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Home » Decessi dopo AstraZeneca, infettivologo Cascio: attendiamo gli accertamenti, ma manteniamo la fiducia nei vaccini

Decessi dopo AstraZeneca, infettivologo Cascio: attendiamo gli accertamenti, ma manteniamo la fiducia nei vaccini

  • Maristella Panepinto
  • Marzo 12, 2021
  • Coronavirus

I tre decessi sono legati al vaccino? Abbiamo chiesto un parere all'infettivologo Cascio

Il terrore del vaccino.

É il sentimento del giorno. Perché adesso non si parla più di semplici timori, quanto del rischio di una psicosi collettiva, con ben 7000 prenotazioni annullate, tra i siciliani, che avevano scelto di vaccinarsi. In molti, tra chi ha ricevuto il siero, temono effetti a lungo termine. Il lotto ritirato è stato già stato somministrato a oltre 18 mila persone, per lo più militari e insegnanti.

I tre morti siciliani, tutti militari (un militare della Marina, un maresciallo dei Carabinieri e un agente di Polizia) avevano ricevuto il lotto, oggi sotto l’occhio del ciclone.

Nel caso del sottufficiale dell’Arma, Giuseppe Maniscalco, 54 anni di Trapani, deceduto per infarto quarantotto ore dopo l’essersi sottoposto a prima dose di AstraZeneca, l’autopsia avrebbe escluso una correlazione tra il vaccino e il decesso improvviso. Oggi però le domande montano una sull’altra e si attendono gli esiti dei prelievi istologici a ulteriore conferma che a causare il decesso non sia stato il siero anti-Covid.

I tre casi, tutti riconducibili a decessi per fenomeni cardiovascolari e tromboembolici, si sono verificati a pochi gioni dalla somministrazione di un siero, il cui foglietto illustrativo non indica tra gli effetti collaterali  l’insorgenza  di trombi della circolazione sanguigna. L’AstraZeneca, in Italia, non è somministrato a chi soffre di ipertensione (quindi è potenzialmente a rischio trombotico), e ai malati di talune patologie autoimmuni, che prevedono problemi nella coagulazione del sangue (ad esempio la trombofilia). Gli accertamenti sui decessi sono in corso, con un’indagine della Procura di Siracusa che, come atto dovuto, ha iscritto inizialmente una decina di persone nel registro degli indagati. Lista che è stata ridotta a quattro sanitari, già oggi interrogati dal sostituto procuratore Gaetano Bono.

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In merito all’accaduto abbiamo chiesto un parere al professore Antonio Cascio, infettivologo, primario al Policlinico di Palermo e docente all’Università degli studi dell’ateneo palermitano.

Professore, tre morti ravvicinate tra loro e tutte a poca distanza dal vaccino Astra Zeneca, cosa ne pensa?

Faccio una doverosa premessa: ogni singolo morto merita attenzione e rispetto. Ai familiari il sentito cordoglio.

Da un punto di vista medico e scientifico occorre considerare che un lotto di vaccino può contenere anche un milione di dosi, questi ad esempio i numeri del lotto ritirato in Austria. Quindi su un milione di dosi, se si verificano pochissimi tragici casi, non si deve rimanere stupiti. I vaccini sono farmaci, come tutti i farmaci hanno delle controindicazioni che, in rarissimi casi, possono avere esiti tragicamente infausti. Detto ciò, però, non si può attribuire a priori la colpa al vaccino. Occorre aspettare gli esiti degli accertamenti e delle autopsie. Potrebbe però essere stata una tragica casualità. Non si deve escludere nulla. Solo con gli esiti degli esami alla mano, si potranno dirimere i dubbi. Comprendo che timori e domande oggi sono più che legittimi, da medico però rimango fiducioso in tema di vaccinazione.

L’Italia però ha seguito un protocollo rigido, niente Astra Zeneca ad esempio agli ipertesi o ai trombofilici, Perché?

L’Italia ha posto in essere un protocollo più stringente rispetto ad altri paesi europei, dove il siero viene serenamente somministrato anche agli ipertesi, ai malati di patologie autoimmuni, agli anziani e via discorrendo. Sono regolamentazioni che cambiano da paese a paese. Personalmente sono dell’idea di aprire Astra Zeneca a più categorie di persone, così da far decollare ancor meglio la campagna vaccinale. Non mi giunge notizie che in Spagna vi sia stata una mortalità di massa per via di Astra Zeneca, sebbene sia stato inoculato anche a persone a rischio trombo-embolico.

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I no vax insorgono, ritenendo il siero dannoso già nella sua composizione, ci spiega come è fatto il temuto Astra Zeneca?

Il vaccino AstraZeneca è un organismo geneticamente modificato, ma questa cosa non deve intimorirci, circa ulteriori modifiche genetiche che questo possa provocare nell’organismo umano. Non succede e mi sento di rassicurare i lettori.

Si tratta di un vaccino a vettore virale che utilizza una versione modificata dell’adenovirus dello scimpanzé, non più in grado di replicarsi, come vettore per fornire le istruzioni per sintetizzare la proteina spike di SARS-CoV-2. La “Advent-IRBM” di Pomezia ha collaborato per la produzione di tale vettore adenovirale. Nei vaccini a mRNA tale informazione viene veicolata da nanoparticelle di grasso che, come i virus, riescono a penetrare nel citoplasma delle cellule. In questo caso, invece, l’adenovirus ChAdOx1-S ricombinante è costituito da un virione a struttura icosaedrica non incapsulata con un diametro compreso tra 80 e 100 nm, con piccole fibre prominenti che sporgono dai 12 vertici. Il virus contiene una singola copia di DNA a doppio filamento, in cui artificiosamente sono stati inseriti i geni che codificano per la proteina spike del SARS-CoV-2. Dopo la somministrazione, l’adenovirus ricombinante ChAdOx1-S entra nelle cellule del corpo umano, dove avverrà l’espressione del DNA transgenico che indurrà la produzione della glicoproteina S di SARS-CoV-2 che verrà espressa sulla superficie delle cellule andando così ad stimolare la risposta immunitaria.

Lei è stato uno dei primi medici a vaccinarsi in Sicilia. Pfizer il siero per lei utilizzato, si sarebbe fidato anche di Astrazeneca?

Mi sono sottoposto a vaccino Pfizer il 27 dicembre scorso, data di inizio della campagna vaccinale. Ho fatto il richiamo venti giorni dopo e, attesi i tempi necessari, ho verificato gli anticorpi, mediante test sierologico, avendo conferma di fatto dell’efficacia del vaccino. Non ho avuto particolari effetti collaterali: qualche dolorino nella sede di inoculazione e poi nella notte il pensiero di poter stare male, che diciamo non mi ha fatto dormire un sonno profondo. Tutto qua. Se mi sottoporrei ad Astra Zeneca? Assolutamente sì e non lo dico perché ho ricevuto il siero Pfizer, quanto perché, oltre alle conoscenze scientifiche sul vaccino, anche le statistiche, che in medicina sono un elemento di studio importantissimo, mi confermano la validità e la sicurezza del vaccino. Quindi invito anche la popolazione a non lasciarsi prendere dal terrore e a credere ancora che i vaccini siano un’arma potente nel combattere talune malattie. Ciò non toglie che gli accertamenti devono essere fatti, così da chiarire i legittimi dubbi di tutti, in primis dei familiari delle persone decedute.

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Maristella Panepinto

Maristella Panepinto

Sono Maristella, mamma, moglie e giornalista professionista. Da piccola volevo diventare Jo March di Piccole donne. Lavoro nel mondo del giornalismo da quando avevo 18 anni. La scrittura è una passione cresciuta con me e che oggi coniugo con il “mestiere” di mamma. Amo i posti alti, viaggiare, leggere, i film di Verdone, i libri di Gabo ed i cani, su tutti le mie due labrador Dafne e Palù. Ho da tempo 25 anni periodici.
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