Gentile, garbata, allegra. È questa l’impressione che, a pelle, ci dà Francesca Alotta, quando la intervistiamo in una serena giornata di inizio estate. È reduce da “Ora o mai più”, il programma condotto da Amaudes (ma con lo zampino, tra gli autori, di Carlo Conti). Un programma dedicato agli artisti che hanno conosciuto la gloria (e che gloria) e che poi, per le inspiegabili dinamiche della vita e della notorietà, da quella stessa gloria sono stati in qualche modo disarcionati. La Alotta entra nel programma mentre il treno è in corsa. Il suo coach, oltrechè compagno di intensi duetti, è Fausto Leali. Le voce dolce e possente, sempre ben modulata di Francesca, si lega a perfezione con il timbro black di Leali e già alla canzone d’esordio, Mi manchi, è standing ovation.
Francesca alotta a Ora o mai più
“Sai, questo calcare la scena, quando ormai sul palcoscenico manco solo io, è una costante della mia vita. Fu così anche in quel famoso Sanremo 1992, (con Baudo deus ex machina dell’intero Festival). Io e Aleandro fummo chiamati all’ultimo momento. C’era all’epoca una certa reticenza nell’affrontare il tema disabilità. Pensa che mi truccarono e pettinarono in fretta e furia. Un successo non annunciato, che esplose già dopo il primo ascolto di quel ‘dimmi perché piangi? Di felicità”.
Come dimenticare quel duetto, che diede voce, anima e sorrisi a una canzone destinata a non tramontare mai (che ancora oggi scalda le ugole di mille appassionati di canto). Lei, la bella Francesca, siciliana con un sorriso aperto e gli occhi brillanti di gioventù e passione, ed Aleandro, fiorentino, voce delicata e quegli occhiali scuri poggiati discreti, su una disabilità che non era limite.
L’anno seguente Francesca torna di nuovo sul palco dell’Ariston
“Dopo l’euforia di Non amarmi, il successo dirompente, i concerti, l’estate al Cantagiro con Fragilità, la gente che ti riconosce per strada, mi rimetto in gioco con un brano complesso, bello, impegnato: Un anno di noi. Non ottengo però il successo sperato. Ci può stare. Le logiche della notorietà sono alterne. Io non ero una novellina. Sono figlia d’arte, mio padre, Filippo, calcò la scena musicale di fine anni ’60 ed ebbe come mentore il grande Mike Bongiorno. Sono cresciuta a pane e musica. Prima di Sanremo ero stata una delle coriste delle Compilation, la band, tutta al femminile, che animava la Domenica In targata Boncompagni”.
Quando il successo ti ha lasciato la mano, come hai reagito?
“In quel periodo si verificarono una serie di eventi spiacevoli. Ebbi un brutto incidente, che mi costrinse, per un periodo, all’immobilità. Persi mio padre, mia mamma si ammalò di cancro e io vissi anche la drammatica esperienza della perdita del bimbo che aspettavo. La depressione bussò alla porta. Al di là di un arresto nella carriera, c’erano soprattutto motivazioni umane e affettive che mi avevano buttato giù. C’è stato poi un momento cruciale, che, nel dolore, mi ha spinta a un grande impegno”.
Ti va di parlarcene?
Ho subito una forte violenza psicologica dalla persona che mi stava a fianco. La violenza psicologica è devastante. Un uomo riesce a farti sentire sbagliata. Riesce a farti credere ciò che vuole ed a farti sentire quello che non sei. Può demolire la tua autostima. All’epoca non era come oggi. Molte donne si chiudevano in loro stesse. Ne sono però uscita fortificata e da allora vivo la mia vita e la mia carriera come una missione a difesa delle donne. Sono molto attiva nella associazioni contro le violenze fisiche e psicologiche alle donne. Pensa che l’ex di una mia amica mi ha distrutto la macchina, solo perché io l’avevo difesa. Lo stesso singolo, Ti dirò, presentato a Ora o mai più, è un inno contro la violenza familiare. Non ci si deve arrendere mai”.
Come sono trascorsi i tuoi anni lontano dalle grandi ribalte?
Ho continuato a fare musica. La musica è la mia vita. Ho collaborato con importanti artisti della mia terra. Ho partecipato al festival di Musica siciliana e cantato, cantato sempre. La musica è vita.
Di Aleandro Baldi cosa ci racconti. Non lo vediamo da tanto?
Sta bene. Vive in Toscana. È uno dei pochi amici veri rimasti dai tempi del grande successo. È una persona perbene, dall’anima delicata. Un grande artista, che per varie ragioni si è messo un po’ da parte, in termini di carriera musicale, rendendosi però attivo nel sociale e mantenendo quella serenità, che lo ha sempre contraddistinto.