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Covid, come stiamo imparando a conviverci

Il punto della situazione con il professore Antonio Cascio, infettivologo e primario a Palermo

Omicron due e ad anche Omicron tre, sono le varianti che confermano che i virus non restano mai uguali a loro stessi. Cambiano, come è normale che sia e nella mutazione c’è la speranza che il virus si rabbonisca. I numeri della circolazione virale sono ancora alti, si viaggia sulla media di 75 mila nuovo casi nazionali al giorno. L’approccio però è differente. Un anno fa di questi tempi i vaccini non erano ancora di dominio pubblico e ci si preparava alle grandi restrizioni in vista della Pasqua. Erano inoltre ancora molto alti i numeri dei ricoveri in intensiva ed in terapia ordinaria. Oggi le cose sono cambiate e nettamente: da qualche giorno è finito lo stato di emergenza, l’85% della popolazione italiana ha ricevuto almeno una dose di vaccino e i dati ospedalieri sono assai più incoraggianti rispetto a un anno fa. Non solo, questa Pasqua decreterà  un reale ritorno alla normalità: via libera a riti e processioni per la settimana santa, nessuna limitazione di spostamento e di aggregazione, Greenpass necessario solo in pochissime circostanze (nel link i dettagli https://www.altroconsumo.it/vita-privata-famiglia/viaggi-tempo-libero/news/green-pass-covid).

Abbiamo fatto il punto con il professore Antonio Cascio, infettivologo e primario al Policlinico di Palermo.

Il professore Antonio Cascio, infettivologo

Professore Cascio, stato di emergenza finito de iure, ma anche de facto?


Come ho più volte ribadito, sono favorevole a un ritorno alla normalità, che significa anche libera circolazione delle persone, possibilità di aggregarsi, di viaggiare e, da par mio, anche di iniziare a pensare di mettere via le mascherine, seppure a determinate condizioni. Prudenza però perché la pandemia non è conclusa. Da un punto di vista sanitario, lo stato di emergenza continuerà finché avremo reparti Covid dedicati, con le conseguenti farragini nel sistema ospedaliero. Sono dell’idea che, con criterio e tutela di anziani e fragili, occorra iniziare a pensare ai reparti misti. Se devo operarmi al femore e scopro di essere positivo al Covid, con tutte le cautele del caso, devo essere ricoverato in ortopedia e non in reparto Covid. Quando rimoduleremo il sistema sanitario in questa ottica, sarà davvero finito lo stato di emergenza.

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Come la mettiamo con le nuove varianti?

Stiamo verificando la XI, definita Omicron 2, che circola tantissimo in Inghilterra, ma sicuramente sarà già arrivata altrove. In Inghilterra fanno un’operazione certosina di monitoraggio e tipizzazione del  virus e quindi chi cerca trova. 

Le varianti sono sempre più innocenti?

Non possiamo dirlo con certezza. Omicron ha dato al virus una semeiotica simile a quella dell’influenza. Quando invece parliamo di Delta dobbiamo tenere i piedi molto per terra: ha dato sintomi importanti, in alcuni casi anche ingravescenti. Ahimè, seppure in maniera limitata, circola ancora. La nuova sottovariante di Omicron pare sia ancora più contagiosa, che è quanto dire.  Vivere nel terrore del contagio non è assolutamente auspicabile, ma se siamo soggetti anziani o compromessi, dobbiamo fare molta attenzione. Va da sé che rimane l’indicazione a vaccinarsi o a completare il ciclo vaccinale.

Questa regola vale anche se il vaccino non è specifico per Omicron? Ed a proposito quando avremo i vaccinI ad hoc?

I vaccini anti Covid stimolano l’immunità cellula-mediata e questa  ci difende anche dalle varianti. Ciò significa che, semmai dovessimo contagiarci, il rischio di sintomi importanti è peregrino. A maggior ragione se la vaccinazione è completa. Ci auguriamo che entro settembre siano definiti e resi fruibili i nuovi vaccini anti Covid studiati per le nuove varianti. Così come succede, ogni anno, con i vaccini anrinfluenzali.

Che ne pensa dell’iniziativa di insistere sui test sierologici?

 

La corsa al sierologico non è auspicabile se non a particolari condizioni. Va fatto in caso di dubbio di aver contratto la malattia in maniera asintomatica o per verificare la propria risposta al vaccino, nel caso di anziani o soggetti immunocompromessi, perché in questi casi vi è il rischio di una risposta minore ai vaccini.

Pasqua senza timore del Covid?

Dopo due anni finalmente potremo vivere la festività pasquale in piena libertà. Non dimentichiamo però di essere prudenti, tuteliamo anziani e fragili ed ovviamente se abbiamo sintomi sospetti evitiamo di aggregarci.

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