Il passaggio tra una stagione e l’altra dell’anno è caratterizzato da odori e sentori nuovi, che ti invitano a salutare la stagione che sta per terminare. Pertanto, se in questi giorni sentite anche voi i cinguettii dei gruppi mamme di whatsapp che si risvegliano dal breve torpore estivo, se avvertite il piacere inconsueto delle tenebre che accorciano le giornate, se vi siete commossi ai primi avvistamenti di grembiulini che nelle vetrine dei negozi hanno preso il posto delle gigantografie “Saldi Finali” e se un cenno di sorriso “leonardesco” inizia ad incorniciare il vostro volto, tutto ciò è segno che l’estate sta diventando un ricordo e l’autunno si sta preannunciando con lo slogan che ogni adulto dotato di minore al seguito ha silenziosamente desiderato almeno una volta alla settimana tra giugno e settembre: “Back to School”!
É in questo periodo dell’anno, infatti, che assisti alla transumanza di genitori (e nonni) dalla cassa della gelateria più in voga della città alla cassa di ogni cartoleria della città; che i parcheggi non affollano più la strada del lungomare, bensì quella vicino alle scuole; che ci si scambia commossi abbracci di “ben ritrovato” non più con il vicino dell’ombrellone, ma con i genitori di quelli che sono stati o che saranno i compagni dei tuoi figli; che non si va più a caccia del gonfiabile più richiesto dell’estate, ma della maestra più richiesta della scuola sperando che sia la maestra del tuo pargoletto.
Insomma, l’appuntamento più agognato e temuto di ogni membro della famiglia è ormai arrivato: il primo giorno di scuola!
Nel mio curriculum da mamma ho esperienza di ben due primi giorni di nido, due primi giorni di scuola dell’infanzia e un primo giorno di scuola elementare e ho potuto constatare che ogni step è stato affrontato con paure diverse ed emozioni sempre nuove.
MAMMA DA PRIMO GIORNO DI NIDO
E’ la mamma che ha scelto l’asilo dopo un accurato sopralluogo con il fidato team di ingegneri, igienisti, pedagoghi selezionati per l’occasione e che inizia a preparare l’ingresso del proprio piccolo ripetendo la parola “ni-do” continuamente e scandendola in sillabe in modo che possa impararla per bene. E’ la mamma che quando ormai è convinta della scelta che ha fatto ed è fiera dell’asilo che ha selezionato, incontra la conoscente dal panettiere che le chiede: “Ma non è troppo piccolo per il nido?”, una frase che la mette in crisi fino al giorno clou, il primo giorno di asilo. Che poi, in realtà, si tratta della prima ora di scuola perché l’inserimento sarà lento, lentissimo, praticamente di mezzora in mezzora, per non traumatizzare il piccolo, frequenterà il tempo previsto dopo tre mesi. Ma il pianto che, inevitabilmente, caratterizzerà i primi giorni, le faranno rimbombare le parole della simpatica conoscente che non ha più incontrato perché ha cambiato panettiere. La mamma da primo giorno di nido è la mamma che, fino all’ultimo giorno di scuola, sosterà davanti all’asilo con il suo solito ed impeccabile savoir-faire per almeno dieci minuti, perché ha scelto la scuola circondata da vetrate e lei ha trovato l’angolo perfetto, dietro il dondolo del giardino, per spiare tutto ciò che succede senza farsi notare!
MAMMA DA PRIMO GIORNO DI SCUOLA DELL’INFANZIA
È la mamma che, questa volta, ha scelto la scuola in base al parametro della vicinanza all’ufficio o a casa propria in modo da velocizzare il tutto. È la mamma che, il giorno dopo ferragosto, porta il bimbo a scegliere il suo primo grembiulino nel negozio più costoso della città dove incontra la famosa conoscente (di cui sopra) con il proprio di figlio ad acquistare lo stesso prodotto ed è proprio in quel momento che la nostra mamma, per una sorta di rivalsa e sicura di sé, esclama: “Ehhh, ma tanto mio figlio ha frequentato il nido!”. È la mamma che, però, non ha previsto il tanto temuto effetto boomerang del “piange uno e piangono tutti” che travolge il proprio figlio a causa del pianto sfrenato del figlio della conoscente. In assenza di vetrate nel perimetro della scuola, riesce comunque a trovare una piccola finestra da cui può scorgere il movimento riconoscibile del proprio figlio nella grande massa di grembiuli tutti uguali e, quando prova ad accennare “ciao” con la mano, ecco che viene prontamente bloccata dallo sguardo fulminante della collaboratrice scolastica.
MAMMA DA PRIMO GIORNO DI SCUOLA ELEMENTARE
E’ la mamma che, pur mantenendo come parametro di scelta principale la vicinanza, ha riesumato il team di fiducia, specializzato questa volta in programmi didattici, che seleziona la maestra perfetta con la M maiuscola, grazie anche ad un investigatore privato assunto per l’occasione. La nostra mamma, ormai veterana dei primi giorni di scuola, viene catapultata nel favoloso mondo del gruppo whatsapp delle mamme dal primo Settembre, gruppo che non potrà più abbandonare per i successivi cinque anni, pena l’isolamento sociale, e che si domanderà continuamente chi abbia inserito il suo contatto sul gruppo, per poi scoprire che è stata la sua “fidata” conoscente. E’ la mamma che ci ricasca e che si rifornisce del kit scolastico nel negozio più costoso della città. E’ la mamma che nella sua carriera ha sempre mantenuto una certa fermezza nei passati primi giorni di scuola, ma che, dopo un veloce bacio sulla guancia, cede all’emozione vedendo il proprio figlio entrare a scuola da solo, senza voltarsi, con il suo enorme zaino e con la fierezza che stupisce perché, forse per la prima volta, non ha bisogno della sua mamma per affrontare questa nuova avventura.
I primi giorni di settembre sono scanditi dalla frenesia del ritorno a scuola, dal suono della campanella, dalla corsa in macchina o a piedi per accompagnare i bambini a scuola, dalle rotelle degli zaini che scorrono velocemente sul terreno, dai pianti dei piccoli che stanno scoprendo una nuova realtà e dalle parole rassicuranti delle maestre che li accompagneranno in questo lungo cammino.
Suoni, rumori e sensazioni che si trasformeranno in ricordi indelebili tanto per noi genitori quanto per i nostri figli.
Sono giorni in cui fiumi di articoli sono stati scritti sul ritorno a scuola, ma consentitemi di augurare a tutti i protagonisti di questa storia di avere, semplicemente, fiducia. Fiducia nel lavoro e nel ruolo dei docenti che, tra mille difficoltà, cercheranno di insegnare ai nostri figli nuovi strumenti per leggere e comprendere la realtà che li circonda. Fiducia nelle capacità dei nostri figli, ognuno con la propria tempistica, di apprendere e mettere in pratica queste nuove nozioni. Fiducia, anche, nella loro capacità di relazionarsi, senza filtri, con un capitale umano di bambini che, mi auguro, sia il più svariato possibile, per indole e provenienza. Fiducia nella consapevolezza che noi genitori, piano piano e un passo dietro di loro, dobbiamo accompagnare i nostri figli ad affrontare la vita da soli, sperando che con gli strumenti che avranno appreso, grazie a sconfitte cocenti e vittorie colme di genuina soddisfazione, possano rendere il nostro mondo un pochino migliore di quello che è adesso.