Possiamo iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel della pandemia?
I dati sono da settimane incoraggianti e stabili: a livello nazionale si attestano nella media dei 2500 casi giornalieri (un anno fa di questi tempi si sfiorarono i 20.000 e stava per iniziare la difficile fase dell’Italia a zone), in Sicilia si viaggia sui 250 casi al giorno.
Nell’Isola la percentuale di nuovi contagi è scesa del 20% in una sola settimana. La campagna vaccinale procede, complice anche l’avvicinarsi del 15 ottobre, data dalla quale sarà necessario esibire il Green pass per accedere praticamente a tutti i posti di lavoro.
La conferma arriva dal commissario all’emergenza Covid, dottore Renato Costa, che conferma: “Stiamo procedendo con le terze dosi, i numeri sono ottimi e viaggiamo sempre a un’ottima media sulla campagna di vaccinazione, anche grazie alle vaccinazioni di prossimità: si esce dall’hub e si vanno a cercare gli indecisi.” Buone notizie arrivano anche dagli ospedali: scende il numero dei ricoverati per Covid e migliora di giorno in giorno la situazione delle terapie intensive. Buone nuove anche sul fronte bambini: al Di Cristina di Palermo, principale centro Covid della Sicilia occidentale, non vi sono più pazienti ricoverati con infezione da Sars Cov-2.
Con l’arrivo del freddo però il timore che il virus possa avere un altro dei suoi colpi di coda è alto. Abbiamo chiesto un parere al professore Antonio Cascio, infettivologo e primario al Policlinico di Palermo.
Professore Cascio, da settimane le cose vanno meglio, possiamo iniziare a sperare di venirne fuori?
I dati sono incoraggianti e confermati anche dallo svuotamento delle terapie intensive. Parlare di fine pandemia? Speriamoci, ma con cautela. Non dimentichiamo che si avvicinano i mesi freddi, che quindi si starà più al chiuso e che ancora vi sono tante persone non vaccinate. La pandemia non può finire dall’oggi al domani, auspichiamo invece una convivenza più pacifica con il virus, augurandosi che diventi per caratteristiche sempre più simile alla comune influenza stagionale.
Cosa prevede per l’inverno, ancora una pesante ondata come quella dello scorso anno?
Sono ottimista e ritengo che si possa escludere un’ondata a grandi numeri come quella dei mesi invernali scorsi. I dati sono da settimane incoraggianti e ci fanno sperare che le cose andranno sempre meglio. É vero però che nei mesi invernali circolano i virus influenzali e più in generale quelli respiratori, quindi potrebbe ripetersi un allarme, che potrebbe rimbalzare soprattutto in ambito scolastico. Mi spiego meglio: ci saranno i malanni, i bimbi e i ragazzi si contageranno e quindi ai primi sintomi sarà corsa ai tamponi. Per la legge dei grandi numeri verosimilmente uscirà anche qualche positivo al Covid, quindi si potrebbero rischiare nuovi focolai e nuove quarantene. Per calmare questo fenomeno occorre anzitutto fare il vaccino anti Covid, per chi ancora non lo avesse fatto, ed a tappeto quello antinfluenzale. Chi si sarà vaccinato contro l’influenza aiuterà eventuali diagnosi differenziali e soprattutto eviterà di far circolare ulteriori virus. Il vaccino antinfluenzale è raccomandato dall’anno di vita in poi e mi sento di consigliarlo a tutta la popolazione.
Terza dose, c’è un po’ di confusione, oggi chi deve necessariamente farla?
Le persone fragili, gli anziani e i medici, soprattutto quelli che lavorano in reparti a rischio, sono la priorità. Il paziente oncologico potrebbe avere avuto una risposta anticorpale minore, per via proprio dell’interferenza delle cure e quindi è bene che si sottoponga alla terza dose per tutelarsi. Stesso discorso vale per gli immunocompromessi o per chi si sottopone a lunghe terapie cortisoniche. Sfatiamo il mito che la terza dose sia dannosa, anzi può salvare chi è ancora poco coperto.
Lei l’ha già fatta?
La farò a breve.
Pensa che anche i giovanissimi saranno destinati al completamento con terza dose del calendario vaccinale o che ne usciremo prima?
Viaggiamo a vista, ritengo però che sia plausibile per tutti il completamento del calendario vaccinale e che il vaccino anti Covid possa affiancare, in un secondo momento, quello antinfluenzale.