Home » Cos’è l’ecocardiogramma fetale? Ce lo spiega la cardiologa Sabrina Spoto

Cos’è l’ecocardiogramma fetale? Ce lo spiega la cardiologa Sabrina Spoto

Si tratta di un esame importante, innocuo e indolore, che consente diagnosi cardiologiche precoci

Intervistiamo la dottoressa Sabrina Spoto, cardiologa pediatra all’ospedale Di Cristina (Dei Bambini) di Palermo. Con la dottoressa Spoto affrontiamo un argomento importante: la diagnosi precoce di malattie cardiache nel bambino. Questa è possibile grazie a una metodica diagnostica innocua e indolore, a cui deve sottoporsi la gestante. Si tratta dell’ecocardiogramma fetale.

Cos’è l’ecocardiogramma fetale?

L’ ecocardiogramma fetale è una metodica ecocardiografica, eseguita mediante approccio transaddominale (la sonda ecocardiografica viene appoggiata sull’ addome della madre), adoperato come procedura di screening per la diagnosi precoce delle cardiopatie congenite.

Quando è indicata?

L’ ecocardiografia fetale è indicata in situazioni a rischio per le cardiopatie congenite che risultino dall’ anamnesi della paziente o familiare (rischio materno) o dalla situazione fetale (rischio fetale, ossia quando sia stato posto un sospetto specifico di una malformazione cardiaca durante un esame ecografico di I livello). Negli ultimi anni tali indicazioni sono state ampliate e l’esame è apparso opportuno anche in caso di aumentata translucenza nucale valutata intorno alla 11-12 settimana di gestazione (la translucenza è ormai uno degli esami di screening previsto in gravidanza).

Quanto è attendibile l’ecocardio fetale?

È un esame dotato di grande precisione diagnostica: la letteratura internazionale conferma la possibilità di una diagnosi precisa, in mani esperte, anche nei casi di cardiopatie congenite complesse. I limiti sono costituiti dal fatto che, talora, in caso di cardiopatie congenite complesse, può non essere possibile diagnosticare tutti i dettagli della cardiopatia o, al contrario, le cardiopatie congenite piu semplici (come piccoli difetti del setto interventricolare o lievi stenosi valvolari) possono non essere riconosciute in epoca fetale. Queste rappresentano, di fatto, i più frequenti falsi negativi di tale esame. Bisogna precisare, inoltre, che alcune cardiopatie possono presentare carattere evolutivo durante la gravidanza e pertanto l’esame potrebbe dover essere ripetuto a distanza. Ciò detto, è comunque chiaro che si tratta di un esame di grande utilità poiché sicuramente in grado di riconoscere tutte le cardiopatie più gravi, quelle che condizionano il decorso e la prognosi finale e di pianificare un parto in condizioni di sicurezza ogni qualvolta ci si trovi di fronte ad una cardiopatia che noi definiamo “dotto dipendente” e che in parole povere costituisce la vera urgenza post-natale.

Può interessarti:  Sette milioni di malati cronici in Italia, solo la metà si cura correttamente

Quando si effettua?

Viene effettuato di routine verso la 18°-20° s.g.: in tale epoca le sezioni cardiache sono sufficientemente grandi per permettere una corretta visualizzazione delle strutture cardiache e dei loro rapporti reciproci. L’esecuzione in tale epoca consente, inoltre, alla coppia e all’ostetrico una condotta più cosciente della gravidanza sia nel caso in cui venga scongiurato il problema cardiaco, sia in presenza di malformazioni gravi poiché la coppia potrà così optare, entro i termini stabiliti dalla legge, per l’interruzione volontaria della gravidanza.

È preferibile  che a eseguire l’esame sia un cardiologo?

L’ecografia ostetrica morfologica viene effettuata di routine intorno alla 20°settimana di gestazione. Durante tale esame viene eseguita una valutazione soltanto delle 4 camere cardiache che è capace di evidenziare il 60% delle cardiopatie congenite, caratterizzate dalle sproporzioni tra le cavità cardiache. L’esame quando eseguito dal cardiologo permette invece una valutazione più globale del cuore, allaragata anche alla visualizzazione degli efflussi ventricolari e del ritmo cardiaco con un indubbio vantaggio che non è difficile comprendere.

Quanto dura l’esame?

L’esame ha una durata breve. È un esame indolore, non invasivo e senza controindicazioni. Può avere una durata leggermente più lunga, qualora il bimbo non si trovasse in una posizione favorevole all’indagine. Generalmente però il tutto si svolge con brevità e semplicità.

Ringraziamo la dottoressa Sabrina Spoto per il suo contribito. Nel non facile reparto dove lavora, i pazientini e i genitori le riconoscono una carica umana e una capacità di dare coraggio singolari. Le auguriamo sempre maggiori traguardi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WC Captcha 19 − 16 =