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Il figlio prediletto, esiste o è solo un luogo comune?

La psicologa spiega un dilemma vecchio quanto il mondo. Il consiglio: bisogna sapere sciogliere il vincolo.

I genitori negano, ma il figlio non prediletto batte i pugni, pronto a giurare che il fratello ha avuto di più, non solo in amore e attenzioni, ma anche in termini materiali.

“Lui ha avuto vita facile. Da adolescente il motorino, a me nulla, le più belle feste di compleanno, zero per me, quindi gli studi in un’Università prestigiosa, io mi sono dovuto ‘accontentare’ della Statale, nella mia città. Per concludere a mio fratello hanno anche spianato le strade del lavoro, cedendogli il posto di papà nell’attività commerciale di famiglia. Io niente, solo qualche briciola. Ciononostante i miei negano l’evidenza e parlano di equità, rendendo insopportabile una ferita profonda, che non guarisce malgrado i miei successi professionali, conquistati con la sola forza delle mie braccia.”

L’idea che tra diversi figli uno possa essere prediletto, a parere di psicologa, è verosimile?

Come dimostra la letteratura recente questa è un’evenienza sempre più plausibile.

Lo sostiene la psicologa americana Ellen Weber Libby nel suo ultimo libro “The favorite Child”, ne parla Catherine Sellenet nel suo “L’enfant préféré, chance ou fardeau ?”, lo propongono anche numerosi dibattiti italiani che focalizzano maggiormente l’attenzione sulle ultime ricerche internazionali.
Quindi parliamo di una realtà pseudo condivisa.

In che senso?

Spesso, quando questa preferenza esiste, il genitore tende a negarla, e questo è un dato che emerge in tutte le interviste, ma la statistica cambia quando questa viene svolta in forma anonima.
Con tale modalità, in uno studio dell’Università della California, condotto su 384 famiglie (768 genitori) con 2 figli nati a una distanza massima di 4 anni l’uno dall’altro, il 70% delle madri e il 74% dei padri ha ammesso di avere un figlio favorito.

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Quali sono le dinamiche che fanno scattare la predilezione per un figlio?

Le dinamiche legate ala preferenza di un figlio rispetto ad un altro sono estremamente complesse, e spesso rimandano a situazioni emotive implicite che attraversano il tempo. Per spiegarle, ed eventualmente gestirle, è consigliabile affrontare il tema in una sede adatta. Alla base può esserci il timore che il figlio più fragile non possa farcela da solo. Da lì la predilezione è inconsapevolmente l’innescare fragilità emotiva nell’altro figlio. A volte invece si diventa figli prediletti per un senso di colpa dei genitori: capita ai figli prematuri, la mamma si sente inconsciamente in colpa di averlo fatto nascere prima e tende a rimediare.
Ciò che, invece è bene sottolineare, è che bisogna infrangere questo tabu, oltrepassando i sensi di colpa che la preferenza, potrebbe innescare nel genitore e prenderne consapevolezza per neutralizzare gli effetti negativi che, a volte, i favoritismi potrebbero scatenare.

Certe nonne, mamme di molti figli, dicevano sempre che un posto speciale era riservato al cosiddetto “figliuol prodigo”, ossia il figlio più problematico. Perché succede questo?

Questa bella parabola, detta anche del Padre Misericordioso, ci rimanda, appunto all’amore genitoriale, diverso per tutti i figli, ma sempre attento, nei vari momenti della vita, ai bisogni reali che ognuno di essi esprime. Competentemente, non si ama un figlio più di un altro, semplicemente si ama in maniera diversa. Per cui può succedere che in un determinato periodo occorra sostenere maggiormente un figlio, rispetto ad un altro, donandogli un contenimento più ampio. I genitori più competenti, riescono ad alternare questi periodi e a non cristallizzare nei figli la percezione legata alla preferenza.

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Questa percezione è sempre reale?

Tempo fa una nostra lettrice scriveva di aver sofferto molto per essersi sempre sentita la figlia di serie b. A volte, l’immagine del figlio prediletto può essere solo un costrutto nella mente del figlio stesso?

Si, anche questo potrebbe succedere, specialmente quando non si è in grado di interpretare correttamente i dati di realtà. Ma è un evenienza che al genitore non dovrebbe sfuggire. In tal caso occorrerebbe correggere nell’immediato questa visione disfunzionale, per non creare sofferenze motive gratuite.

Che consigli possiamo dare ai genitori che vogliano affrontare queste delicate dinamiche?

Innanzitutto non devono mai negare l’esistenza della la preferenza, poi sarà bene anche cercare di capire perché si tende a preferire un figlio rispetto ad un altro, domandarsi quale sia la causa ma, soprattutto, quali sono gli effetti che tale comportamento supporta, nella vita sia del figlio prediletto che negli altri figli. Anche nei casi in cui la predilezione inizia come salvaguardia alle fragilità non bisogna mai perdere di vista che uno degli compiti più importanti che il genitore deve porsi è senz’altro l’agevolazione dello svincolo sia fisico che emotivo del figlio.

Quindi può capitare che dei genitori prediligano un figlio solo perché vogliono proteggerlo?
Certamente, basti ricordare che, qualsiasi possa essere il motivo, è necessario sempre rendere tutto ciò consapevole e cercare, in tutti i modi, di spezzare questo vincolo, che sicuramente danneggerà tutte le dinamiche familiari.

 

6 risposte

  1. Io ho solo una figlia e ho paura di avere altri figli proprio perché non vorrei mai fare preferenze… Da figlia però ammetto di avere dei genitori che non hanno mai manifestato la loro preferenza (semmai ne abbiano avuta una). Ad ogni modo credo che i figli si amino tutti allo stesso modo ma esiste il figlio con cui si va maggiormente d’accordo per via di caratteri più simili. Mio padre ad esempio va più d’accordo con mia sorella e io vado più d’accordo con mia madre ma non ho mai avuto la percezione che mio padre ami più mia sorella o che mia madre ami più me. Credo però che le emozioni che si provino con il primo figlio non si possano più provare con gli altri perché con il primo figlio nasce anche una mamma.

    1. Cara Daniela, il figlio prediletto può esistere, ma non è detto che sia presente in ogni famiglia.
      L’aspetto imortante è, che qualora si verifichi questa situazione, il genitore sia serenamente in grado di riconoscerla.
      Per quanto riguarda le emozioni che si provano con il primo…be’, sicuramente sono diverse da quelle che si possono provare con il secondo, il terzo….ma non per questo meno intense!

  2. Vero, è possibile e se accade rovina davvero tanto il clima in famiglia. Non è capitato a me per fortuna, ma a mio marito, è tutto questo ha tuttora conseguenze nelle nostre vite attuali. Bisogna fare molta attenzione

    1. Ciao Carola, sì, bisogna fare veramente tanta attenzione.
      Le dinamiche emotive che potrebbero innescarsi, sia nella vita del prediletto che negli altri fratelli, o componenti del nucleo famiare, rischiano di generare un legame disfunzionale.
      Ecco perchè, anche se non è una colpa avere delle preferenze bisogna assolutamente rendersene conto ed affrontare la situazione.

  3. Io dico sempre alla mia mamma che mio fratello è il figlio prediletto ma in realtà so che non è così..i miei genitori sono sempre stati presenti con entrambi e poi ci sono quei momenti nella vita in cui un figlio/a attraversa dei momenti difficili e allora ci sta che un genitore si dedichi più a lui e ciò non significa che lo predilige rispetto all’altro figlio..

    1. Certo Valeria, è proprio così. Il genitore competente deve riuscire a comprendere i bisogni reali del figlio e rispondere in maniera adeguata. Non sempre è facile, ma si può fare!

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