Il Covid non è più un problema? A giudicare dal diminuito interesse mediatico, dai bollettini resi noti una volta a settimana e dal (quasi) definitivo allentamento delle restrizioni, sembrerebbe proprio così.
Smorzati titoloni sui giornali e la costante presenza nei talk show, si può stare tranquilli?
In Sicilia, negli ultimi quindici giorni, i nuovi positivi al Covid sono diminuiti di circa il 7% rispetto alle settimane precedenti, con un’incidenza di 163 contagiati ogni 100.000 abitanti.
Anche le nuove ospedalizzazioni sono diminuite. Più della metà dei pazienti in ospedale nella settimana in esame – risulta nel bollettino settimanale – sono soggetti non vaccinati. I più a rischio restano gli over 80 e i pazienti fragili
I dati relativi alla campagna vaccinale, che fanno riferimento alla settimana dal 3 al 9 novembre vedono la fascia 5-11 anni di vaccinati con almeno una dose, che si attestano al 25,08% del target regionale. Hanno completato il ciclo primario 66.487 bambini, pari al 21,14%. Gli over 12 vaccinati con almeno una dose si attestano al 90,84%, mentre ha completato il ciclo primario di vaccinazione l’89,49% del target regionale. I vaccinati con terza dose sono 2.768.094 pari al 72,35% degli aventi diritto.
Abbiamo chiesto lumi sulla situazione Covid al professore Antonio Cascio, infettivologo e primario al Policlinico di Palermo.
Professore Cascio possiamo definitivamente allontanare la paura del Covid?
L’approccio della paura, peggio del terrore, non è mai auspicabile in alcuna condizione. Anche nei periodi peggiori della pandemia, ribadivo che serviva un approccio sano e mai ansiogeno. A maggior ragione oggi, che il Covid è decisamente differente rispetto all’inizio della pandemia.
É quindi d’accordo con l’allentamento ormai totale delle restrizioni?
Assolutamente sì. Ho sempre avuto un approccio poco integralista, anche in periodi pandemici molto difficili. Oggi possiamo iniziare a tirare un sospiro di sollievo, i vaccini hanno fatto una parte molto importante, il virus mutando si è rabbonito e ad oggi somiglia a un’influenza. Ovvio che non si possa fare di tutta l’erba un fascio. È un virus che, a livello originario, ha causato sintomi importanti a livello respiratorio, sistemico, neurologico, di coagulazione del sangue. Seppure raramente, ancora oggi e in determinati soggetti, osserviamo qualche complicazione da Covid: polminiti, eventi trombotici, disordini metabolici. La situazione è nettamente più rosea rispetto ai tempi scorsi, fermo restando che vi possono essere casi Covid più complicati, anche oggigiorno.
No alla mascherina, è d’accordo?
Lo sono perché respirare senza ostacoli, entrare in contatto con il mondo esterno, che è fatto di aria pura, ma anche di virus circolanti, è nella legge naturale delle cose. L’uso delle mascherine ha fatto sì che il sistema immunitario di grandi e piccini si indebolisse, non a caso anche i comuni raffreddori, negli ultimi due anni, possono essere stati più impattanti del solito. Occorre fare lavorare il nostro sistema immunitario a vantaggio della nostra salute. Ovviamente di fronte a soggetti anziani e compromessi, la prudenza è un atto di rispetto. Quindi, se è il caso, per proteggere gli altri usiamo i dpi.
Cosa pensa dell’eliminazione dell’obbligo vaccinale anche per i medici?
Allo stato attuale sono d’accordo e consiglio la quarta dose, da farsi contestualmente con il vaccino antinfluenzale, agli over 60 e ai soggetti fragili. I medici non vaccinati sono una minoranza ed a patto che non lavorino in ambienti oncologici o dove vi sono pazienti immunocompromessi, non vedo gravi controindicazioni neppure per il loro operato.
Possiamo proiettarci ai mesi invernali con serenità o dobbiamo temere altre ondate pericolose?
Noi medici non abbiamo la sfera di cristallo, ma l’andamento che ha preso il virus ci fa ben sperare.