I dati Covid in Sicilia incoraggiano verso un reale miglioramento della condizione pandemica. Ormai, come dichiarano, su più fronti gli esperti, con il Covid occorre imparare a convivere, non abbassare la guardia, soprattutto quando si parla di soggetti fragili ed anziani.
Nell’ultima settimana i contagi si sono ridotti di oltre il 30%, sebbene i tamponi processati siano progressivamente sempre meno. Abbiamo fatto il punto della situazione con il professore Antonio Cascio, infettivologo.e primario al Policlinico di Palermo e con la professoressa Claudia Colomba, infettivologa e primaria al Di Cristina-Dei bambini sempre di Palermo.
Professore Cascio, la luce in fondo al tunnel si vede realmente nonostante le nuove varianti?
Assolutamente sì e quindi direi anche di evitare un eccessiva analisi delle varianti ultime. Poco importa che sia Xe o qualche altra variante. Sappiamo con certezza che, soprattutto con l’evolversi si Omicron, il Covid si è rabbonito, assumendo le caratteristiche cliniche di un’influenza. Quindi occorre stare più sereni, fermo restando che ci vuole attenzione quando parliamo di soggetti fragili: anziani e persone immunucompromesse di qualsiasi età. Nei confronti di queste categorie di pazienti occorre sempre senso di responsabilità individuale e collettivo. Devono proteggersi, ma anche essere protette.
Arriva la bella stagione, possiamo finalmente goderne senza troppo patema da contagio?
Il Covid non si dissolverà con l’arrivo dell’estate, è ovvio. Oggi, rispetto ai primi due anni di pandemia, possiamo vivere con maggiore tranquillità la prospettiva di un viaggio, anche fuori l’Italia, di una festa con molti invitati e via discorrendo. Ribadisco che la sicurezza arriva da un rabbonimento del virus e dalla vaccinazione su larga scala. Quindi via le mascherine senza patemi, ovviamente se siamo vaccinati e siamo soggetti immunocompetenti. Al contrario, la cautela è d’obbligo.
A proposito, come comportarsi con la quarta dose?
La priorità, al netto ovviamente degli operatori sanitari, è per anziani e soggetti fragili. Il resto della popolazione potrà aspettare l’autunno, entrando nell’ottica che il vaccino Covid andrà fatto contestualmente a quello antinfluenzale.
Professoressa Colomba, quale la situazione sul fronte pediatrico?
Le cose vanno molto meglio. Si è abbattuto il numero di ricoveri e questo dato è molto incoraggiante. Nei mesi invernali abbiamo avuto l’en plain con oltre trenta e passa degenze Covid, oggi ne abbiamo meno di dieci e nessun pazienti è in condizioni preoccupanti.
Si sono verificati episodi si sindromi infiammatorie multi-sistemiche o di altre complicazioni post covid?
Negli ultimi tempi, verosimilmente da quando Omicron e le sue sotto-varianti sono diventate dominanti, la situazione è molto migliorata. Abbiamo avuto qualche settimana fa una sindrome infiammatoria multisistemica in una paziente adolescente, che però ha risposto bene alle cure. Anche sul fronte del post Covid pediatrico la situazione è incoraggiante.
Possiamo fare passare ai nostri bimbi un’estate serena, senza il patema da contagio?
Non siamo mai stati allarmisti, abbiamo suggerito una condotta igienica prudente e invitato alla vaccinazione. Ritengo che i mesi estivi potranno essere sereni anche per i nostri bimbi, ai quali non dobbiamo assolutamente negare la possibilità di viaggiare, di socializzare, di partecipare a festicciole e occorrenze in compagnia dei coetanei. Ovviamente siamo prudenti con i neonati, che hanno un sistema immunitario in divenire e con i bimbi immunocompromessi. Del resto queste categorie di piccini meritano un occhio di riguardo a prescindere dal Covid.
Quali le criticità ancora riconducibili alla pandemia?
Sicuramente la gestione ospedaliera. I positivi al Covid continuano a seguire un percorso ospedaliero ad hoc e questo intralcia e non poco il regolare svolgimento delle attività sanitarie. Verifichiamo casi di Covid in bimbi che accedono in ospedale per tutt’altre ragioni e che, di fatto, non hanno sintomi virali importanti. Ciononostante devono essere ricoverati nel reparto di Malattie infettive, intralciando di fatto il sistema e occupando posti che possono servire a pazienti con problemi più seri. Lo ribadiamo da inizio pandemia, non esiste solo il Covid ed è arrivato il momento di risolvere eventuali intoppi ospedalieri dovuti ai percorsi dedicati, tutto ciò, ovviamente, garantendo la sicurezza dei nostri piccoli pazienti.