Da domani e fino al 15 marzo scuole chiuse in tutta Italia. I numeri del Coronavirus crescono e il Governo nazionale ha ordinato, evenienza senza precedenti, la sospensione di tutte le attività didattiche, dal nido fino all’università. Reso noto anche un decreto urgente, approvato da entrambe le camere, che prevede notevoli restrizioni nelle abitudini sociali. Scuole chiuse, partite di calcio senza pubblico negli spalti, ingressi razionati nelle case di cura e di risposo, indicazione a tenere distanza di sicurezza in qualsiasi contesto sociale e a limitare i contatti, financo la stretta di mano. Questi solo alcuni dei punti del decreto. Scelte precauzionali, prese, così ha fatto sapere il premier Conte, dopo aver consultato un comitato scientifico e atte ad arginare un virus che ha un altissimo livello di contagio.
Bimbi, cambia la loro routine
Da domani cambieranno le abitudini dei bimbi di tutta Italia. Niente scuola e grosse limitazioni anche a tutti gli eventi aggregativi. Come fare per tamponare questo stato di cose, senza che i nostri bimbi avvertano il terrore del virus e la noia del dovere stare tante ore in casa, senza amichetti? Lo abbiamo chiesto al professore Giuseppe Iacono, pediatra di lungo corso, gastroenterologo e già primario al Di Cristina di Palermo.
Come gestire la quotidianità dei nostri bimbi?
Evitare di rintanarsi dentro casa. L’uomo è un animale sociale e quindi è inevitabile l’esigenza di avere dei contatti con gli altri. Occorre prudenza. Se le scuole per precauzione sono state chiuse, non servirebbe a nulla far aggregare tanti bimbi contemporaneamente. Sí ai giochi in compagnia, ma a piccoli gruppi. Se si riesce a far giocare i piccoli all’aria aperta, ancora meglio. In caso contrario, areare le stanze, lasciare in casa una finestra aperta. I virus a contatto con l’aria si diluiscono. Occorre inoltre creare un clima di fiducia tra famiglie di amici e parenti. Fare aggregare i nostri bimbi con amichetti di cui conosciamo le famiglie, le abitudini, eventuali recenti viaggi, è in questo momento auspicabile. Se in casa vi è un familiare con i sintomi influenzali, evitare di invitare altri amichetti del nostro bimbo. Se in famiglia abbiamo parenti, che frequentiamo con assiduità, e che sono stati nelle zone a rischio, occorre essere prudenti verso noi, i nostri bimbi e la loro rete di amici. Precauzione però non significa ghettizzazione. Isolarsi ed isolare, senza motivi per farlo, è un errore.
Professore, i nostri piccoli sono al sicuro o dobbiamo temere anche per loro?
Il Covid-19 appartiene alla famiglia dei meglio conosciuti Coronavirus, ne sono noti almeno nove, dei quali abbiamo, in linea generale, sviluppato gli anticorpi. Questo tipo di Coronavirus è nuovo quindi non conosciamo i suoi comportamenti. Al momento pare essere generalmente refrattario verso la popolazione pediatrica. Sono stati registrati dei casi, noto quello della neonata di Bergamo, positiva al virus, ricoverata in terapia intensiva per polmonite, ma reattiva alle cure e autonoma nel respirare e nell’alimentarsi. Non sono stati segnalati decessi, quindi possiamo ben sperare, fermo restando che prevenire è meglio che curare. Seguiamo le famose dieci regole in prima battuta igiene delle mani, evitare i luoghi affollati e comunque i contatti con persone che presentano sintomi influenzali che sono stati nelle zone a riaschio. Stiamo attenti ai sintomi, ma non diventiamo schiavi di questi. Tosse secca e persistente, febbre e difficoltà respiratoria devono farci chiamare il pediatra, ma non si deve andare nel panico alla prima febbricola o al primo colpo di tosse Ricordiamoci che siamo ancora nel picco influenzale. Semmai facciamo attenzione a non creare psicosi nei nostri bambini.
Ci dica meglio?
I bambini ci guardano e capiscono più di quanto possiamo immaginare. Il Coronavirus è un allarme nazionale, se ne parla in tv, a scuola, in famiglia. Occorre iniziare a parlarne con serenità. Spiegarlo ai bimbi con sincerità ma senza panico, specialmente quando si tratta dei bimbi più grandicelli, che potrebbero distorcere le informazioni del web e restarne turbati. Occorre dare loro l’esempio. Se noi frequentemente andiamo a lavarci le mani loro ci imiteranno. Se evitiamo che loro si portino le mani in bocca, loro a un certo punto eviteranno. Se dovessero disattendere una delle regole igieniche anti-coronavirus, evitiamo rimproveri aspri o peggio terrorizzanti. Ingeneremmo in loro il sentimento della paura. Queste piccole norme vanno impartite come una sana routine.
Come proteggere i nostri bimbi dal Coronavirus?
Fuori di casa è bene tenere le distanze di sicurezza come indicato dall’Oms. È brutto a dirsi, ma in questo momento ci è richiesto di evitare di stare vicini gli uni con gli altri, specialmente tra sconosciuti. Evitare di frequentare chi ha in atto sintomo influenzali o ha fatto viaggi in luoghi a rischio. In casa, premesso che a livello familiare azzerare contatto fisico e coccole sarebbe quasi paradossale, dobbiamo evitare, semmai fossero d’uso, abitudini quali baciare sulle labbra i piccoli, condividere con loro le stoviglie e i bicchieri durante il pasto. Queste occorrenze andrebbero sempre evitate, adesso a maggior ragione.
Come intratterremo i nostri bimbi con le scuole chiuse?
Anzitutto voglio sottolineare che i genitori devono intendere questo momento vicino ai loro bimbi come un’opportunità e non come un limite. Nell’augurio che le istituzioni agevolino le mamme lavoratrici, l’invito è quello a condividere e condividersi con i propri bimbi. Si ai giochi in casa, alle merende a piccoli gruppi, ma ancor meglio uscire all’aria aperta tutte le volte che si può. Non è vietato andare in giro per il centro città, magari spiegando ai piccoli la bellezza e la storia del luogo in cui vivono. Si potrà anche curare meglio l’alimentazione, rendendoli partecipi del mondo “cibo”. Anzi, quando i virus sono in giro, è bene schermarli con alimentazione sana ed equilibrata, buona idratazione e stile di vita sereno. La notizia di quasi due settimane di stop scolastico è difficoltosa per molte famiglie. Sarà necessario cambiare prospettiva, anche perché non vi sono alternative, e prendere il meglio per sè e per i propri figli.