Continua l’accertamento epidemiologico sui monti Sicani. Dopo la verifica di positività di sei operatori sanitari dell’ospedale Immacolata Longo di Mussomeli, ieri l’ufficio igiene dell’Asp di Caltanissetta – come riferisce in diretta Facebook il sindaco di Mussomeli, Giuseppe Catania – ha ricostruito la mappa dei contatti dei positivi, da lì l’indicazione all’esecuzione di cinquanta campioni.
I test rinofaringei sono stati eseguiti oggi, a domicilio, da operatori dell’Asp di Caltanissetta. Come riferisce sempre il sindaco Catania, i sei operatori positivi sono di Mussomeli, ma la mappa dei contatti riguarda anche castelterminesi e campofranchesi, anch’essi sottoposti a tampone. L’esito è atteso entro martedì.
“I nostri sei operatori, che ho sentito oggi, ha proseguito il primo cittadino dal suo profilo Fb, sono tutti in discrete condizioni ed a loro vanno i miei auguri. Oggi è stata completata la seconda tranche delle operazioni di sanificazione delle strade di Mussomeli e da domani saranno distribuiti i kit di mascherine, con il metodo porta a porta e nel numero di due per nucleo familiare.”
Le prossime ore saranno quindi importanti per avere conferma che il focolaio monti Sicani è rimasto delimitato e ben circoscritto. Nei giorni scorsi era scattato l’allarme per una serie di casi, accertati tra Casteltermini, Campofranco e Mussomeli, con un faro puntato sull’ospedale del centro montano, dove, dal reparto Lungodegenza sarebbe partita la catena, finora limitata, dei contagi. Quattro pazienti e sei operatori positivi. Di questi un’anziana deceduta, con Covid e non per Covid, come ha sottolineato l’asp nissena, e quattro ricoveri al centro dedicato al Sant’Elia di Caltanissetta.
L’ospedale e i contagi
L’accesso in ospedale di assistenti esterni, in un periodo in cui l’occorrenza è vietata per decreto governativo, ha fatto discutere. Fino a martedì scorso, pare infatti che, la maggior parte dei quattordici ricoverati nel nosocomio, fosse regolarmente assistita da congiunti, che sono tutti stati sottoposti a tampone. Nei comuni interessati dal contagio, Mussomeli, Campofranco e Casteltermini, la situazione ad oggi sarebbe sotto controllo: non si registrano casi con sintomatologie sospette, e i positivi accertati non verserebbero in condizioni preoccupanti, fermo restando restando che la maggior parte di questi è asintomatica o paucisintomatica.
A Casteltermini la gente si interroga: siamo rimasti soli?
La querelle riguarda la gestione amministrativa dell’emergenza. A Mussomeli il primo cittadino, servendosi dei social, aggiorna quotidianamente i cittadini, vuoi con i post, vuoi con le dirette, comunicando i dati epidemiologici, dando indicazioni sulle misure per fronteggiare l’emergenza, in buona sostanza tenendosi, seppur virtualmente, presente per i suoi cittadini. Nella piccola e suggestiva Sutera sono partite le operazioni di sanificazione e domani quelle di distribuzione di mascherine. A Casteltermini, comune dove è scattato l’allarme, poiché il caso 1 è quello di un giovane infermiere del centro montano, i cittadini lamentano un abbandono a loro stessi. Manca da quasi un anno la figura del primo cittadino, delegata a quella del commissario ad acta, che ha dato in questi giorni delle indicazioni pubbliche relative all’emergenza. I cittadini però chiedono di più: “Perché qua non si procede con una sanificazione delle strade, considerato che ormai l’emergenza ci tocca in prima persona? Perché qua non vengono distribuite le mascherine? Vi sono intere famiglie che non dispongono di un solo dispositivo di protezione, che sono andati letteralmente a ruba e che spesso non hanno un prezzo accessibile a tutti. Quando ci si ricorderà della nostra comunità?” Questo il battage partito su Facebook e rimbalzato in alcuni gruppi social di castelterminesi. Intanto la comunitá dei monti Sicani attende gli esiti degli ulteriori tamponi così da capire meglio la condizione epidemiologica di un territorio, che ha tenuto duro per cinquanta giorni e che oggi vive lo sconforto. Le comunità interessate hanno una vasta popolazione di over 65, la categoria più a rischio. L’invito dell’Asp nissena agli anziani è proprio quella di uscire solo in caso di necessità e di osservare alla lettera il distanziamento sociale.