Cara Giorgia, stamani mi sono svegliata non credendo ai miei occhi.
La mia collega Irene Milisenda posta sul suo stato whatsapp un video in cui ci sei tu. Tu che canti con Elisa. La grandissima Elisa.
Scrivo immediatamente a Irene: “Ma come è salita sul palco questa ragazza? Mi sembra una mia compaesana?”
“Si chiama Giorgia!”
”Ma dai, è lei. Pensa, io l’ho quasi vista nascere, quantomeno come cantante!”
”Brava, sai, pure Elisa le ha fatto i complimenti e come teneva il palco!”
Cara Giorgia, brava davvero. Anzitutto perché avevi un sogno ed hai pensato bene che la strada più facile per realizzarlo fosse di fare toc toc e chiedere permesso. Cosa che in molti dimenticano e quindi, per non sbagliare, rinunciano.
Hai scritto quel cartellone e ci hai messo quella sfrontatezza buona, che nella vita aiuta sempre.
Quella che a Napoli chiamano con un termine che adoro: la sfaccimme, che non è sfacciataggine in senso stretto, ma determinazione, fiducia in se stessi ed anche una certa noncuranza dell’ipotesi di rimanere delusi. Che quella ci frega, eccome!
Non ricordo quanti anni tu abbia. Sicuramente più di venti e meno di trenta. Per noi over fourty (lo scrivo in inglese così mi illudo che si capisca meno) Elisa è una guru. È la cantautrice che ci ha proiettati nel mondo. Elisa è internazionale e, a cavallo tra i ‘90 e i 2000, ci ha fatto toccare il sogno musicale inglese (lei svettava negli indici di gradimento del popolo, ma anche dei fantomatici esperti al pari di Alanis Morissette, Linda Perry, Annie Lennox e via discorrendo ).
La canzone, che è il tuo sogno realizzato, non è una canzone qualsiasi. Da “sanremofila” ti dico con certezza che Luce è il brano qualitativamente migliore della storia del Festival di Sanremo. Non l’ho decretato io, per carità, ma un certo prof. Ivano Cavallini, musicologo di fama internazionale, che quando completai la mia tesi di laurea proprio sul Festival, fu interpellato dal mio relatore per un parere tecnico. Mi bacchettó: “Qua non si cita Luce di Elisa, il solo pezzo sanremese degno di una menzione nella storia musicale.”
Ed una volta in tv, Gino Paoli, che di musica ne sa fare e parlare, disse: “La migliore artista italiana musicale di oggi, Elisa, senza dubbio.”
Cara Giorgia, che fortuna hai avuto: hai realizzato non un sogno qualsiasi, ma quello di cantare con un’icona, che diventerà anche un monumento.
Elisa oggi è un trait d’union tra voi giovani, noi adulti ed anche chi è più in là negli anni. Perché la buona musica piace fuori dalle categorie del tempo e dello spazio.
Ma parliamo di te, Giorgia, di quanto sei stata brava, sicura, allegra. Qualcuno ha scritto che eri emozionantissima, io invece ti ho vista con il piglio della veterana. Pareva che con Elisa avessi duettato per l’ennesima volta tanto eravate in sintonia di voce, di ritmo e di gesti. Non hai fatto per nulla la figura della giovane sprovveduta, che si trova a nuotare nell’oceano, dopo mesi di allenamento nella piscina di casa. Tutt’altro. Sei stata precisa, professionale e al contempo te la sei goduta con gioia: che bellezza! Fossi in Elisa non ti lascerei scappare via.
Per quel che mi riguarda mi hai dato un’idea. Quasi, quasi scrivo anche io un cartellone, mi piazzo sotto casa di Alberto Angela e gli chiedo se posso condurre un programma con lui, magari dedicato all’alta montagna. Chissà che anche il guru Alberto non sia disponibile a realizzare il sogno di una sua fan.
Brava Giorgia, brava Elisa e ad maiora!
Di seguito il servizio di Irene Milisenda per Grandandolo Agrigento.