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Il mio bimbo fa ancora la pipì a letto

La dottoressa Maria Laura Chiozza, urologa ed esperta in ambito pediatrico, ci parla di un fenomeno molto diffuso

Fare la pipì a letto è un’occorrenza che riguarda molti bimbi, anche quando non sono più piccolissimi. Generalmente la cosa non deve destare preoccupazione, se peró il letto bagnato diventa un’abitudine è bene parlarne con il pediatra. In tema di enuresi abbiamo intervistato la dottoressa Maria Laura Chiozza, nota urologa pediatrica.

Perché alcuni bimbi fanno la pipì a letto anche da grandicelli?

Perché la capacità di sentire la pipì di notte, in seguito allo stimolo, alzarsi e quindi andare in bagno, è un processo molto complesso, che si acquisisce in media dopo un anno dalla capacità di avvertire lo stimolo di giorno.

Le cause dell’enuresi notturna: problema organico o psicologico?

È un problema organico dovuto a un’eccessiva produzione diurna di urina. Durante la notte può essere provocata dalla mancata stimolazione di un ormone che si chiama Avp, che è normalmente secreto dal nostro organismo durante la notte. La sua funzione è quella di riassorbire la pipì prodotta, concentrandola e riducendone il volume, così che possa stare tutta nella nostra vescica. Su dieci bambini con enuresi, presi in esame, quattro bambini  bagnano il letto una volta soltanto per notte. Questo tipo di enuresi si dice monosintomatica. Gli altri sei, oltre ad avere una grande produzione di pipì, hanno anche una vesciva molto piccola. Questo rende più grande il problema, poiché sono costretti a svuotare più volte la vescica durante la notte. Si tratta dei bambini che bagnano il letto più di una volta durante il sonno. Questo tipo di enuresi si chiama non monosintomatica.
Spesso in questi bambini la situazione resta in bilico per alcuni anni e poi, per eventi stressanti, precipita. Ciò fa pensare che l’enuresi nasca come reazione a problemi psicologici. Questa è però una distorsione del fenomeno. I bambini nascono con questo problema ed è il fatto di prenderlo sotto gamba che, con l’andar del tempo, può avere nei piccoli dei risvolti psicologici.

Enuresi: a quali segnali deve stare attento un genitore?

Se dopo i cinque anni un bambino continuare a bagnare il letto va portato dal pediatra. A maggior ragione se esiste familiarità con il problema.

Quando e se preoccuparsi?

Se si nota che la situazione non tende a una risoluzione nel tempo, anzi si inchioda e peggiora.

Le soluzioni dell’enuresi?

Il trattamento è basato sul tipo di enuresi e prevede modifiche del comportamento alimentare con un aumento rigoroso dei liquidi introdotti durante il giorno che devono raggiungere almeno 1,5 lt dalle 8 del mattino fino a massimo due ore prima di andare a dormire. L’introito di acqua a basso contenuto di calcio nel pomeriggio e la limitazione di cibi ricchi di calcio e sodio alla sera sono tra le altre raccomandazioni di trattamento. Si può passare poi, qualora lo specialista lo ritenga opportuno, alla terapia con desmopressina sottolinguale alla sera per concentrare e ridurre il volume della pipì. Nel caso ci sia una vescica piccola, a questa terapia farmacologica, si potrebbe aggiungere una terapia chirurgica della vescica.

L’enuresi pediatrica può avere strascichi anche nella vita adulta?

É molto importante dire che le terapie sopra indicate sono risolutive. L’80% delle persone che hano avuto enuresi durante l’adolescenza hanno risolto il problema in maniera spontanea e quindi senza cure. Pur tuttavia, i dati statistici rivelano che chi ha sofferto di enuresi nell’adolescenza, corre il rischio di diventare incontinente dopo i 65 anni.

Fino a che età la pipí a letto può essere considerata un’occorrenza normale?

Fino ai cinque anni. Dopodiché è opportuno rivolgersi al pediatra, che saprà dare le giuste indicazioni ai genitori. É importante, come per qualsiasi percorso medico, l’affrontarlo con serenità, senza drammatizzare ed evitando di trasmettere ansie ai piccini.

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