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La storia di Azzurra: sono mamma ricordando mia mamma

Una ragazza dagli occhi color cielo, un sorriso che apre il cuore, ma anche una storia di coraggio, dolore e la scelta di vivere, per amore, dall'altra parte d'Italia

Azzurra Capodici è una bella trentenne siciliana. Occhi che riflettono in pieno il nome, che i suoi genitori le hanno scelto. Cresce tra il laboratorio e le vetrine della pasticceria di famiglia.

Azzurra arriva da una famiglia di noti pasticceri siciliani

(di Casteltermini nell’agrigentino) blasonati da importanti riconoscimenti. È ancora piccina quando si diletta a incartare cannoli e cassate, dispensando quel sorriso, che è la cifra stilistica del suo carattere. Azzurra ama il canto, nel suo paesino la conosco tutti. È gioviale, bella, piena di tempra. Incontra Giovanni e sboccia l’amore. Lui però per lavoro deve andare al nord, a Bolzano. Azzurra è anche la sua terra, il cielo aperto, il mare, ma l’amore viene prima di tutto. In Sicilia deve prendersi anche cura del papà disabile. Nel frattempo una brutta notizia, la mamma (donna elegante e dolce come poche) si ammala gravemente. Azzurra non si arrende. Crede nei grandi sentimenti e non smette di sperare nel futuro. La vita le dà ragione. Sposa il suo Giovanni (prima con rito civile, perchè, purtroppo,  la malattia della mamma avanza). Alla festa è un tripudio di gioia. Pochi giorni dopo la mamma di Azzura “parte”. Lei ingoia le lacrime più dolorose, ma si rimbocca le maniche. Azzurra non si arrende al dolore.

È il 2015 quando con Giovanni Corona il sogno

Si sposano in una bella chiesa barocca e festeggiano in grande stile in un antico castello. Con loro, gioisce una pletora di amici e parenti. Il ricordo della mamma è presente sempre, soprattutto quando Azzurra diventa mamma di Sveva (che le somiglia davvero tanto). Abbiamo scelto di raccontarvi la sua storia perché è una storia di ordinaria specialità. Una ragazza che diventa mamma poco dopo aver perso la mamma. Che si ritrova a vivere le gioie e le difficoltà della maternità lontana dalla sua terra e dalla sua famiglia d’origine. È una storia di coraggio, di quel coraggio che hanno molte preziose mamme “comuni”, di cui però si parla poco.

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Azzurra, raccontaci un po’ di te?

Iniziò dicendoti che mi sento a 34 anni una leonessa mi sento pronta ad affrontare qualsiasi cosa la vita mi riservi. Negli anni ho imparato a sorridere anche se la vita mi ha riservato cose molto brutte. Ho affrontato la malattia di mia madre con forza e determinazione. Sono stata scelta tra le figlie per donarle il midollo osseo, purtroppo non siamo arrivate in tempo. Nonostante tutto mi reputo fortunata perche ho vissuto 30 anni con una donna meravigliosa solare, gentile, dall’animo nobile.

Cosa erediti da tua mamma?

La mamma mi ha lasciato la sua forza e la sua allegria. La voglia di lottare sempre e comunque. Noi due corpi ed un anima: forse banale come frase ma era veramente così. Anche adesso che non c’è più, lei vive in me e in tutto quello che faccio.

C’è un segno, che lei ti ha donato…

Sì. Ad aprile (di qualche anno fa) lei è andata via e ad aprile, vuoi per coincidenza, ma per me non lo è, è arrivata la cosa più bella che la vita potesse darmi: mia figlia Sveva. È  arrivata nella mia vita riportandomi quella felicità del cuore, che si era spenta 4 anni prima.

Parlaci di Sveva

È una bimba meravigliosa: solare vivace. Capisce già i miei stati d’animo. Si avvicina a me, mi accarezza il viso, mi guarda con quegli occhi come per dire: dire mamma adesso ci sono io con te!

Dalla Sicilia (quella del sud peraltro) vivi al nord

vicino Bolzano, dove non hai vicina la tua famiglia d’origine e con una bimba piccina non è facile. Come passate le vostre giornate con Sveva?

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Le giornate passano in fretta. Facciamo mille cose: piscina, passeggiate, giochi e anche delle lunghe chiacchierate. Perché già a nove mesi diceva le sue prime paroline: una furbacchiona.

È stata dura fare tutto da sola (insieme ovviamente a tuo marito, che lavora tanto)

All’inizio è stata dura ovviamente. Da soli, io e mio marito, con uno scricciolo così piccolo, lontani da casa e senza nessun aiuto. A parte quei pochi giorni dopo il parto, quando mia suocera e mia sorella Simona non mi hanno lasciato un attimo, poi tutto è tornato alla normalità. Tutto prendeva forma, iniziavo a fare mille attività, vantaggio di questa meravigliosa regione che offre tanto. Ovviamente desideravo la mia famiglia vicina, però con un po’ di pazienza, determinazione e l’aiuto del mio meraviglioso marito ce l’ho fatta e continuo a farcela ?.

Del tuo paesino tra i colli agrigentini, cosa mi dici?

Torno spesso in paese dove ad aspettarmi c’è la mia meravigliosa famiglia, in particolare mia sorella Simona, che è la mia metà. Non lo siamo di fatto, ma viviamo come due gemelle. Se io sto poco bene, lei al mattino mi chiama chiedendomi se è tutto ok. Mia madre mi ha lasciato una parte di lei in Simona: la parte più bella. Purtroppo non ho avuto mia madre in molti eventi importanti,  ma lei ha saputo come non farmi sentire troppo la sua mancanza! Un merito va anche alle mie amiche: anche loro sono doni preziosissimi della vita.

Com’è fare la mamma?

Le mie giornate sono bellissime con Sveva. Iniziano presto e a volte 24 ore non ci bastano Costruiamo le nostre giornate in base a come ci svegliam. Si esce sempre, noi non amiamo stare a casa. A settembre inizierà l’asilo ed io già sto male ?!!
Mi dicevano che fare la mamma era stressante ed è vero, ma dopo tutto quello che ho passato questa è la felicità. La maternità impegna, toglie tempo a te stessa, a volte ti fa diventare isterica: notti insonni, occhiaie, ma niente di più bello!

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La tua vittoria sulle difficoltà della vita?

Ho vissuto dolori che mi hanno lacerato il cuore e questa è stata la mia rinascita. Tutto si può fare e a tutto c’è un rimedio, quindi forza coraggio e allegria quella non deve mancare mai.

Il tuo sogno per Sveva?

Il mio sogno più grande per Sveva è che lei sia felice e metta sempre il cuore in tutto quello che farà!

Grazie Azzurra e ad maiora!

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