Ancora stabile la curva epidemiologica nei territori dei Monti Sicani. Oltre cinquecento, ad oggi, i tamponi effettuati e non si registrano nuovi attuali positivi. Come però comunicano le fonti ufficiali, non si è abbassata la guardia e continuano i test su talune fasce di popolazione: coloro i quali abbiano avuto, anche trasversalmente, contatti con le persone positive, gli anziani nelle case di riposo e, su larga scala, taluni operatori sanitari. Come riferito sui social da Giuseppe Catania, sindaco di Mussomeli, è stata completata la sanificazione dell’ospedale di Mussomeli, che, a parte il reparto di Lungodegenza, è attivo, sebbene, di fatto, negli ultimi giorni non si siano registrati accessi al pronto soccorso e il numero dei ricoverati si è ridotto a meno di dieci nel totale dei reparti.
“Nelle ultime 24 ore non si registra alcuna variazione per ciò che riguarda il territorio di Mussomeli.
A livello provinciale, invece, aumenta di una unità il numero dei ricoverati al reparto di malattie infettive del PO Sant’Elia (n. 1 paziente di San Cataldo).
I pazienti in quarantena invece si riducono di 19 unità. Segnalo, inoltre, che nella giornata di oggi si è conclusa la completa sanificazione del nostro ospedale che risulta così pienamente operativo ed attivo.” Così riferisce su Fb il sindaco Catania.
Dei sei operatori sanitari del Longo risultati positivi, due sono ricoverati al Sant’Elia ma non verserebbero in condizioni preoccupanti.
Buone notizie anche da Casteltermini, dove sono stati eseguiti 109 tamponi con un totale di positivi che resta stabile a tre, due asintomatici e uno ricoverato al centro Covid di Caltanissetta. Nel centro montano si attende l’esito di otto tamponi. Come fa sapere Pippo Sardo, comandante della Polizia municipale, è partita la distribuzione porta a porta delle mascherine, una per ogni componente la famiglia. Sempre il comandante Sardo ha toni rassicuranti: “La situazione è sotto controllo ed i dati, che arrivano di giorno in giorno, sono incoraggianti e fanno ben sperare. Ovviamente non si deve abbassare la guardia e occorre rispettare alla lettera le disposizioni relative al distanziamento sociale e alle uscite solo se necessarie e dove consentito.”
Stabile anche la situazione a Campofranco: un solo positivo, che é attualmente ricoverato al Sant’Elia.
Il tanto temuto focolaio, quando è passata una settimana dal caso 1, sembrerebbe un’occorrenza quasi del tutto elusa. La situazione sarebbe infatti circoscritta ai pochi casi, registrati immediatamente dopo lo scampato allarme. Anche le polemiche social, che amplificavano il timore, rimbalzato in un territorio che era rimasto incolume per settimane dal contagio, sembra essersi ridimensionato. In una piccola comunità anche un solo caso fa notizia e semina panico, al punto che si era generata una sorta di caccia alle streghe, con tanto di cordate social, vuoi dettate dal panico, vuoi anche da comportamenti al limite con il cyberbullismo. I toni oggi sembrano più cauti, ed anche i piccoli paesi coinvolti nel fenomeno epidemiologico hanno allentato il terrore dei primi giorni, acquisendo la giusta consapevolezza che la prevenzione migliore sta essenzialmente nel distanziamento e nelle cautele igieniche. Restano tanti i quesiti della gente comune: “Come si riattiverà l’economia di paesini già in ginocchio? Considerato che si dovranno usare per lunghi periodi le mascherine e che le chirurgiche hanno un ciclo di vita limitato, chi provvederà ad approvvigionare le tante famiglie bisognose dei piccoli comuni?”
Quesiti comuni e legittimi, ai quali però è prematuro oltreché difficile trovare risposte certe.