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Giornalisti tra i banchi: quando il cibo diventa una prigione

Gli studenti del liceo Regina Margherita di Palermo, capitanati dalla prof. Rosaria Cascio, affrontano oggi il delicato tema dei disordini alimentari

Cibo come necessità o cibo come disturbo?

Bella domanda.
Il cibo è alla base della nostra vita, lo sappiamo bene. Senza nutrimento non potremmo sopravvivere. Sappiamo altrettanto bene, però, che ogni individuo, ha un fabbisogno personale che dipende dalle sue caratteristiche. Grazie alla soddisfazione dei suoi bisogni, potrà vivere bene e svolgere le attività della vita quotidiana.
Per ogni persona, dunque, l’alimentazione è l’elemento fondamentale che, insieme ad altri fattori, determina anche la salute del suo stato mentale e psicologico.
Questa considerazione vale per tutti e, in special modo, per l’adolescente che si trova in una fase delicata della sua esistenza per la condizione di essere in un delicatissimo stato di crescita. Cosa succede? Ogni adolescente, vive dei periodi di grandi conflitti psicologici con se stesso e, spesso, questi hanno a che fare con una serie di insicurezze e preoccupazioni verso il proprio corpo.
Queste insicurezze, spesso, trovano una via di sfogo…. nel cibo.

LA MIA ESPERIENZA CON IL CIBO

Per molti anni ho sfogato la mia frustrazione e il mio malessere sul cibo, vedendo in esso un’ancora di salvezza ed un posto sicuro in cui rifugiarmi.
Nessun alimento, in particolare, faceva la differenza, niente era catalogato nella solita tabella mentale “mi piace/non mi piace”. Tutto era commestibile, ai miei occhi.
Crescendo, notavo il mio corpo cambiare e, nonostante non mi facesse piacere vedermi in quel modo, andavo avanti, mangiando tanto e ignorando i continui richiami di mia madre.
La circostanza più brutta di quel periodo era il fatidico momento delle uscite: cercavo dei vestiti, che nascondessero al meglio le mie forme pronunciate ma, nonostante la ricerca, mi sentivo grassa, brutta ed insignificante!
Cercavo di promettere a me stessa e alle persone che mi circondavano che sarei stata determinata nell’iniziare quel cammino corretto, che mi avrebbe condotto ad avere un’ alimentazione sana. Ci provavo, mi ripromettevo di riuscirci, mi impegnavo a farlo ma tutto rimaneva soltanto nelle intenzioni. L’impegno, puntualmente, non si verificava.

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Mangiare per noia

Spesso, la noia mi portava a mangiare, non era più un bisogno ma una vera e propria dipendenza.
Temevo la prova costume, sentivo gli sguardi addosso della gente, i loro pensieri negativi nei miei confronti, ammiravo le mie amiche per il loro fisico e la loro determinazione nell’evitare il cibo “spazzatura”.
Ma continuavo a sbagliare.
Ero diventata succube del cibo.

LA SVOLTA: CAMBIARE VITA

Improvvisamente, un giorno come tanti, mi sono armata di coraggio, di determinazione ed ho deciso di voler cambiare stile di vita, per il bene di me stessa!
Volevo essere fiera di me, desideravo ammirarmi e trovarmi bella senza dovermi sentire osservata o giudicata da terze persone.
Forse ero arrivata davvero al punto di non ritorno. Non mi piacevo più.
Così ho parlato alla mia famiglia del mio disagio, del fatto di sentirmi sempre inferiore a chi mi stava intorno.
Ho trovato subito complicità in ognuno dei miei familiari. In breve, infatti, abbiamo individuato una nutrizionista e con lei ho cominciato un nuovo percorso. Non solo di alimentazione ma, soprattutto, di vita!

L’IMPORTANZA DELLA FAMIGLIA

Il pilastro fondamentale che mi ha sorretto nella decisione di questo mio cambiamento drastico è stata mia madre che, felice della mia presa di coscienza, mi ha accompagnata per tutto il mio cammino. Veniva con me ad ogni visita, gioendo con me e per me anche del più piccolo dei risultati.
Per me ha inventato ricette succulente e deliziose, utilizzando gli stessi ingredienti che, fino a qualche tempo prima, detestavo già al primo sguardo. Li guardavo con occhi diversi.
Mangiavo tanto, ma nel modo più sano possibile.
Passavano i mesi e vedevo il mio corpo trasformarsi, la gente si complimentava per i risultati ed io ne andavo fiera.
I vestiti, la prova costume non erano più una paura, il CIBO non era più il mio nemico.
Finalmente sorridevo davanti alla mia immagine riflessa sullo specchio, al mio corpo che guardavo davanti a me e tutto ciò non mi faceva più paura.

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SII FIERA DI TE STESSA

Ad oggi posso dire, finalmente, di sentirmi orgogliosa di me stessa. Mi sento più forte, più sicura, più disposta a vivere in prima persona la mia vita. La mia autostima è cresciuta tantissimo e so, finalmente, che non dovrò avere più alcuna paura ad affrontare anche le future sfide che incontrerò nella mia vita.

CONSIGLI DA DARE per superare i problemi con il cibo

Un consiglio che voglio dare a coloro che soffrono di questo tipo di dipendenza è di farsi forza, concentrare la propria volontà ed orientare le frustrazioni nello sport, nello studio e nella vita reale.
Non nascondetevi, uscite alla luce del sole, mostratevi con le vostre fragilità! Nessuno in questo mondo nasce invincibile, sono proprio i vostri difetti, le vostre paure che vi porteranno a consolidare la vostra personalità, rendendovi unici e speciali, perché c’è sempre una via d’uscita, quel fascio di luce che può portarti verso un futuro migliore… la vera felicità!

MARTA VARVARA’ 2E

 

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