A Palermo le sirene delle ambulanze si sentono di nuovo. Non succedeva da un anno, da quando la Sicilia fu dichiarata zona rossa a tempo indeterminato, i contagi Covid salivano di pari passo con il numero di ospedalizzazioni e di morti.
Ieri un record nell’Isola, quasi 14.300 nuovi positivi, nella conta anche chi ha rilevato il Covid con il tampone antigenico.
All’ospedale Cervello di Palermo c’è il quartiere generale dell’urgenza, con 70 accessi al Pronto soccorso nella sola giornata di ieri, circa duecento ricoverati, una trentina dei quali in rianimazione e una tensostruttura per cercare di sopperire all’emergenza. Ed è stata proprio la dottoressa Tiziana Maniscalchi, che dirige il punto di primo accesso dell’ospedale dell’emergenza a lanciare un appello su Fb. Lo fa giorno in cui Mattarella le conferisce il titolo di Cavaliere del lavoro, per il grande impegno profuso in questo tempo di pandemia.
“Ritorniamo a scrivere ….polmoniti gravissime con poche speranze di sopravvivere in pazienti non vaccinati anche senza altre patologie….
È veramente un peccato suicidarsi così.
È un peccato sfibrare il nostro sistema sanitario per logiche irrazionali …
Già quasi 200 ricoverati all’ospedale Cervello.
Cari non vaccinati in questo momento state a casa per evitare di contrarre un’infezione che con ogni probabilità per voi sarebbe mortale.
E voi vaccinati provvedete alla terza dose che protegge e rende la malattia sopportabile.”
Contro Maniscalchi tuonano i no vax, che affollano la bacheca del primario di commenti grondanti accuse, insulti e minacce. La dottoressa va per la sua strada e continua instancabile l’opera in uno dei Pronto Soccorso più provati dall’emergenza.
La crescita dei casi corrisponde a un forte caos organizzativo. La variante Omicron corre velocissima, i positivi non si contano più e vi sono tantissime falle nel sistema.
Dario M, quarantenne, è vaccinato con due dosi, è in isolamento autonomo insieme a tutta la famiglia, due adulti e due bambini.
”Abbiamo fatto due test antigenici, entrambi positivi. Abbiamo contattato il medico curante, che ha delegato la faccenda all’Usca, la quale non ci dà notizie. Stiamo tutti bene, dovremmo però fare un molecolare, ma dall’Usca non arriva alcun cenno, l’alternativa sarebbe rivolgerci a un laboratorio privato e spendere duecento euro di tasca nostra? Non ci pare il caso, quindi aspettiamo.”
Dario e la sua famiglia non hanno sintomi, ma chi non sta bene, nel dubbio e non trovando riscontro nella medicina territoriale, chiama l’ambulanza e via con il protocollo Covid ospedaliero.
”Siamo sotto pressione, racconta Marco Battaglia, pneumologo all’Utir del centro Covid dell’ospedale Cervello. Gli accessi non si contano ed i colleghi del Pronto soccorso stanno impiegando tutte le loro forze per sopperire a questa urgenza. Due constatazioni sono però d’obbligo: in molti contattano il 118 anche in presenza di sintomi che potrebbero essere gestiti domiciliarmente, ovviamente sotto stretto controllo medico. Il risultato è che si intasano i punti di primo accesso, rischiando di togliere spazio a chi ha davvero bisogno di cure ospedaliere. Va anche detto che, sebbene i numeri dei contagi siano altissimi, la situazione ospedaliera rispetto a un anno fa è migliore. Dopo le feste, lo scorso anno, ci trovavamo al collasso, oggi riusciamo ancora a gestire l’emergenza.”
Quali le situazioni più critiche?
Abbiamo ricoverati di tutte le età. Certo, la peggio é per i non vaccinati e gli anziani con comorbilitá, che hanno avuto una risposta minore al vaccino. Una cosa è certa, se sei giovane, in buona salute e hai completato il ciclo vaccinale, non avrai conseguenze gravi da Covid. Così come abbiamo verificato che adulti o anziani, con problemi pregressi di salute e vaccinazione completa, si sono salvati. Un caso su tutti, un cinquantenne, con grave obesità, fumatore con una forma pesante di Covid, si è salvato, a mio avviso, grazie alla vaccinazione. È stato ricoverato da noi, sottoposto ad ossigenoterapia, ora sta meglio. Senza vaccino non penso che ce l’avrebbe fatta. Un anno fa, pazienti in condizioni simili, ahimè, sono morti.”
Una tensostruttura è stata allestita in fretta e furia anche all’ospedale Civico di Palermo.
”Non si deve correre il rischio, in Pronto Soccorso, di mischiare positivi Covid a pazienti negativi, dice ai microfoni della Rai il primario Massimo Geraci. Il Pronto Soccorso, per quanto grande, non si può considerare come uno scatolone, occorre usare tutte le contromisure per evitare i già noti cluster ospedalieri.”
La situazione Covid a Partinico
A fare eco al dottore Battaglia è la dottoressa Francesca Provenzano del centro Covid di Partinico.
”Abbiamo 31 ricoverati e altri dieci in terapia intensiva. Nel giro di nulla abbiamo dovuto arrivare altri due piani e una tensostruttura fuori dall’ospedale. Prevedevamo una nuova impennata, ma speravamo non fosse così forte. Duole ribadirlo ma il grosso delle ospedalizzazioni riguarda giovani non vaccinati, che anche se sani possono prendere la malattia in modo serio. Ahimè nei reparti anche molti anziani con ciclo vaccinale completato, che però hanno avuto una risposta minore al vaccino anti Covid e quindi si sono ammalati in maniera seria. Stiamo verificando che circola ancora e tanto la variante Delta, che è molto temibile. La Omicron invece da forme di malattia più lievi. Invitiamo alla prudenza, alla vaccinazione e alla tutela dei più fragili.”
Numeri in rialzo anche sul fronte pediatrico
Li comunica la professoressa Claudia Colomba, pediatra, infettivologa e primario al reparto di Malattie Infettive del Di Cristina di Palermo.
”La situazione è in divenire. Stamani abbiamo dovuto attivare altri otto posti Covid. In tutto abbiamo 23 bambini ricoverati ed é ancora alta la richiesta. Ci stiamo attrezzando per sopperire alle esigenze di chi accede al nostro Pronto Soccorso. Non abbiamo situazioni particolarmente critiche, ma ovviamente teniamo alta l’asticella dell’attenzione. Abbiamo in reparto bimbi positivi con patologie pregresse o concomitanti all’infezione da Sars Cov. 2. Pazienti che vanno assolutamente monitorati, anche in assenza di sintomi gravi da infezione Covid. Invitiamo i genitori alla cautela e alla vaccinazione dei loro piccoli. Il vaccino pediatrico è sicuro, ben tollerato, protegge i nostri piccoli dal virus ma anche dagli effetti post virus, dei quali abbiamo più volte e ampiamente parlato. Di riflesso protegge anche chi è vicino ai nostri bimbi, soprattutto nell’approssimarsi dell’apertura delle scuole.”
Una risposta
Che tristezza…. e quanta preoccupazione per come il virus non si ferma anzi incalza … complimenti a te Maristella per articoli dettagliati completi precisi ❤