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Francesco Mondello, l’artista che svela il suo paese tra i colli con il più bel punto di vista

Intervista a Francesco Mondello, che con i suoi clic ha fatto conoscere bene Casteltermini anche ai suoi concittadini

Una bella foto, così come uno scoop, non ha bisogno un soggetto “eccezionale”, quanto del migliore punto di vista. Ed è sicuramente questo il talento di Francesco Mondello, un appassionato di fotografia di Casteltermini, un paese nella zona montana dell’agrigentino, che della sua arte sta facendo una fonte di apprezzamento collettivo. Proprio della sua Casteltermini, Mondello riesce a cogliere le sfumature più affascinanti, riuscendo a uscire fuori dai canoni fotografici e immortalando dettagli che sfuggono a molti. Il risultato: scatti originali, eleganti, che hanno il merito di incuriosire non solo chi a Casteltermini non ha mai messo piede, ma anche chi nel paesino è nato e cresciuto. Mondello condivide sui social e non è inusuale che qualche castelterminese doc gli domandi: “Questo posto si trova davvero in paese?”. A dimostrazione che spesso tanta bellezza è invisibile agli occhi dei più. Un “set privilegiato per Francesco è il belvedere San Vincenzo, un luogo fortunato, perché gli si dipana davanti uno dei più bei panorami immaginabili, con il borgo ai piedi, il quartiere antico del “Convento” alle spalle e intorno e il monte Sutera dirimpetto, come a fare da vedetta. Le belle foto di Francesco Mondello sono state anche notate da importanti siti web e perfino dalla tv generalista. Abbiamo intervistato l’artista per farci raccontare la sua passione.

Un paesino sconosciuto ai più, che diventa fonte di ispirazione, ci racconti

Quando ero bambino, Casteltermini era per me il “rifugio” in cui vivere i momenti più sereni e spensierati. Con la mia famiglia vivevo a Palermo (città nella quale sono nato) perché mio padre vi si era trasferito per motivi di lavoro. Così ho frequentato lì tutte le scuole e, durante le vacanze di Natale, Pasqua e per tutto il periodo di quelle estive, mi trasferivo con mia sorella in paese, dove mi attendevano i nonni e gli zii. Quelli paterni in particolare, non avendo altri nipoti oltre a noi, ci coccolavano e ci viziavano tantissimo (forse troppo) per cui sin dall’infanzia vedevo in Casteltermini una sorta di “paese dei balocchi”, mentre Palermo rappresentava la scuola, lo studio e, quindi, il “dovere”. Col tempo, malgrado l’età adulta, non sono riuscito a staccare questa sorta di cordone ombelicale col paese e, pur avendo rivalutato la bellezza della città che mi ha dato i natali, ho conservato questo amore incondizionato per Casteltermini che continuo a vedere con gli occhi di un innamorato.
Il fare parte della Pro Loco, mi ha poi dato l’opportunità di promuovere con una certa passione le nostre bellezze artistiche e monumentali, che – ti assicuro – sono sempre state molto apprezzate dai tanti visitatori che ho avuto modo di incontrare, ma purtroppo spesso sottovalutate, se non ignorate da molti castelterminesi.

Quale è il suo punto di vista preferito?

In realtà non mi sono mai posto il problema del punto di vista, perché ho sempre cercato di bloccare la scena che stavo vedendo in quel determinato momento, dal punto esatto in cui la stavo osservando. Semmai posso dire che i tipi di inquadratura che amo di più sono principalmente due, che sono poi tra loro opposti. Mi piace quella grandangolare, che permette di catturare più elementi possibili nello stesso scatto, ma anche la cosiddetta “macro”, quella che mette a fuoco un particolare e ne sfuoca un altro. Una cosa è certa: i paesaggi e gli elementi naturali sono i soggetti che prediligo fotografare. Forse perché, a differenza di quelli umani (mi riferisco in particolare a quelli di genere femminile), non si lamentano mai del risultato finale. Al momento non è mai capitato che il sole e la luna avessero qualcosa da rimproverarmi su come li abbia immortalati; quando invece mi capita di scattare foto ad alcune amiche che me lo chiedono perché pensano io sia un bravo fotografo, ricevo spesso parecchie lamentele perché evidentemente non riesco a ritrarle nel modo in cui avrebbero voluto.

Molte foto sono state scattate da un luogo molto suggestivo, ce ne parli

Il belvedere è un luogo suggestivo che domina dall’alto Casteltermini e permette di osservare molti altri paesi limitrofi. È un posto pieno di fascino perché a stretto contatto con la natura, di spiritualità in quanto sorge nell’area adiacente alla chiesetta dedicata al nostro Patrono San Vincenzo, di cultura e storia perché in queste terre è tangibile la presenza di antiche civiltà che hanno vissuto nel nostro territorio e da lì si è sviluppato il primo agglomerato urbano del nostro paese, fondato nel 1629, durante la dominazione del regno spagnolo in Sicilia.
Dal 2015, anno in cui è stato restaurato diventando un sito turistico, La Pro Loco di Casteltermini ha l’onore e onere di curarne la gestione e la valorizzazione. Ormai vanta la presenza di numerosi visitatori – castelterminesi e non – soprattutto nel periodo estivo.
Un posto così affascinante, nel quale ho la fortuna di trascorrere gran parte del mio tempo, è una facile ispirazione per scatti suggestivi. E, per quanto possano essere tanti e da punti di vista simili, credimi riesco sempre a vederli diversi l’uno dall’altro.

Alcuni clic hanno anche conquistato delle ribalte nazionali

Non sono così bravo e importante da arrivare a tanto. Posso solo vantare la soddisfazione di averne vista una in TV durante il meteo su La7. Una foto che, manco a farlo apposta, ho scattato dal belvedere in una giornata in cui c’erano sul paese degli strani nuvoloni bassi che toccavano i tetti delle case e dall’alto facevano davvero impressione. L’ho inviata alla redazione capitanata da Paolo Sottocorona che l’ha poi mandata in onda e commentata. So’ comunque soddisfazioni, no?

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Sogni nel cassetto?

Per le mie foto non ho particolari pretese. Sono il primo critico dei miei scatti e quello che più di altri ne riconosce i limiti. Mi lusingano i complimenti delle persone che le commentano quando le pubblico sui social o quando mi incontrano per strada, ma io mi ritengo un dilettante istintivo che usa la fotocamera come chi suona uno strumento ad orecchio. Ho alcuni amici professionisti e la soddisfazione più grande è per me quando, ogni tanto, vedo un loro “like” in una foto pubblicata su Facebook o Instagram. A una persona che una volta mi ha chiesto perché non facessi il fotografo per mestiere, ho risposto che non ho mai preso in considerazione l’ipotesi perché mi piace fotografare con la facoltà di sbagliare.
Per quanto riguarda il mio paese, l’augurio più grande che gli faccio è che i castelterminesi gli vogliano più bene e che ne abbiano maggiore rispetto. Spero che in un futuro non troppo lontano torni ad essere quella ridente cittadina

che mi conquistò da bambino e che non ho mai smesso di amare.

Grazie Francesco e ad maiora!

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