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Coronavirus Monti Sicani, arrivato l’esito di quasi duecento tamponi

Il sindaco di Mussomeli ha comunicato i dati e le news relative all’emergenza Covid all’ospedale Immacolata Longo

È arrivato poco fa l’esito di 188 tamponi eseguiti all’ospedale Immacolata Longo di Mussomeli. Si tratta della tranche di alcuni degli esami eseguiti tra le giornate di ieri e l’altro ieri. Sono sei in tutto i positivi e sono tutti operatori sanitari, in forza al reparto di Lungodegenza del nosocomio. Cinque sono asintomatici, una, l’infermiera cinquantenne condotta d’urgenza ieri sera al Sant’Elia di Caltanissetta, è tuttora ricoverata, e, come riferisce il sindaco di Mussomeli, Giuseppe Catania, durante una diretta fb, non verserebbe in condizioni critiche. Secondo fonti sanitarie, la donna ieri avrebbe avuto sintomi respiratorie che hanno reso necessario il trasferimento al centro Covid di Caltanissetta dove, a seguito di una tac, le sarebbe stata riscontrata una polmonite interstiziale bilaterale. L’infermiera ha già iniziato il protocollo terapeutico.

“Stando agli esiti, resi noti dall’Asp di Caltanissetta, il fenomeno epidemiologico dell’ospedale di Mussomeli procede per numeri contenuti e resta circoscritto al solo reparto di Lungodegenza. Domani per le strade di Mussomeli sarà fatta la disinfestazione.” Queste le dichiarazioni del sindaco Catania nella sua diretta Fb.

Al momento i numeri relativi al possibile focolaio dell’Immacolata Longo fanno ben sperare, con un positivo a Campofranco (ricoverato al Sant’Elia), quattro a Casteltermini (tra cui un anziano, ricoverato anch’egli al Sant’Elia), sei operatori dell’ospedale e un anziano di Mussomeli, da ieri ricoverato a Caltanissetta.

Si attendono ancora gli esiti dei tamponi effettuati stamani. Il lavoro di tracciamento dei contagi, come ha detto il sindaco Catania. Si stanno ricostruendo i contatti dei contagiati, anche alla luce dei nuovi positivi. Tamponi eseguiti alle famiglie dei casi già noti e da eseguire a quelle dei nuovi accertati, il tutto finalizzato a cercare di arginare in tempi brevi e in maniera efficace la catena di diffusione del virus.

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Intanto da Casteltermini partono le richieste di aiuto e interessamento. Il comune è amministrato da un commissario ad acta, che ha reso note alcune disposizioni generali per fronteggiare l’emergenza. La gente chiede di più e lo ribadisce sui social, principale altorparlante dell’allerta: “Non possiamo rimanere soli, necessitiamo di una figura istituzionale che ci informi, possibilmente anche tramite i canali social, ma viso a viso, di quanto stiamo vivendo. Sarebbe il caso di organizzare una sanificazione delle vie del paese. Abbiamo bisogno di non sentirci abbandonati a noi stessi perché il momento è drammatico e abbiamo paura.”

A peggiorare il clima nel centro montano è l’aria da caccia alle streghe, creatasi da quando è rimbalzata la notizia del primo caso positivo, un infermiere trentenne del team di prelevatori a domicilio dell’Asp di Agrigento e nipote della signora, deceduta al Longo due giorni fa. Il ragazzo assisteva la nonna in ospedale per i postumi di un intervento, sebbene le disposizioni governative vieterebbero l’ingresso dei parenti nei nosocomi, per via dell’allerta Covid. In merito si vedrà se l’ospedale dovrà rispondere di questa concessione di assistenza familiare, che pare non fosse limitata alla sola anziana castelterminese. Anche il centro montano, come Calamonaci a inizio epidemia, sta vivendo la gogna social, con note whatsapp allarmistiche e immagini al limite del cyberbullismo, relative al giovane infermiere. Un fenomeno che sicuramente riguarda una minoranza della comunità che, a larghe fasce, si è dimostrata coesa, solidale e soprattutto rispettosa delle regole di distanziamento e isolamento imposte dall’allerta.

 

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