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La malattia più temuta è quella che non c’è

Viaggio alla scoperta dell’ipocondria: sintomi, conseguenze, possibilità di superarla

 Nel 2018 la parola più cliccata su Google è stata ipocondria. Nel sentire comune, l’ipocondriaco è il malato immaginario. Nel dizionario, il termine è associato all’ossessione per la propria salute, all’ascolto compulsivo dei segnali del corpo, nei quali, sovente, si rintraccia una minaccia seria per la propria incolumità. L’ipocondria è la “malattia” più attuale, sebbene, nel gergo comune, si associa ai mali che non esistono. Eppure l’ipocondriaco soffre, passa le giornate a cercare, soprattutto in rete, la causa dei suoi sintomi, si rivolge perennemente al medico o di contro lo rifugge, per il terrore di un esito infausto. Si sottopone a decine di controlli specialistici e cerca confronti in chi ha già vissuto l’esperienza reale della malattia. Vive male e fa vivere male chi gli sta accanto. Si stima che, in Italia, il 17% della popolazione sia ipocondriaco. Ne abbiamo parlato con la psicologa Valeria Augello.

Perché così tanti ipocondriaci oggi?

Questa è l’era della conoscenza e forse sappiamo troppo anche sul tema della salute? Non tutto parte da qui, ma sicuramente la persona ipocondriaca interpreta male i dati di realtà e preferisce appoggiarsi alle proprie credenze piuttosto che farsi rassicurare dalle evidenze.

L’ipocondria consiste, infatti, nella credenza di essere malato o a rischio di malattia, nonostante i dati clinici  non mostrino nessuna giustificazione per tale pensiero e, nonostante, l’individuo possieda le  capacità cognitive atte a comprovare una realtà diversa.

La paura di ammalarsi o peggio di morire, quali altri terrori cela?

Moltissimi. È correlata ad una alterazione dei dati di realtà, ad un senso elevato di fragilità ed a una bassa autostima e self control inesistente. La storia di sviluppo del soggetto può essere caratterizzata da ripetute esperienze di svalutazioni e fallimenti, per cui è necessario restituire il giusto senso agli avvenimenti.

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Una mamma ipocondriaca può trasmettere i propri terrori ai figli?

Come evitarlo?

Una mamma ipocondriaca è quasi sempre una mamma in modalità protettiva esagerata, che cerca di evitare in maniera massiva i pericoli e che, quindi, eccede nell’evitamento e nel trasmettere ai figli un senso inopportuno di fragilità. Importante diventano le risposte dell’ambiente che possono fungere da filtro fornendo altre chiavi di lettura.

Come si combatte e vince l’ipocondria?

Questo disturbo inizia a manifestarsi in conseguenza a un evento critico che riguarda il tema della salute  (per esempio la morte di un parente, possesso di  informazioni relative a nuove patologie mediche, presenza  di sintomi prima ignorati, ecc.) che ha suscitato una sensazione di  paura esagerata e generato pensieri o convinzioni erronei relativamente al proprio benessere. Una volta attivati tali preoccupazioni, la persona tenderà a interpretare male alcuni segni fisici prima ignorati, leggendovi la prova dell’esistenza  di gravi patologie fisiche.

È quindi necessario ripristinare corrette informazioni circa il giusto funzionamento fisico, attraverso il ridimensionamento delle immagini negative legate al proprio corpo   e poi risalire lentamente a ciò che ha alterato l’immagine di se.  

L’aiuto del terapeuta è fondamentale in quanto bisogna andare oltre l’apparenza e produrre cambiamenti efficienti e soprattutto efficaci in grado, cioè, di perdurare nel tempo in maniera squisitamente evolutiva.

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