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Home » I pediatri devono visitare un bimbo con sintomi sospetti Covid?

I pediatri devono visitare un bimbo con sintomi sospetti Covid?

  • Maristella Panepinto
  • Settembre 16, 2021
  • Coronavirus

É la domanda che si pongono molti genitori soprattutto da quando si è tornati a scuola. Ecco il parere dell’esperto

La Sicilia torna a scuola e la riapertura coincide con il calo dei contagi. Buon segno, anche secondo gli esperti, poiché è inevitabile che in questi giorni aumenterà il movimento di persone. La curva epidemiologica nell’Isola procede con la sua fase di discesa e nelle ultime 24 ore si é scesi sotto i 500 casi giornalieri verificati. Non succedeva da luglio.  Il nodo scuole resta però aperto. Potrebbero aumentare i contagi? Cosa fare quando ci sono sintomi sospetti? I pediatri sono tenuti a visitare i bambini se si presentano sintomi sintomi di raffreddore o mal di gola? Molti genitori lamentano il fatto che i pediatri di libera scelta, di fronte anche a un solo sintomo sospetto, spediscano i piccoli a fare il tampone o peggio al Pronto Soccorso. Abbiamo chiesto un parere al professore Antonio Cascio, infettivologo e primario al Policlinico di Palermo.

Professore, si torna a scuola. Aumenterà il rischio contagio?

Sono ottimista e mi auguro che non sarà così. Lo scorso anno la scuola non ha rappresentato la causa di particolari focolai. Occorre tracciare, circoscrivere eventuali casi e fare i tamponi salivari a campione anche nei bimbi più piccoli. Docenti e personale scolastico devono seguire alla lettera tutte le norme anti Covid, in prima battuta la vaccinazione.

I genitori lamentano il fatto che molti pediatri di libera scelta non visitino i piccoli anche di fronte a un semplice mal di gola, che ne pensa?

Ci vuole buon senso. Un pediatra non deve venire meno al suo compito, tanto più che oggi sarà sicuramente un medico vaccinato e sarà dotato di tutti i dispositivi di protezione individuale previsti. Il consiglio che posso dare ai colleghi pediatri é quello di munirsi di tamponi salivari, ai quali sottoporre i pazientini con sintomi sospetti. Di programmare le visite “sospette” a fine giornate ma sicuramente di non evitare la consulenza.  I bimbi vanno assistiti, perché dietro un mal di gola può esserci una banale fariginte che va però curata, dietro un raffreddore può esserci un’infezione che non ha nulla da spartire con il Covid. In tutti i casi occorre il parere del medico. Spedire incondizionatamente i bimbi al Pronto soccorso di fronte a un qualsiasi sintomo che possa fare pensare al Covid non va fatto: vuoi per non intasare i punti di primo accesso ospedalieri, vuoi per evitare di esporre i piccoli a ulteriori rischi di contagio.

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Cosa consiglia invece ai genitori?

Di essere responsabili. Il Covid spesso non si prende a scuola ma a scuola lo si porta. Quindi comportamenti consoni da parte dei genitori, che in primo luogo devono vaccinarsi e devono tutelare in tutti i modi i loro bambini. Se i genitori da un lato chiedono legittimamente  assistenza ai pediatri, sempre i genitori devono avere scrupolo. Se mio figlio ha tosse, febbre e malessere generale evito di fiondarmi in uno studio medico. Contatto il dottore, illustro i sintomi e seguo le indicazioni. Occorre sapere leggere i sintomi dei nostri bimbi, ricordare eventuali situazioni a rischio e parlarne a cuore aperto con il medico. L’anno scolastico decollerà al meglio se ciascuno farà la propria parte: genitori, scuola e medici ed anche i bimbi, che se ben guidati sanno rispettare meglio di tutti le regole.

 

Ps: In merito alla questione delle visite dei pediatri di libera scelta ai bimbi con sintomi sospetti, il mese scorso, il Moige, Movimento italiano genitori, ha redatto un’istanza all’indirizzo della Federazione italiana dei pediatri, specificando la necessità che questi visitino i pazienti. Questa la replica della Fimp.

“I circa 7mila pediatri di famiglia italiani hanno da sempre l’obiettivo di tutelare il diritto alla salute dei minori e la stragrande maggioranza di loro ha continuato a lavorare incessantemente nei propri studi nel corso di tutta la pandemia”, dicono il vice presidente nazionale Fimp Antonio D’Avino e la segretatia regionale Giannamaria Vallefuoco. E chiariscono: “Si sono usati consulti a distanza solo in alcuni casi selezionati e in specifiche condizioni cliniche. La volontà dei pediatri è di proseguire l’assistenza dei bimbi italiani in presenza, come durante quest’anno e mezzo, ma è importante farlo in sicurezza. Il ministero della Salute ha indicato con precisione quali sono i sintomi più comuni del Covid e ha specificato che il tampone rino-fairngeo è il solo test diagnostico che consente di escludere o confermare l’infezione”. E i medici dei minoriconcludono: “Serve la massima collaborazione e comprensione da parte dei genitori, affinché vengano evitate possibili e pericolose esposizioni al Covid nelle sale d’attesa. Le regole esistono non per un capriccio dei pediatri, ma per tutelare i molti bambini estremamente fragili che potrebbero pagare a carissimo prezzo un contagio da Covid”.

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Maristella Panepinto

Maristella Panepinto

Sono Maristella, mamma, moglie e giornalista professionista. Da piccola volevo diventare Jo March di Piccole donne. Lavoro nel mondo del giornalismo da quando avevo 18 anni. La scrittura è una passione cresciuta con me e che oggi coniugo con il “mestiere” di mamma. Amo i posti alti, viaggiare, leggere, i film di Verdone, i libri di Gabo ed i cani, su tutti le mie due labrador Dafne e Palù. Ho da tempo 25 anni periodici.
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