Preoccupazione legittima per un’onda anomala di Covid proveniente dalla Cina?
Timore di ripiombare nell’incubo sociale e individuale di tre anni fa?
Domande sicuramente che in molti si stanno facendo, a giudicare dalle news internazionali, che parlano di un aumento di contagi e morti in Cina e di tanta attenzione per chi arriva dal paese asiatico.
Negli aeroporti italiani tamponi a tappeto per tutti i viaggiatori, che fanno ingresso nella penisola dalla Cina, ma con risultati che al momento non sembrano preoccupanti. É vero che uno su tre dei tamponati risulta positivo al a Covid, ma le varianti, secondo le fonti, sono quelle note.
Il Governo nazionale parla della possibilità di reintrodurre l’uso obbligatorio di mascherine negli ambienti pubblici chiusi, di incrementare lo smart working e di limitare talune condizioni di assembramento. Al momento solo ipotesi, poiché in Italia il numero di contagi non é preoccupante. Il bollettino che fotografa la settimana che va 23 dal 29 dicembre registra 122.110 nuovi casi di Covid e 706 morti. La settimana precedente erano stati rilevati 137.599 contagi e 798 decessi. Le vittime diminuiscono dell’11,5% e scendono anche i casi di positività (-11,3%), anche se il calo sembra rallentare. Sono stati effettuati 807.118 tamponi, in calo del 20,8% rispetto alla settimana precedente (1.019.362). Il tasso di positività cresce dell’1,6%, salendo al 15,1%. Stabili le terapie intensive, in calo i ricoveri ordinari.
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Abbiamo chiesto un parere al professore Antonio Cascio, infettivologo e primario al Policlinico di Palermo
“Le notizie che arrivano dalla Cina meritano attenzione ma non terrorismo mediatico. Si teme per un rendez vous di quanto accaduto tre anni fa. Lo scenario sembra simile e arrivano notizie preoccupanti dalla Cina: numeri di contagi e di morti che allarmano. Occorre però inquadrare la situazione. La Cina ha una densità altissima di popolazione (quasi 1,5 miliardi di abitanti, contro i 60 milioni degli italiani), quindi non possiamo paragonare i loro numeri con i nostri. Sicuramente lì si sta vivendo un momento difficile quanto a diffusione dei contagi, ospedalizzazioni e decessi. Va detto però che loro hanno a disposizione vaccini e terapie differenti dai nostri. Ritengo, quindi che, ferma restando l’attenzione, paragonare quanto sta accadendo oggi, con quanto successo tre anni fa sia azzardato. Anche perché le varianti verificate sui cittadini cinesi, che hanno fatto ingresso in Italia ultimamente, sono quelle note, che, nel nostro paese, riusciamo a fronteggiare con successo.
A cosa dobbiamo fare attenzione?
Se si sta alzando un minimo l’asticella dell’attenzione, occorre avere più riguardo per i fragili: anziani e soggetti compromessi di qualsiasi età. Se torniamo da un viaggio in Cina avremo cura di tamponarci e di fare attenzione alle nostre condizioni di salute. Rispettiamo anzitutto gli altri, così da non esporli a rischi.
Occorre tornare a usare qualche dispositivo di protezione personale?
É un momento “caldo” di circolazione dei virus. Da sempre gennaio é il mese in cui i virus stagionali, tipicamente a carattere respiratorio, toccano il picco. Il rischio é quello che si accavallino tra loro, per esempio il Covid e l’influenza stagionale. In linea di principio non danno sintomi e conseguenze impegnativi, ma occorre cautela. A maggior ragione che, dopo anni di uso di mascherine e di distanziamento, il sistema immunitario di grandi e piccini si é indebolito. Suggerisco l’uso di mascherine in ambienti chiusi e affollati, soprattutto in questo periodo clou per la circolazione dei virus.
É ipotizzabile l’arrivo dalla Cina di una variante nuova è altamente pericolosa?
Non abbiamo la palla di vetro, ma mi sento di essere ottimista. Considerando l’andamento dei virus noti, possiamo ipotizzare che le varianti Covid dovrebbero evolversi in maniera sempre più bonaria. Consideriamo inoltre che in Cina vi sono state restrizioni più importanti e per tempi più lunghi, rispetto che in Italia. La loro popolazione non ha sicuramente raggiunto l’immunità di collettività, in assenza della quale ci si espone a sintomi più impegnativi, allorquando si entra in contatto con il virus.
Ritengo che si debba essere fiduciosi, fare attenzione, ma senza terrore.