Quando ho scoperto di avere il Crohn non ero ancora mamma, mio figlio è nato cinque anni dopo la diagnosi e ho avuto non poche ripercussioni durante la gravidanza. Ho dovuto smettere di allattare al decimo mese per ripetute rettoragie e curarmi perché ero arrivata alla stremo delle forze, preoccupandomi, prima di interrompere l’allattamento, di congelare latte per i sei mesi successivi, infatti ho maturato un odio per i tiralatte, ma è stato un sacrificio che rifarei altri milioni di volte.
Ho reagito con tutta la forza fisica e mentale che avevo in me
Continuo a farlo ogni giorno, spinta anche da “l’amor che move il mondo e l’altre stelle” che io identifico con l’amore per mio figlio.
Dal settimo al nono mese, infatti, sono dovuta stare a riposo perché il peso del bambino gravava anche sull’intestino. Per mia scelta personale ho deciso di non curarmi né in gravidanza, né durante l’allattamento con nessun farmaco per il bene del mio bimbo, questo, da una parte, mi faceva stare più tranquilla perché mettevo in sicurezza la salute del mio piccolo, dall’altra, ha fatto sì che la fase acuta peggiorasse.
Prima dei ventitrè anni, non ho mai manifestato alcun sintomo
All’improvviso mi sono ricoverata per coliche e continue perdite di sangue e da lì iniziò un calvario, ma anche un percorso di vita che mi ha portato a essere ciò che sono oggi, cioè una donna pienamente consapevole dei momenti in cui sto bene e non accorgermi di avere la salute solo quando viene a mancare.
La diagnosi è arrivata dopo essermi sottoposta a una colonscopia, con relativa biopsia.
Venne il medico il camera e mi disse: “E’ come pensavamo, hai il Morbo di Crohn”
La mia risposta fu: “E cosa è?”
Il medico si sedette con me a parlare per ore per spiegarmi la patologia, ma purtroppo è anche più subdola e difficile da sopportare di quanto mi venne spiegato allora.
Controlli con cadenza semestrale, nel migliore dei casi, che si intensificano durante le fasi acute.
Il mio stile di vita è totalmente cambiato, a cominciare dalla dieta, che deve essere scarsa di fibre e povera di carboidrati, per il resto, ogni tanto il sig. Crohn, come lo chiamo io, prova ad atterrarmi, ma non l’avrà mai vinta, infatti, nei periodi in cui mi trovo costretta a stare in casa, per ovvi motivi di vicinanza con il bagno, cerco di approfittare del maggior tempo a disposizione per dedicarmi alla mia passione: la scrittura.
All’inizio avevo paura
Affrontavo un nemico sconosciuto. Con il tempo ho capito che la malattia fa parte della nostra vita e ho incanalato la mia paura in energia positiva.
L’unica cosa che, a oggi, ancora desta in me molta preoccupazione è l’attesa dell’esito delle biopsie a cui mi sottopongo periodicamente.
Il Crohn non può impedirmi assolutamente nulla perché io non glielo permetto.
Ho partecipato nel 2017 al concorso “Miss Mamma italiana”, classificandomi tra le finaliste, ma rinunciai alla finale perché ero in fase acuta della malattia. E siccome mi piego, ma non mi spezzo, quest’anno ho ripartecipato e, fra qualche mese, la finale sicuramente non la perderò.
Una mia grande passione è la scrittura, ho partecipato a varie pubblicazioni collettive: un libro di fiabe per bambini “Fata la strega arruffata” Ali&no editrice, un romanzo “La giusta luce” Ali&no editrce, dove si parla di una violenza domestica, un libro di poesie “Tracce” casa editrice Pagine, poi a “Viaggi e mete per streghe liete” Ali&no editrice, un viaggio immaginario attraverso luoghi cari al cuore.
Il 2018, comunque, è l’anno in cui ho deciso di prendere spazio e scrivere un libro tutto mio, che sarà in pubblicazione per novembre e si intitolerà: “Leggi con Irene”, proprio come la mia pagina facebook, nella quale condivido con il popolo social amante della lettura e della poesia dei miei scritti, per poi commentarli insieme.
La pagina mi sta regalando grandi soddisfazioni: son riuscita a far appassionare di lettura e poesie anche chi prima non lo era e sono stata contattata da molti sponsor.
Scrivo per una rivista “GPMagazine”, distribuita anche in Germania e Gran Bretagna, articoli che spaziano dai rimedi naturali alla tecnologia e curo una rubrica dove recensisco le ultime uscite librarie, con relativa intervista agli autori.
Ho avuto il piacere di intervistare Dacia Maraini e, a giorni, uscirà un’intervista a Chiara Gamberale, tra l’altro, diventata mamma da pochissimo.
La mia più grande passione, rimane, comunque la vita.
Se accusassimo dei sanguinamenti, quando andiamo in bagno, non trascuriamoli, approfondiamo con degli accertamenti a cui, sicuramente non sarà piacevole sottoporsi, ma che possono salvare il nostro stile di vita e, in alcuni casi, anche la vita.
Da cinquanta anni in poi, inoltre, ci sono degli screening gratuiti al colon che consiglio a tutti perché dalla prevenzione passa la nostra salute.
L’unico consiglio che mi sento di dare è racchiuso in una frase che ripeto sempre a chi magari è alle prime armi con la malattia, ma più che consiglio, la chiamerei riflessione: la salute è come un gioiello prezioso che teniamo in cassaforte e di cui ci dimentichiamo fin quando un giorno i ladri lo rubano e, proprio in quel momento, ci ricordiamo di possederlo.
Curiamoci, con cure e medicine prescritte dagli specialisti, ma soprattutto curiamo noi stessi e amiamo la vita perché sto sperimentando su me stessa che è questa la vera medicina contro ogni malattia.
Curiamo i nostri gioielli, lucidiamoli e indossiamoli, dimodoché né l’usura del tempo, né la noncuranza, né i ladri possano portarceli via.
Questo in termini pratici si traduce in una sana alimentazione, stile di vita sano e, soprattutto, in un riappropriarsi del tempo, nostro e solo nostro, gestiamo questo tempo, affinché non sia lui a decidere per noi e non provochi danni, più o meno gravi, visto lo stress a cui oggi tutti siamo sottoposti.
Ad maiora.