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Il racconto della mia quinta elementare a metà e i sogni per settembre

L’esperienza di Anna con la didattica a distanza, i sogni, le mancanze e i ricordi di un anno scolastico senza precedenti

A fine febbraio cambia la vita di una fetta grande e importante della società italiana: coloro i quali frequentano la scuola. Dai bimbi del nido fino ai maturandi, senza esclusione ovviamente degli universitari. Un’occorrenza senza precedenti. Una chiusura preannunciata come provvisoria e che, settimana dopo settimana, ha concretizzato la certezza che i cancelli delle scuole sarebbe rimasti sbarrati a lungo. È lì che inizia l’avventura con la didattica a distanza, ma non solo con quella. Perché non andare a scuola per i nostri studenti ha significato rinunciare a quella somma di ritualità che si celebrano tra i banchi e che restano tra mente e cuore per tutta la vita. A giorni si svolgerà un’atipica prova di esame di maturità, ci sarà anche il passaggio dalle medie alle superiori. La nostra redazione però ha voluto intervistare una bimba, nella fase delicata che la vedrà diventare da scolara a studente. Anna Sorella, che vive a Termoli, ha dieci anni e a settembre frequenterà la prima media. Anna ha visto svanire a metà strada il fascino dell’ultimo anno delle elementari, un momento importante nella vita di ciascuno di noi. Chi non ricorda l’ultimo giorno a vestire il “grembiulino” sognando il settembre del diventare finalmente “ragazzi”? Ad Anna abbiamo chiesto emozioni, mancanze e sogni di questo singolare anno scolastico.

Il tuo ultimo anno alla primaria frenato dalla chiusura per il Coronavirus. Come l’hai vissuto?

Ricordo che mercoledì 4 marzo 2020, appena uscita da scuola, i miei genitori mi hanno detto che la scuola sarebbe stata chiusa per l’emergenza Coronavirus. Io ero dispiaciuta perché non avrei potuto vedere i miei compagni e le maestre, chissà per quanto tempo. Mi sentivo molto triste e arrabbiata. Non abbiamo però perso il ritmo dei compiti, prima tramite registro elettronico e poi attivando una piattaforma su cui le maestre inserivano il lavoro da svolgere. All’inizio per me è stato difficile, ogni tanto sbagliavo a inviarli, oppure non li salvavo e si cancellavano, allora dovevo scriverli di nuovo. Quando, poi, le mie insegnanti hanno incominciato a fare lezione attraverso la didattica a distanza, a volte, ho avuto difficoltà a seguirle mentre spiegavano soprattutto quando andava via la connessione. In seguito, per fortuna, ho preso confidenza con questo nuovo sistema di lezioni ed é passato anche il nervosismo.

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La quinta elementare sancisce un passaggio importante. Cosa ti è mancato di più in questi mesi?

In questi mesi mi sono mancati i miei compagni di classe e anche i miei amici fuori dalla classe. Mi sono mancate le scale che portavano in classe, l’ansia delle interrogazioni. Mi è mancato il momento in cui suonava la campanella e si poteva fare merenda, chiacchierare con le amiche e gli amici. Mi sono mancate le verifiche: quando ricevevi un bel voto e uscivi da scuola tutta contenta. Mi sono mancate le feste di fine anno in cui ci divertivamo molto. Mi sono mancate le maestre e mi sono mancate le lezioni di pianoforte a scuola, che avevo iniziato a seguire poco prima di Dicembre. Mi piaceva tanto quando il professore ci faceva sentire i pezzi di Beethoven, di Chopin e provava anche ad insegnarli. Per me é stato un orgoglio imparare a seguire le lezioni di pianoforte e apprendere nuovi pezzi, come Per Elisa, attraverso la didattica a distanza, con tutti i suoi limiti.

Raccontaci del tuo primo e ultimo giorno di scuola.

Il mio primo giorno di scuola ero molto emozionata all’idea di iniziare un nuovo ciclo scolastico. Quando mi hanno fatto visitare la scuola ero felicissima. Ricordo che le maestre ci hanno fatto disegnare la nostra casa e ci hanno regalato un aereo realizzato con il cartoncino che ancora conservo. Ricordo che, terminato il primo giorno, ero molto contenta perché mi ero divertita e non vedevo l’ora di ritornare nella mia nuova classe per imparare nuove cose.
Invece, l’ultimo giorno di quinta elementare, per me, è stato un po’ triste perchè ho salutato le maestre e i compagni tramite uno schermo. Non è stata una bella sensazione e mi è dispiaciuto tantissimo, ma purtroppo abbiamo dovuto concludere così. Sono sicura, però, che presto faremo una grande festa per salutarci meglio, vederci e abbracciarci dal vivo.

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Cosa di buono nella scuola a distanza?

A me non è piaciuta tanto la didattica a distanza, però sono felice di aver rivisto in questi mesi i miei compagni, anche se attraverso uno schermo. Le maestre ci hanno sostenuto quando ne avevamo bisogno e hanno continuato ad assegnarci compiti (forse anche troppi), ma, grazie a loro, non abbiamo mai perso la capacità di concentrazione, che é fondamentale per studiare al meglio.

Come sogni l’inizio della scuola a settembre?

Sinceramente non riesco ad immaginare come sarà la scuola a settembre. Il mio augurio é che possa essere un’esperienza bella e “avventurosa”. Sono felice di iniziare la prima media e tanto curiosa di fare amicizia con nuovi compagni e di conoscere quelli che saranno i miei nuovi professori. Più di ogni cosa, spero con tutto il cuore che le scuole possano riaprire perché la scuola é fatta di persone che si guardano, ascoltano, insegnano e imparano, in presenza.

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