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Francesca Dorigo: al bivio della vita sono rinata coltivando lavanda

Una storia di dolore, coraggio e rinascita. La storia della friulana Francesca Dorigo e dei suoi campi di lavanda

Avete presente quando programmate un viaggio in macchina e consultate le indicazioni stradali? Tra il punto di partenza e quello di arrivo, il navigatore solitamente vi propone un paio di scelte, sta a voi decidere se prendere la strada più dritta e veloce oppure imboccare quella apparentemente più lenta e con qualche incognita.

Ovvio che la prima opzione è sempre quella che scegliamo quasi immediatamente, però quante volte, a causa di un intoppo autostradale, un cantiere che rallenta la circolazione, un incidente improvviso, abbiamo deciso di lasciare l’autostrada e ricalcolare il percorso? E constatare che al traguardo arrivi comunque, scoprendo però nuovi paesaggi, strade più lunghe, talvolta tortuose, per nulla monotone, attraversando paesini che inaspettatamente infondono una sensazione di pace?

Ecco, la storia di Francesca Dorigo si ricollega all’idea di un viaggio partito in autostrada, ma che poi ha deciso di deviare il percorso per intraprendere una strada più lunga e sicuramente più stimolante.

Trevigiana di Pieve di Soligo, dopo la laurea in Giurisprudenza inizia a lavorare nell’azienda di famiglia, presto però la vita decide di metterla alla prova e il desiderio di dare un nuovo senso a ciò che la circonda, la spinge a cambiare drasticamente il suo percorso lavorativo e a dedicarsi all’agricoltura. Da quel momento il suo imperativo diventerà: l’imprevisto è fonte di vita.

Francesca, come mai questa svolta?

Io sono convinta che quando le vicissitudini della vita mettono in gioco le tue certezze, piuttosto che farsi sopraffare bisogna agire un cambiamento, perchè è nei momenti più brutti che possono arrivare i cambiamenti più belli. Ho sentito la necessità di ripensare il mio stile di vita e di circondarmi di persone genuine. Chi lavora la terra è spinto dall’amore e dalla cura di ciò che ci circonda. E’ un mondo in cui non esiste una logica di guadagno prestabilita, ma che segue mille variabili per cui bisogna avere molto autocontrollo, saper gestire lo stress. D’altro canto questa incertezza diventa fonte di stimolo continuo, quindi fonte di vita.

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Qual è il tuo approccio con la terra?

Mi definisco un’imprenditrice agricola creativa e visionaria. So che sembra un paradosso associare l’agricoltura alla creatività, però bisogna andare oltre all’idea classica dell’agricoltura e fare entrare in gioco la creatività nella presentazione del prodotto nel mercato. La mia azienda agricola si trova a Castions di Strada (Ud). Ho iniziato nel 2003 coltivando piante officinali, in particolare 700 piante di lavanda da cui ho realizzato prodotti creativi che mi hanno spronata ad avviare fattivamente la mia azienda agricola nel 2006 e a dedicarmi ad altre colture, quali l’uva da cui ricavo il Pinot Grigio. Ad oggi ho in cantiere la produzione del Prosecco “Numero Primo” da lanciare anch’esso in modo creativo presentandolo in un box insieme ad altri prodotti agricoli, in collaborazione con aziende sempre del settore.

Sei una donna in un mondo considerato maschile, hai incontrato pregiudizi?

La discriminazione è un limite culturale da entrambe le parti: facile pensare che le donne non possano svolgere determinati ruoli considerati maschili e viceversa. Sono dell’idea che si possa essere esattamente come si è e, al contempo, riuscire a fare qualsiasi cosa al di là dei cliché, senza porre limiti a se stessi colpevolizzando gli altri. In tutti gli ambiti devi dimostrare di saper lavorare e di sapere ciò che dici, assumendosi sempre le proprie responsabilità. Certo, il mio lavoro fa parte di un mondo prevalentemente maschile, ma non ho mai incontrato pregiudizi. La competenza livella ogni atteggiamento discriminante.

Sei anche mamma single, come riesci a conciliare tutto?

Io stessa non so come faccio a gestire tutto! David oggi ha nove anni, ho avuto necessità di aiuti esterni, ma adesso mi rendo conto che è molto indipendente e, nel tempo libero, sento la necessità di fare con lui escursioni, gite e tutto ciò che è condivisione esclusiva di momenti tra me e lui. Il mio lavoro poi mi aiuta ad autogestirmi in base alle necessità. Durante il lockdown, per esempio, ho lavorato da casa delegando la gestione pratica dei terreni ai miei dipendenti, dal momento che la mia azienda dista 100km da casa.

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Cosa consigli a chi sente il bisogno di cambiare vita e dedicarsi all’agricoltura?

Innanzitutto è necessaria una volontà d’acciaio. L’agricoltura è un mondo difficile, i guadagni non sono mai gli stessi, quindi devi avere tanta passione per questo mondo. E’ vero che io parto da una base economica che mi ha donato una certa sicurezza, ma è pur vero che ho deciso di sfruttare questa possibilità per costruire da sola un’attività di cui ignoravo tutto. Un’azienda agricola, poi, è sempre un’azienda quindi la preparazione è fondamentale. Io stessa, attualmente, sto frequentando un master MBA a Udine per colmare le lacune in campo economico. Però la passione è il motore di tutto, ed è quella che riesce a darti lo sprone necessario e a farti largo tra la folla.

Grazie mille Francesca, ci auguriamo che la tua determinazione sia da stimolo a chiunque si ritrovi davanti ad un bivio. Ad maiora!

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