Le trasformazioni culturali e sociali, avvenute negli ultimi quaranta anni, ci hanno fatto assistere ad un calo della percentuale di nascite. Declino che, però, non ha visto diminuire l’ interesse verso il desiderio di avere figli. Il “processo procreativo” resta lo scopo principale nella vita di moltissime coppie. Attraverso i figli si compie il miracolo della vita, si raggiunge la piena responsabilità dell’essere adulto, e si uniscono le generazioni; Infatti, attraverso questo dono, si salda il legame con chi ci ha preceduto.
Difficoltà a diventare mamma
Per queste ragioni, delicate e complesse, quando sussistono difficoltà fisiologiche, o psicologiche, che portano alle patologie legate alla fertilità, si entra in un loop estenuante. Allo shock iniziale possono seguire il rifiuto, la collera, l’angoscia e, successivamente, senso di colpa, dolore, smarrimento e di perdita, per entrambi i coniugi.
Senso di impotenza
Le difficoltà maggiori sono correlate alla sensazione di impotenza nel modificare la situazione per cui, spesso, i coniugi possono non sentirsi in grado di corrispondere ai bisogni del partner, mascherando i loro sentimenti. Da qui emerge il drammatico senso di vuota solitudine.
L’aborto spontaneo
Questo rappresenta un ulteriore aspetto da non sottovalutare, cioè la triste possibilità che, una volta avvenuto il concepimento, si verifichi una interruzione della gravidanza. Una nuova fonte di sofferenza, una doppia perdita: la perdita del figlio e la perdita della gravidanza che rappresenta una verifica della propria capacità di procreare. L’elaborazione del lutto diventa oppressione, infatti, dopo avere sopportato tanti sacrifici e superato parecchi ostacoli la perdita del prodotto del concepimento determina, soprattutto nelle donne, un senso di colpevolezza e di in appropriatezza. L’insuccesso viene attribuito all’incapacità del corpo, che risulta non essere in grado di proteggere il bambino tanto atteso. Superare questa fase non è impossibile, ma spesso occorre un poco di tempo in più.
Infertilità e disagio psicologico
Le difficoltà psicologiche che accompagnano la condizione di infertilità sono, ormai, riconosciute come una “crisi di vita” che coinvolge, su diversi piani esistenziali, sia l’individuo che la coppia.
La maggior parte delle ricerche, condotte in merito all’argomento, sottolineano come i soggetti infertili siano sempre più stressati dei gruppi di controllo, e in più, la componente psico-emozionale può incidere sulla fertilità con meccanismi diversi, attraverso i sistemi neurovegetativo e neuroendocrino, creando disfunzioni acute e croniche e, a volte, vere e proprie alterazioni d’organo.
Ecco perché queste coppie vengono accompagnate dal supporto psicologico durante tutte le fasi del loro percorso. Il contenimento deve partire da un’ottica multifattoriale integrata, prendendo in considerazione tutti i possibili fattori implicati, dall’ l’impatto delle procedure diagnostiche e terapeutiche, alle percezioni, sensazioni, pensieri e reazioni dei protagonisti, ed oltre, verso la rete familiare, amicale e sociale di riferimento. Non solo la consulenza psicologica, ma bensì tutto il lavoro d’equipe, mira a analizzare serenamente fantasie e aspettative della coppia per identificare, precocemente, i soggetti più vulnerabili e fornire loro programmi, che minimizzino le conseguenze, in grado di offrire migliori strategie di adattamento.
Tentativi falliti…arrendersi…ricorrere all’adozione?
Anche in questo caso bisogna accompagnare la coppia, sostenerla, dissolvere l’eventuale crisi depressiva e indirizzarla verso scelte lucide e consapevoli. I figli, in primo luogo, vengono concepiti dal cuore nella testa, la devozione e la perseveranza li faranno uscire e li metteranno al loro posto…in un modo o nell’altro!