Una vita salvata sull’orlo. Una donna di trent’anni, palermitana, che sta per coronare il sogno della maternità e che invece, da un momento all’altro, rischia di morire. É successo qualche giorno fa al Buccheri la Ferla di Palermo, nel reparto Materno infantile diretto dalla dottoressa Maria Rosa D’Anna, che racconta con tanto pathos l’accaduto.
”La giovane donna, in piena salute e con una gravidanza al sesto mese, regolarmente seguita, si è presentata in ospedale in condizioni già molto serie. Aveva un distacco completo della placenta. L’abbiamo subito sottoposta a un cesareo, ma come prevedibile il piccolo non ce l’ha fatta, nel dispiacere collettivo anche di noi sanitari, che eravamo comunque coscienti di quanto difficile sarebbe stata la sopravvivenza a soli sei mesi di gestazione. Mi sono resa conto che la paziente nell’immediato post operatorio ha iniziato a presentare rialzi pressori, disturbi visivi e un’alterazione dei valori ematochimici che configuravano una grave forma di gestosi, la cosiddetta help syndrome. Successivamente il quadro clinico è peggiorato a causa dell’insorgenza di problemi respiratori ed edanuria (blocco urinario) con necessità di trattamento dialitico. Abbiamo compreso che la situazione era critica e che si doveva agire immediatamente, senza esitazione alcuna.”
Una malattia rarissima
Per il persistere del blocco della diuresi, gli specialisti del nosocomio di via Messina Marine hanno cominciato a considerare l’insorgenza di un‘altra patologia simile, ma ancora più rara. Ciò ha indotto i sanitari a richiedere l’intervento pluri-specialistico del Centro di malattie rare dell’ARNAS Civico, che è prontamente intervenuto, con l’intervento del necrologio Angelo Ferrantelli, e del laboratorio dell’AOUP di Palermo, con la dottoressa Silvana Vitale, che hanno permesso di diagnosticare una Sindrome Emolitico-Uremica atipica (SEUa).
La malattia è caratterizzata da anemia emolitica microangiopatica, trombocitopenia e insufficienza renale. La condizione è associata a scarsi risultati clinici con elevata morbilità e mortalità materno – fetale. La SEU atipica colpisce prevalentemente i reni ma può potenzialmente causare disfunzione del sistema multiorgano. Questa malattia rara, nel 60% dei casi è legata ad un’anomalia genetica nella via alternativa del complemento.
Collaborazione, che deve essere ecumenismo della medicina
”Casi piuttosto unici che rari, prosegue la primario D’anna. Ho assistito a circa 80.000 parti e non mi era mai successa un’occorrenza simile. La statistica medica conferma che capita una tale condizione clinica ogni 5 milioni di pazienti.
In questa vicenda, che poteva finire ancor più drammaticamente, é venuta fuori l’importanza della collaborazione tra medici, della sinergia, del guardare insieme al solo obiettivo della salute del paziente e al perseguirlo con tutte le nostre forze. La collaborazione, che deve essere coordinata e continuativa, deve essere l’ecumenismo della medicina. Entrare in un dialogo ecumenico interspecialistico e multidisciplinare significa qualificare la missione medica, fare della mescolanza una processione che accompagna e traccia il percorso più umano e scientifico in grado di rispondere a quesiti che, come in questi giorni ci buttano nel panico
Significa ricostituire il liquido amniotico che da e protegge la vita.”
La paziente è tutt’ora degente presso la terapia intensiva dell’Ospedale Buccheri La Ferla ed èd è fuori pericolo di vita.
le dichiarazioni del direttore sanitario del buccheri
“Per la rarità del caso – dichiara il direttore sanitario dell’Ospedale Buccheri La Ferla, dottore Santi Mauro Gioè – si tratta di un caso di «buona sanità» da attribuire all’alta professionalità e all’impegno profuso dal nostro team di Ostetricia e Ginecologiadiretto dalla dott.ssa Maria Rosa D’Anna e di Anestesia e Rianimazione, diretto dal dott. Luciano Calderone, in sinergia e collaborazione con la UOC di Nefrologia dell’ARNAS Civico con la quale si sono condivisi percorsi diagnostici e terapeutici e con il Policlinico di Palermo“.