Al nord Italia moltissime famiglie si ritrovano d’improvviso dentro uno stato di allerta. Scuole, ludoteche, palestre e chiese chiuse, stop assoluto a eventi aggregativi. In taluni casi, come nei dieci comuni lombardi epicentro del contagio Coronavirus, vige la regola della quarantena.
Un allarme, che sembrava lontano anni luce da noi, è diventato in Italia un fatto concreto.
Abbiamo intervistato una delle firme di punta di A tutta Mamma, la biologa e nutrizionista Francesca Conti, che vive a Reggio Emilia, un’altra delle città colpite dall’allerta Covid-19. In Emilia Romangna sono nove i casi certificati: sette a Piacenza e due a Parma, parrebbe tutti contagi riconducibili al focolaio lombardo. Due sospetti a Reggio Emilia, che però sono risultati, dopo il test, due falsi allarme. Francesca, oltre ad essere un’esperta nel campo della biologia e della nutrizione, è anche insegnante, moglie e mamma di due bimbi di sei e quattro anni.
Francesca, chi l’avrebbe mai detto che ti avrei intervistato sul tema Coronavirus. Cosa sta succedendo in Emilia Romagna?
É vero, solitamente ci sentiamo per parlare di cose più frivole, per confrontarci sui malanni dei bimbi o per concordare qualche articolo. Mai avrei pensato che avremmo parlato di rischio Coronavirus. Non è un caso se dico rischio, perché allo stato attuale, a parte due casi sospetti, dichiarati negativi, a Reggio non ci sono ancora evidenze franche di Coronavirus. Dal momento che l’Emilia Romagna però è stata colpita dal virus, sono partite le precauzioni.
sei mamma ed anche insegnante. Come commenti l’ordinanza di chiusura di scuole e di tante altre attività aggregative?
Ti dico che ieri pomeriggio, nonostante tutto, ho portato i miei figli in centro, all’aria aperta e cercando di evitare le zone di calca. Loro ci tenevano tanto a sfoggiare i loro costumi da cavalieri medievali. Mentre eravamo in giro mi è arrivato il messaggio nella chat della scuola, che avvisava dell’ordinanza regionale di sospensione delle attività didattiche per una settimana. É una scelta che approvo in pieno, proprio perché meno siamo in giro e meno rischio c’è di propagazione del virus. É vero che per i genitori che non lavorano nel comparto scuola questa ordinanza può creare problemi, ma sono del parere che meglio prevenire che curare.
Anche tuo marito è insegnante. Come vivrete questi giorni in cui la routine, soprattutto quella dei bimbi, sarà forzatamente modificata?
Staremo tutti insieme in una sorta di vacanza forzata. Ovviamente a una donna, a una mamma il da fare non manca mai, sopratutto se nella vita di sempre sei una lavoratrice a tempo pieno. Io avrò parecchio lavoro casalingo da smaltire. Per quanto riguarda i bimbi li porteremo il più possibile all’aria aperta, nei parchi. Eviteremo assolutamente i centri commerciali, i negozi, in generale i luoghi chiusi, del resto l’ordinanza è stata emessa per questo.
Come spieghi ai tuoi bambini questa strana situazione?
I miei bimbi, seppur per sommi capi, hanno consapevolezza di quanto sta accadendo. Ho spiegato loro che c’è un virus nuovo, che gira tanto, che dà un brutto raffreddore e che se riusciamo ad evitarlo è meglio. Loro sono dei grandi appassionati del cartone “Siamo fatti così” e quindi, a modo loro, immaginano la situazione. Ovviamente sono molto sereni. L’unica preoccupazione che manifestano è il non poter andare a scuola per una settimana. Vivono bene la scuola ed a casa si annoiano.
avete paura o riuscite a vivere serenamente la quotidianità?
Al momento siamo abbastanza tranquilli. Ovvio che il pensiero c’è, ma non ci lasciamo rovinare le giornate. Penso anche che se le misure preventive fossero state un po’ più serie forse non ci troveremmo ad essere il terzo paese del mondo con il maggior numero dei contagiati. Ho saputo che qui molta gente ha assalito i supermercati al punto da lasciare gli scaffali vuoti e i banchi frigo semi deserti. Noi ieri mattina siamo andati a fare spesa, ma solo per normale routine. Non ho notato situazioni di particolare panico, sebbene l’ordinanza sia arrivata qualche ora dopo. Un’ordinanza che peraltro non riguarda solo le scuole ma anche le palestre, le piscine, i musei e in generale le attività ludico-ricreative. Da quel momento suppongo sia iniziato il panico.
Oltre che insegnante sei un’esperta di biologia, secondo le tue competenze, cosa pensi di questo virus?
Si, sono sopratutto una biologa e sinceramente non ho un pensiero molto positivo. Secondo me, e spero di sbagliarmi, siamo ancora all’inizio della trasmissione del virus. Purtroppo certi virus hanno una contagiosità elevata ed anche se il Covid-19 pare non avere particolari effetti nella fascia pediatrica, colpendo maggiormente anziani e soggetti immuno-compromessi, è comunque un virus nuovo, che non conosciamo e per il quale non esiste cura specifica. È vero che buona parte dei contagiati guarisce e quindi non bisogna creare allarmismi o condizioni di disagio, però credo che non si debba assolutamente sottovalutare la situazione Seguire le regole igieniche emanate dall’Istituto superiore di Sanità, evitare i posti affollati e sperare che questa settimana di semi-blocco serva veramente a contenere la situazione e a far regredire la trasmissione del Coronavirus.
Grazie Francesca