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I genitori che hanno paura di tutto? Rischiano di far crescere figli ansiogeni

Le fobie dei genitori possono avere gravi conseguenze sulla psiche dei figli. Superarle però non è impossibile

Fare il genitore è il mestiere più difficile del mondo. Così recita un detto vecchio quanto il mondo. Una volta diventati genitori, talvolta, ci si ritrova ad agire e a a pensare come non si sarebbe mai immaginato prima. Nel tumulto delle sensazioni, a volte, prende piede la paura. Il nuovo arrivato è un esserino indifeso, che dipende in tutto e per tutto da mamma e papà. Un iniziale istinto a volerlo proteggere da tutto e tutti è fisiologico. Quando l’istinto a preservare il proprio bambino da qualsiasi occorrenza potenzialmente pericolosa diventa pressante, sfiorando la fobia, vuol dire che c’è qualcosa che non sta andando per come deve. I figli, sempre a voler seguire un vecchio detto, ce li dà in prestito il mondo, che li rivorrà indietro (prima o poi). L’eccesso di protezione (quando diventa fobia, blocco dei naturali desideri del piccolo) non fa bene nè ai genitori e meno che meno ai figli, che rischiano di diventare adulti ansiogeni. Ne abbiamo parlato con la psicologa Valeria Augello.

Dottoressa, i genitori iperprotettivi sono sempre esistiti

Cosa li spinge a un atteggiamento di protezione da (inverosimili) costanti minacce al loro piccolo da parte di cose e/o persone?

Veramente difficile il mestiere del buon genitore, anche perché come sottolineato più volte, scherzosamente, non esiste un manuale di riferimento.
Bowlby, padre della cosiddetta Teoria dell’Attaccamento Infantile, identificava il ruolo del buon genitore nella capacità di saper favorire l’esplorazione dell’ambiente, prima esterno e poi interno.
Con comparsa della deambulazione autonoma il bambino inizia a sperimentare la prima forma di una autonomia, che lo porta a staccarsi fisicamente e volontariamente dalla figura di accudimento, cioè dalla mamma e dal papà. Inizia la prima delicata fase in cui è necessario trovare un equilibrio tra permissività ed apprensione. È bene non ostacolare i tentativi di esplorazione dell’ambiente del proprio figlio, e cercare di restar sempre disponibili per un aiuto e/o un tranquillo rifornimento affettivo quando il bambino avvertirà la necessità di riavvicinamento.
Spesso, purtroppo, la tendenza dei genitori è quella di sostituirsi al figlio, evitandogli così di fare esperienze reputate pericolose. Accade soprattutto in genitori ansiosi, più preoccupati ai pericoli che orientati a ciò che realmente, in quel momento, è emotivamente importante per il loro piccolo.

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Nella coppia, i genitori apprensivi si bilanciano o rischiano di entrare in un vicolo cieco?

Teoricamente la natura ha creato due genitori, nella speranza di un perfetto bilanciamento, ma nella pratica non sempre è così. Parliamo di stile genitoriale, proprio per indicare l’insieme congiunto dei comportamenti e dei riferimenti offerti al bambino. Su di essi il piccolo costruirà le basi della sua personalità. Nasce confusione anche quando si viene esposti a modelli diversi, quindi, cari genitori, fate attenzione.

Perché alcuni genitori eccedono nella protezione dei loro piccoli, cadendo nell’ansia?

Sicuramente si parte dalla voglia di preservare il piccolo da tutte le possibili situazioni spiacevoli, ma alla base di una immotivata iperprotettività c’è sempre la visione distorta e disfunzionale di un mondo vissuto come totalmente minaccioso, quindi l’espressione di un proprio disagio emotivo.

Quali le possibili conseguenze dell’iperprotettività?

L’iperprotettività minaccia lo spazio di autonomia del bambino perchè viene vissuta come disconoscimento delle proprie capacità. A lungo termine le conseguenze potrebbero essere ben più gravi e sfociare in disturbi d’ansia del piccolo.

Come può un genitore controllare le paure in eccesso?

Prima di controllare le paure in eccesso bisogna rendersi conto della loro irrazionalità, e questo può avvenire principalmente attraverso il confronto. Un ruolo fondamentale hanno le insegnanti che, solitamente possiedono la capacità di individuare situazioni tipiche, già all’interno della scuola dell’infanzia, e di arginarle appunto favorendo relazioni tra pari e tra i genitori. Nei casi più resistenti è consigliabile richiede un intervento psicologico. In questo caso il lavoro dovrebbe proporre cambiamenti radicali nei tre soggetti coinvolti. Bisognerebbe guidare il bambino alla scoperta delle proprie capacità, mentre per entrambi i genitori occorrerebbe un training specifico sulla gestione della propria ansia.

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