Maria Rosa, spiegaci anzitutto cosa vuol dire essere agnostici?
Lorenza, fai un cammino di fede cattolica da anni, cosa hai provato quando è iniziata la tragedia coronavirus?
L’emergenza sanitaria mi ha paralizzata, come tutti. Ho trascorso giorni senza pensare e dir niente ma, assetata di notizie, cercavo di capirci qualcosa cadendo, di fatto, ancor più nello sconforto e nell’angoscia .
Ad un tratto ho compreso che dovevo vivere, anche questo avvenimento, secondo il filtro della fede perché dire si significa abbandonarsi fino in fondo, anche e soprattutto quando non vedi luce. Insomma bisognava aggrapparsi, ancor di più, a quella certezza che è per me motivo di gioia e forza nel dolore.
A inizio quarantena avevo programmato tante attività, sempre rinviate, per impegni lavorativi o futili distrazioni ma, ben presto, ho capito che era necessario mettere a tacere i miei assordanti pensieri e tutti i rumori del mondo, che anche chiusa in casa arrivavano con rimbombo, per ascoltare cosa voleva dire alla mia vita questo tsunami.
È Pasqua ma è anche un momento di dolore umanitario. Come vive un agnostico questa occorrenza in cui, di fronte all’inspiegabile, in tanti si aggrappano alla fede?
Maria Rosa: Quest’anno stiamo trascorrendo il periodo pasquale in maniera a dir poco surreale. Stiamo vivendo un dramma planetario che mai avremmo ipotizzato di vivere, neppure lontanamente. In questi casi confesso di ritenere, in qualche modo, fortunati coloro che si aggrappano alla fede per trarne conforto e protezione. Io, invece, confido razionalmente ma anche sentimentalmente, in quel poco di positivo che questa vicenda tragica e dolorosa reca in sé. Ovvero la speranza di una riflessione più ampia dell’umanità sull’umanità, includendo in essa il rispetto della vita e della natura, come baricentro fondamentale dell’individuo, da non smarrire mai. Ciò che mi colpisce è mi induce a riflettere, a parte lo strazio di tanta, troppa gente, è un fatto innegabile, legato alla natura, che dal nostro confinamento in quarantena, sta traendo un immenso beneficio. Dalle acque dei canali veneziani mai così trasparenti ai monti dell’Himalaya mai così visibili, la natura pare risvegliarsi da un lungo torpore. E questo la dice lunga sul limite del rispetto, ampiamente oltrepassato dall’essere umano e sulla possibilità, auspicabile, che possa riuscire a trarre, da questi eventi, il giusto insegnamento.
Lorenza, la Quaresima e la Pasqua in quarantena, come le stai vivendo?
Già da quando è iniziato tutto, ed era l’inizio della Quaresima, sono stata sostenuta dalla grande famiglia di cui faccio parte da qualche anno. Il Rinnovamento nello Spirito , infatti, è subito sceso in campo con tantissime iniziative che ancora oggi scandiscono la quarantena di tutti coloro che sentono il desiderio di unirsi a noi tramite il canale facebook o la pagina ufficiale . Di settimana in settimana il comitato nazionale , capitanato da Salvatore Martinez, ci indicava il modus operandi per guidarci nella preghiera e nella crescita spirituale. Abbiamo, seppur virtualmente, partecipato a roveti ardenti, ossia adorazioni che di ora in ora si svolgevano negli altari di tutta Italia e non solo, ascoltato testimonianze e recitato misteri nelle case di tanti fedeli . E così da più di un mese, di giorno e di notte, dal nord al sud, abbiamo alzato muri di fuoco contro questa pandemia : tutti spiritualmente uniti per diffondere amore e scacciare la paura in questo tempo così particolare. Insomma tra le mie quattro mura non mi sono mai sentita sola ma piuttosto di essere, insieme a tantissimi altri, un sol corpo e un solo spirito.
molti non credenti stanno letteralmente demonizzando il Papa, tu cosa pensi dell’operato del Pontefice in questo momento storico?
Lorenza, in questo periodo, di fronte a tanta morte e dolore, ti è capitato di vacillare?
Nel mio dialogo personale con Dio non ho mai chiesto il come e il perché di questo cataclisma. In fondo non posseggo nessun tipo di competenze scientifiche per azzardare una mia fantasiosa soluzione ma ho continuato a lodare il Suo nome, niente di meno e niente di più, mantenendomi ferma nella certezza che Egli tutto sa. Il coprifuoco imposto da coronavirus mi ha privato non solo della libertà di decidere cosa e dove andare, delle camminate in montagna ma anche dei momenti di condivisione e canto, che da anni fanno parte dei miei impegni settimanali. Ben presto anche le comunità locali hanno usato modalità alternative per arrivare nelle nostre case e tramite le app usate per lavorare a distanza abbiamo riprodotto, nei limiti del possibile, gli incontri di preghiera. La gioia nel vederci, anche dietro uno schermo, non è stata poca. Anzi questo mi ha fatto sentire non completamente sradicata dalla mia quotidianità e vedere, nonostante la preoccupazione, i volti raggianti dei mie fratelli mi ha dato, tante volte, la spinta giusta a non mollare nell’intercessione. Non nego che mi manca l’incontro con Gesù eucarestia che, come tutti, celebro spiritualmente da lontano. Di questa immane tragedia ricorderò tanto, ma ho compreso che le nostre quattro mura, se c’è volontà, possono trasformarsi in sala riunioni, aule studio, cucine di chef stellati e anche in templi di Dio.
Maria Rosa, ritieni di avere una tua religiosità? Ti sta aiutando in questo momento difficile?
Grazie Lorenza e Maria Rosa e ad maiora!