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Giornalisti tra i banchi: io giovane psicologa, che ho dovuto lasciare l’Italia

Torna la rubrica a cura degli studenti del liceo Regina Margherita, capitanati dalla prof. Rosaria Cascio

Oggigiorno è sempre più frequente la necessità di rinunciare alla propria patria per un futuro migliore all’estero perchè molti ragazzi, concludendo gli studi superiori o universitari, non hanno modo di realizzare i loro progetti e le ispirazioni lavorative dopo tanti sacrifici per lo studio..

Nell’anno 2016, l’Istat ha registrato alcuni dati statistici che rivelano il numero maggiore di emigranti giovani italiani, soprattutto in paesi nord Europei:
•GB= 24.788 emigrati italiani
•Germania= 18.933
•Svizzera= 11.388
•Francia= 2.083

La fuga dei giovani all’estero

A causa delle scarse opportunità lavorative, l’assenza di contratti a tempo indeterminato e le sempre più frequenti proposte di mansioni in nero, i giovani italiani sono costretti ad emigrare, perché qui in Italia non hanno certamente modo di avere garantite le opportunità di costruirsi una propria vita autonoma e una famiglia.
Intanto aumentano le registrazioni di italiani all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) e, con questo, il fallimento delle speranze della nuova generazione italiana.
Nel nord Europa l’economia, la democrazia e la sicurezza sono condizioni notevolmente migliori rispetto alle nostre; in sostanza, questi paesi nordici offrono molto dal punto di vista delle agevolazioni fiscali e, contemporaneamente, fanno maggiori garanzie contrattuali e un’altra infinità di sostegni per i cittadini.
Ogni famiglia, soprattutto se vive al Sud, ha una storia da raccontare ed anche a me è capitato di averne una. Vi invito a leggerne il racconto: è una storia reale vissuta che ho vissuto in prima persona.

La laurea e i sogni

“Tutto è iniziato il 28 aprile del 2010, il giorno in cui presi la laurea in psicologia. Ero molto felice, pensavo che con quella laurea in tasca avrei potuto conquistare la mansione di psicoterapeuta ma non è stato così. Ho cercato lavoro in vari studi medici, ho inviato diversi curriculum. Niente, nessuna risposta, nessuno aveva esigenza, e così è stato l’anno successivo, ed il successivo ancora, fin quando, nel 2013, non ho deciso di emigrare.

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La decisione di “emigrare”

Sono stata quasi costretta all’espatrio, ho sudato tanto per prendere quella benedetta laurea!
Quanti pomeriggi dedicati a studiare su quella scrivania, per poi non avere la soddisfazione che speravo e pensavo di meritare. Mi sono sentita cacciata dalla mia amata terra, obbligata a mollare i miei famigliari.
Adesso mi ritrovo in un posto che sicuramente non mi appartiene ma che mi sta offrendo tutto quello di cui necessitavo. Adesso sono una donna in carriera, svolgo il lavoro di psicoterapeuta e sono felice.
A volte, mentre girovago per le strade di Gelsenkirchen, località tedesca dove attualmente risiedo, provo ad immaginare con la mente l’idea di camminare sul suolo italiano, nel mio amato territorio siculo. Poi sospendo la mia fantasia, dischiudo gli occhi ed è finito il magico momento. Mi vien da piangere, a volte penso di quanti bei momenti resto priva di vivere in unione con la mia famiglia. La vita qui è abbastanza dispendiosa , di tanto in tanto i miei genitori mi spediscono cibo tipicamente siciliano come la salsa di datterini della nonna, la pasta fresca e pure una leccornia per me indispensabile, di cui non potrei fare assolutamente a meno: il mio adorato pistacchio di Bronte! Avendo questo in dispensa, quasi quasi mi sento a casa, poi guardo fuori dalla finestra e mi sento per l’ennesima volta l’animo nostalgico!

La nostalgia dell’Italia

Quando sono giù di morale, cerco di mettermi in contatto il più presto possibile con la mia famiglia, anche una semplice videochat mi appaga in una maniera pazzesca!
Gli anni passano. Siamo nel 2016, sono trascorsi ben tre anni dal mio trasloco dall’Italia, ho trovato persino Michael, la mia anima gemella, ci siamo conosciuti grazie ai miei ritorni in Sicilia. Lui lavorava come assistente di volo, ci incontravamo spesso: presto abbiamo intenzione di sposarci! Michael è nato in Germania e da quando è entrato nella mia vita non ne posso proprio fare a meno. Il mio matrimonio deve essere una festa grande per far sì che si ricongiunga tutta la famiglia al completo.
Comunque sia, riflettendoci sopra, devo dire che sto avendo tutto quello che ho sempre sognato: un buon lavoro, l’opportunità di creare una famiglia, un nido d’amore fantastico! Una casetta che, da quando ci sono entrata, ha portato molta fortuna sia a me che al mio fidanzato. Certo, c’è da dire che adesso, per questione di spazi, dobbiamo traslocare in una villetta qui in zona, ma questa casa rimarrà sempre nei miei pensieri!
Non smetterò mai di ringraziare i miei genitori per gli sforzi, i sacrifici, sopratutto nei primi tempi, e il loro sostegno! Mi hanno aiutata molto per avviarmi verso un buon futuro e per rendermi la ragazza felice che sono!
Un buon consiglio che posso dare a chi sta passando esattamente, o quasi, quello che ho vissuto io è provare. Rischiate! Perché la vita è una sola e se non si sa prenderla in tempo, sfruttando tutte le occasioni che ci si presentano con coraggio e volontà, potremmo non provare mai il piacere di realizzare in pieno noi stessi! Qui o altrove, che importanza ha se riusciremo ad essere felici?

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Desirèe Usbergo 2E

3 risposte

  1. È proprio vero la mancanza di lavoro nella nostra società è diventato uno scoglio insormontabile!…. bellissima storia complimenti Desirèe..

  2. C’è nostalgia, c’è speranza, c’è la voglia di riuscire ad affermarsi con le proprie forze, ma c’è anche il dolore del distacco che ogni tanto fa capolino dall’anima

  3. Congratulazioni! figlia mia,ti auguro il meglio: segui i tuoi desideri sempre, sii te stessa, vivi con coraggio e sii sempre fedele a te stessa. Infondo questi sono i risultati per la persona che sei. Brava, Complimenti!!?

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