Che il nuovo Coronavirus sarebbe mutato si è sempre saputo. Lo hanno ribadito medici e scienziati già a inizio emergenza, confermando la teoria che, in soldoni, recita così: virus e batteri mutano, così come mutano più in generale le cellule. Un esempio comune: l’influenza stagionale, che ha ceppi che restano stabili e ceppi mutanti, che variano di anno in anno. La notizia del cosiddetto “nuovo Coronavirus Made in England” sta spopolando in tutto il mondo, tra terrore e scetticismo. Anche in Italia la temuta mutazione è arrivata e si legge di un caso nelle Marche, che potrebbe essere addirittura autoctono. Per capire meglio cosa significhi mutazione virale, abbiamo intervistato il professore Antonio Cascio, infettivologo, primario al Policlinico e docente ordinario alla Facoltà di Medicina di Palermo.
Professore, la tanto temuta mutazione é arrivata, di cosa si tratta?
Di un’occorrenza assolutamente messa in conto. Era previsto che vi fossero delle mutazioni anche del Coronavirus, poiché per loro natura i virus mutano, ciò per via di una sorta di orologio molecolare che attua tali mutazioni.
Questa novità è preoccupante?
È nell’ordine scientifico e medico delle cose che generalmente i virus mutanti diventino più diffusivi, ma meno cattivi. Quindi sono più contagiosi ma meno pericolosi, in termini di decorso e di sintomi. Finora i dati stanno dando ragione a questo assunto. Le dirò di più, con l’andare del tempo (sicuramente non un tempo breve) e delle mutazioni, i virus tenderanno a trasformarsi in dei comuni raffreddori.
Niente allarmismi quindi?
Al momento non conosciamo la reale verità e la pericolosità di questa variante del Coronavirus, ma è corretto dare un messaggio di serenità, anche perché le evidenze, unite alla conoscenza medica e scientifica, non pongono in essere scenari di terrore.
I detrattori Insinuano il dubbio che il vaccino non sarà efficace per questa nuova mutazione?
Io invece ho motivo di credere che il vaccino funzionerà sicuramente anche contro questa variante, anche se questa certezza si avrà quando si avrà dopo la raccolta di dati concreti. Il mio consiglio resta quello di vaccinarsi in massa così da arginare massicciamente l’avanzata del Covid 19. Ricordiamoci che il vaccino é l’arma di cui disponiamo per uscire da questa emergenza. A meno che non vorremo vivere per come stiamo vivendo a tempo indeterminato.
La variante britannica presenta differenze evidenti rispetto al ceppo primario?
I sintomi sono sovrapponibili. Si sta rivelando una variante più contagiosa ma sono fiducioso che sia anche meno aggressiva. Nonostante vi siano stati molti nuovi casi, gli ospedalizzati e i malati gravi non sono tanti. Si registrano piu infezioni asintomatiche, che colpiscono un’età media più bassa rispetto al ceppo primario. Il fatto che vi siano casi sparsi in Europa, Italia compresa, fa pensare che la nuova variante era in giro da tempo. Allo stesso tempo la prudenza nell’arginare gli spostamenti laddove vi è un focolaio più forte è d’obbligo.
Prudenti ma senza panico?
Assolutamente sí. Lo abbiamo ribadito da inizio emergenza, il panico non aiuta anzi peggiora le cose. La prudenza è fondamentale. L’invito all’uso dei dpi è sempre accorato, così come quello di seguire alla lettera quanto indicato dai decreti in tema di contenimento dell’epidemia durante le festività natalizie. Dobbiamo trascorrerle solo con i congiunti conviventi. È un sacrificio che va fatto. L’invito al vaccino è anch’esso molto sentito. Già dal 27 prossimo a Palermo sarà possibile farlo all’ospedale Civico e da inizio gennaio anche al Policlinico.
Ne usciremo già dopo l’inverno?
Con il vaccino e il senso di responsabilità individuale e collettivo, credo che potremo lasciarci alle spalle questo difficile momento.
Grazie professore.