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Fabiola: dal palco ai banchi da insegnante di sostegno

La musica è la mia passione ma insegnare è una missione. Il mio lavoro non è rivolto a un solo bambino. L'insegnante di sostegno viene applicata alla classe e non al singolo, perché l'inclusione è un compito di tutti

La donna della settimana è una ragazza semplice e perbene, che sa coniugare grandi passioni a un lavoro impegnativo, non sempre valorizzato, ma importantissimo. Un lavoro che fa dell’inclusione il suo fine, seppure tra le mille difficoltà dei nostri tempi. Fabiola Falletta è una bella ragazza gentile. Sono queste le due doti che saltano all’occhio appena la si conosce. Modi tenui, che però, lasciano il segno. Di origini siciliane, è nata e cresciuta in Piemonte dove sta coltivando i suoi più grandi sogni: l’insegnamento e la musica. Fabiola è piena di idee e di progetti. Ama la musica da sempre. Canta benissimo ed è stata a un passo dal calcare il palco dell’Ariston (nei mesi scorsi è arrivata alle semifinali di Sanremo giovani). Suona la chitarra, con la quale compone i suoi brani. Ama il contatto con la gente, per questo adora esibirsi nelle piazze. Occhi trasparenti, maniere educate, ci racconta anche della sua vocazione, l’insegnamento. Lei è un insegnate di sostegno. Un compito che diventa missione, che va svolto coscienza, che ti fa tornare a casa con il cuore zeppo di domande.

Cara Fabiola, tu sei giovanissima, ma fai già tante cose, belle, importanti, impegnative.  

Come fai a coniugare tutto?

Sono stata sempre molto determinata nel seguire e coltivare le mie passioni. La musica è davvero una delle meraviglie di cui non posso fare a meno, un’emozione continua. In parallelo alla musica ho sempre studiato molto per realizzare il mio desiderio di diventare un’insegnante di scuola dell’infanzia così dopo il diploma ho scelto di iscrivermi alla facoltà di Scienze della Formazione Primaria e ho deciso in seguito di laurearmi due volte, sia per l’indirizzo di scuola dell’infanzia sia per la scuola primaria (il vecchio ordinamento della Facoltà prevedeva questa scelta). Nel frattempo ho seguito il corso di specializzazione per poter diventare insegnante di sostegno e ad ottobre del 2013 ho iniziato a lavorare come insegnante di sostegno. Tuttora porto avanti la passione per il canto e per la musica; infatti continuo a frequentare i corsi di canto e chitarra e cerco di mettermi sempre in gioco.

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La passione per la musica, ti aiuta nel tuo compito bello e delicato da insegnante di sostegno?

La mia passione per la musica in questi anni di insegnamento mi sta aiutando molto perché innanzitutto è davvero fondamentale avvicinare i bambini alla musica fin da quando sono piccoli e proprio alla scuola dell’infanzia ho la possibilità di sperimentare diverse attività e far vivere ai bambini momenti di gioco che permettono di avvicinarli ai concetti di ritmo, contrasto suono/silenzio, attraverso l’utilizzo di canzoncine, giochi motori, imitazione di andature di animali, giochi con il tamburello e altri strumenti musicali; infatti la mia passione per la chitarra è un altro valido aiuto perché si possono imparare in maniera rapida semplici canzoncine per bambini e dedicare alcuni momenti della giornata scolastica al canto in gruppo accompagnato dal suono della chitarra. Ho potuto sperimentare in prima persona la contentezza e lo stupore dei bambini che spesso mi chiedono: “Quando porti di nuovo la chitarra?”. La musica unisce e arricchisce; anche coloro che presentano delle difficoltà nella maggior parte dei casi dimostrano di gradire moltissimo questi momenti musicali.

 Come si svolgono le tue giornate a scuola?

Le mie giornate alla scuola dell’infanzia sono sempre ricche e intense a partire dall’accoglienza dei bimbi al mattino che è sempre molto gioiosa; spesso mi chiedono di fare loro dei disegni, mi raccontano ciò che hanno fatto. Durante i momenti dedicati al gioco libero e in particolar modo durante le attività didattiche seguo gli alunni che mi sono stati assegnati e quando è possibile dedico le mie attenzioni anche agli altri bambini. A volte mi capita di organizzare attività e momenti di gioco durante i quali coinvolgo gli alunni a cui sono stata assegnata come insegnante di sostegno e altri bambini per favorire la socializzazione e l’interazione tra i compagni attraverso giochi guidati nel piccolo gruppo.

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Quanto è importante la figura dell’insegnante di sostegno?

La figura dell’insegnante di sostegno è una figura importante sotto tanti aspetti. Innanzitutto l’insegnante di sostegno è una figura assegnata all’intera sezione in cui è inserito l’alunno con disabilità, dunque è una risorsa importante per tutti i bambini della sezione con cui si instaura un legame affettivo e di fiducia molto importante. La funzione dell’insegnante di sostegno è quella di favorire l’inclusione dell’alunno con disabilità all’interno del gruppo classe; il suo ruolo fondamentale è quello della mediazione continua tra i bisogni dell’alunno con disabilità e l’ambiente circostante che comprende i compagni e gli insegnanti curricolari. Lo sguardo dell’insegnante di sostegno è importante poiché si tratta di un’altra prospettiva attraverso la quale si osservano le dinamiche di interazione dei bambini, durante momenti di conflitto e quelli di normale routine e di condivisione di idee e opinioni.
L’insegnante di sostegno inoltre deve essere in grado di tessere reti di relazioni significative a livello professionale con i colleghi, con gli educatori, con i familiari, con gli operatori sociali e sanitari, con i rappresentanti degli Enti locali, di varie Amministrazioni, di Cooperative sociali, etc; deve avere quindi buone capacità di ascolto, di empatia professionale e personale, di mediazione, di decisione e di problem solving.

 Molti studi sostengono che la musicoterapia aiuti nel sostegno ai bimbi problematici. Tu cosa ne pensi?

La musica in generale ha un grande potere terapeutico e a proposito di musicoterapia qualche anno fa ho partecipato proprio ad un corso teorico/pratico di avvicinamento alla musicoterapia e questo argomento ha davvero catturato il mio interesse. La musica è uno strumento meraviglioso che permette di migliorare la qualità della comunicazione nei bambini che hanno delle difficoltà nella comunicazione e problemi relazionali e permette di aprirsi all’altro. Ho avuto la possibilità di sperimentare in prima persona alcune attività di musicoterapia con bambini con disturbo dello spettro autistico e penso proprio che sia un ottimo strumento da utilizzare coinvolgendo se è possibile anche i compagni in percorsi nel piccolo gruppo per favorire l’interazione tra i bambini.

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Quale è stata la più grande soddisfazione che ti ha dato il tuo mestiere da insegnante?

In questi anni di insegnamento le soddisfazioni e le gioie sono state tante finora, ovviamente come in ogni professione ci sono anche le fatiche, però poi i momenti positivi riescono a compensare pienamente. Nel corso dei vari anni scolastici le soddisfazioni più grandi le ho ricevute dai bambini vedendo giorno dopo giorno i piccoli progressi ad esempio nell’interazione con gli altri o nella comunicazione; una delle cose più belle è riuscire a dare strumenti per comunicare a bambini che non hanno la capacità di esprimersi. Un altro aspetto importante è il legame di fiducia e l’intesa che si crea con loro ma anche con le famiglie di coloro che ho avuto modo di seguire e conoscere in questi anni, infatti ancora adesso con alcune siamo in contatto e tengo molto ad essere aggiornata sul percorso scolastico di questi bambini che hanno lasciato il segno nel mio cuore.

Grazie Fabiola e ad maiora!

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