anno scolastico di sua figlia?
La mia famiglia è pronta a sostenere la nostra piccola sia nella didattica che nei momenti di svago. Mia figlia studia pianoforte da quattro anni con il papà, e credo che questa attività potrà aiutarla in questo periodo di limitazione sociale personale poiché la musica tra l’altro è un ottimo alleato nello sviluppo affettivo-cognitivo, fonte per antonomasia di benessere e armonia. Benedetta ci ha chiesto inoltre di poter frequentare un corso di equitazione, che tra i benefici annovera l’aumento dell’autostima, l’acquisizione della sicurezza nelle proprie capacità e l’avvicinamento diretto al mondo degli animali e poi tante passeggiate nel verde.
La sua bimba é serena? Come le hai spiegato che avrebbe studiato da casa?
Benedetta per fortuna è una bimba molto serena, intelligente, vivace e sensibile e ha compreso benissimo i problemi legati al virus. Certo, sarei bugiarda se dicessi che non le mancheranno i suoi compagni e la sua quotidianità, ma come dice lei: “C‘è poco da fare… se non arriva un vaccino!”
Auguro a tutti i genitori e ai loro figli un sereno,per quanto possibile, nuovo anno scolastico che purtroppo inizierà con delle modalità del tutto inconsuete e, ahimè, con molte incertezze!